Una gita con l’oratorio a 1200 metri in Val Camonica, poi la pausa per la merenda in spiazzo erboso a Cevo (Brescia) proprio sotto la grande croce di legno dedicata a Papa Giovanni Paolo II. All’improvviso il rumore e i ragazzi che capiscono che qualcosa non va: scappano, ma uno va nella direzione sbagliata. Su di lui crolla il Cristo Redentore, realizzato dall’artista Enrico Job in occasione della visita a Brescia di Karol Wojtyla nel settembre del 1998 nel centenario della nascita di Paolo VI. Sotto la trave è rimasto Marco Gusmini, 20 anni, di Lovere (Bergamo), affetto da una leggera disabilità motoria che probabilmente gli ha impedito di mettersi in salvo. Un altro ragazzo invece è stato portato in codice rosso in ospedale, ma non sarebbe in pericolo di vita. Sul posto i carabinieri e l’eliambulanza del 118 che non hanno potuto fare altro che constatare la morte.
Nel 1998 l‘opera, larga 72 centimetri e alta oltre 30 metri, venne collocata nello stadio Rigamonti della città lombarda dove il pontefice polacco celebrò la Messa per poi essere trasportata a circa 1.200 metri da altezza, in una posizione in cui si domina gran parte della valle. Il Cristo Redentore era stata stato benedetto e portato a Cevo il 5 novembre del 2005 alla presenza dell’artista che era accompagnato dalla moglie, la regista Lina Wertmuller. La croce era stata realizzata materialmente dalla Moretti Interholz, una ditta specializzata nella lavorazione del legno lamellare, mentre il Cristo inchiodato è invece un’opera dello scultore Giovanni Gianese. Secondo il sito del comune la scultura, sei quintali, era stata stabilizzata contro le raffiche di vento che spesso investono il Dosso dell’Androla, ma pare comunque che oggi fosse una giornata particolarmente ventosa.
“I ragazzi stavano facendo merenda e sono scappati in tutte le direzioni quando hanno sentito il rumore del legno che si spezzava: purtroppo quel giovane è andato nella direzione sbagliata” racconta all’Ansa il sindaco di Cevo, Silvio Cetrone che è subito corso sul luogo della tragedia. “Qui c’è un bell’anfiteatro oltre allo spiazzo erboso – ha spiegato il sindaco – è meta di gite e pellegrinaggi, mai ci saremmo aspettati un dramma del genere“.