In merito al sondaggio effettuato dalla società Quorum per l’ex ministro Bray sulla copia privata, rileviamo che si tratta di una società prevalentemente operante nel settore dei sondaggi elettorali e che ha effettuato sondaggi, per l’appunto elettorali, per l’ex ministro Bray nelle precedenti elezioni politiche. Il sondaggio risulta sia stato materialmente effettuato da Roberto Greco, uno degli amministratori della società.
L’indagine tende ad ottenere un panorama complessivo sugli usi da parte dei consumatori dei nuovi device solo con riferimento alla fruizione, in senso ampio, dei contenuti resi disponibili su internet, e solo su questo. Un approccio globale e non puntualmente direzionato sull’attività di copia privata (il rapporto finale è composto da 79 slide e ne dedica solo 13 all’indagine sulla realizzazione di copie private) non fornisce quel focus necessario ad una valutazione quantitativa e qualitativa della riproduzione per uso privato. L’indagine non è svolta secondo metodo scientifico tanto è vero che le domande sulla copia privata sono poste male e fuorvianti, poiché tendono a considerare la riproduzione su soli “supporti fisici” (cd, dvd, chiavette), escludendo pc, smartphone e tablet (prodotti che la prima parte dell’indagine indica tuttavia come maggiormente utilizzati per la fruizione di contenuti creativi).
L’inchiesta ha un approccio totalmente diverso rispetto ai sondaggi tradizionalmente utilizzati in Italia e in Europa per la conoscenza delle abitudini dei consumatori in materia di copia privata.
In particolare:
1) Escludere dal sondaggio i consumatori che non acquisiscono contenuti via internet (il sondaggio è limitato solo a coloro che utilizzano internet) è penalizzante perché di fatto si traduce in una esclusione di coloro che utilizzano fonti più tradizionali per ottenere i contenuti da riprodurre. Quelli fisici sono i supporti che più costituiscono fonte di copia privata, rappresentano in Italia il 65% circa di tutte le fonti della riproduzione ad uso personale. Per intendersi, vengono esclusi dal sondaggio coloro che abitualmente utilizzano fonti quali cd, dvd, programmi televisivi per realizzare copie per uso personale.
2) Viene utilizzato il concetto di acquisizione di contenuti. E’ una accezione troppo generica ed è difficile comprendere cosa si vuole sapere e in particolare se si riferisca all’acquisto o alla generica disponibilità di contenuti; lo stesso termine acquisizione potrebbe essere riferito anche alla fruizione di contenuti in streaming.
3) Le domande sui comportamenti tenuti dagli intervistati 3 anni fa non sono significative (il campione include anche i giovanissimi), sono addirittura fuorvianti perché si riferiscono non a dati ma a rappresentazioni di ricordi da parte degli intervistati. Gli intervistati, inoltre, dovrebbero “ricordare” supporti e apparecchi di riproduzione commercialmente non più esistenti. Questo non potrà che falsare il risultato rispetto ai prodotti oggi in uso.
L’unico sondaggio svolto con metodo scientifico già esiste ed è stato commissionato per il Comitato Consultivo Permanente per il Diritto d’autore (unico organo tecnico previsto dalla legge per fornire parere direttamente al ministro) ed affidato alla Gpf (la Gpf è istituto di rilievo nazionale ed internazionale per la ricerca e consulenza strategica sul cambiamento sociale di consumi e la comunicazione, che lavora per le principali imprese italiane fra cui Bnl, Coop, Eni, Rai, Rcs, Telecom, Unicredit, avvalendosi di sociologi, psicologi, semeiotici e statistici con approccio combinato). Conseguentemente, la comparazione fra i dati ottenuti dal ministro Bray e quelli contenuti nell’indagine Gpf per il Comitato consultivo permanente per il diritto d’autore è oggettivamente impossibile. L’indagine Gpf utilizza un campione quantitativamente doppio rispetto a quello di Quorum, con domande “a tutto campo” sul comportamento di ogni tipo di consumatore per ogni tipo di supporto, analogico e digitale.
Va ricordato infine che la medesima impostazione era stata utilizzata dalla Gpf per la realizzazione del sondaggio utilizzato per la determinazione delle tariffe del Dm 30.12.2009. In quell’occasione gli studi fornivano elementi sui comportamenti rilevati in un sondaggio del 2007. Si sono messi dunque a confronto dati di oggi e dati di più epoche, non dati con “ricordi”.