Secondo i sondaggi gli 80 euro di Renzi non bastano: distanza tra M5s e democratici tra il 2 e il 4%. I sondaggisti: "E' sfida a due". Fi in crisi, ma Berlusconi promette: "Arriveremo al 25%". Morra: "Sta arrivando un nuovo tsunami". Moretti: "Io incontro solo delusi dai grillini
Gli 80 euro non bastano. Il Pd, secondo i sondaggi di diversi istituti, sente il fiato sul collo del Movimento Cinque Stelle. Per Ixè (diretto da Roberto Weber) il distacco sarebbe di poco più di 4 punti percentuali (32 contro 27,4). Per Tecnè la distanza è solo di due punti (29 contro 27). Sono i Cinque Stelle che avanzano, nonostante lo scontro tra il sindaco di Parma Federico Pizzarotti e il leader del movimento Beppe Grillo. Ma anche il Pd che arretra nonostante la spinta propulsiva del governo e delle promesse economiche. Alle elezioni europee il M5s sogna il sorpasso (“Un nuovo tsunami è nell’aria” gigioneggia il senatore Nicola Morra), il Pd per il momento minimizza (“Io incontro solo delusi da Grillo” ribatte la deputata Alessandra Moretti). E Forza Italia? E’ stabilmente la terza forza politica perché paga un ritardo dai Cinque Stelle che va dai 6 ai 10 punti per cento. I berlusconiani d’altra parte devono fare i conti con il fardello dell’affidamento ai servizi sociali di Silvio Berlusconi, dell’addio di alcuni suoi esponenti storici come Paolo Bonaiuti e della dichiarazione di fallimento del partito per voce dell’ex coordinatore nazionale Sandro Bondi. Ma Silvio Berlusconi va a Porta a Porta e assicura: “Se con le mie poche apparizioni riuscirò a toccare il cuore dei moderati, sono convinto che potremo recuperare quei voti che avevano nel 2008. Comunque, io penso che certamente supereremo il 25% alle prossime europee”.
Ixè: “Pd al 32,1%, M5s al 27,4, Forza Italia al 17,5”
Secondo l’istituto Ixè in esclusiva per Agorà (Rai3) se le elezioni europee fossero oggi il 32,1 per cento degli italiani voterebbe Pd. I democratici però calano rispetto la scorsa settimana (-0,7%), mentre cresce di oltre un punto e mezzo (+1,6%) il Movimento 5 Stelle, che raggiunge nelle intenzioni di voto il risultato record del 27,4 per cento. Cala invece Forza Italia, che passa dal 18 al 17,5 per cento. In flessione il Nuovo Centrodestra-Udc-Ppe, che perde quasi mezzo punto (-0,4%) e si attesta al 5,1 per cento. Lieve calo anche per la Lega Nord (-0,2%), al 5 per cento. Torna sopra il 4 per cento L’altra Europa con Tsipras (4,1%), seguita con il 3,8% da Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale (+0,3%). “Tutti hanno perso qualcosa – ha osservato Roberto Weber, presidente di Ixè – e quel qualcosa si è indirizzato verso Beppe Grillo. Anche il Pd, per la prima volta in tre mesi ha registrato una battuta d’arresto”. A un mese dalle elezioni Europee, il 18,7 per cento degli italiani non ha ancora deciso verso chi indirizzare il proprio voto. Ma il 43% è ciò che totalizza il cosiddetto “partito del non voto”: qui dentro ci sono sia gli indecisi, gli astenuti e coloro che sono intenzionati a votare scheda bianca.
Tecnè: “Tra Pd e M5s solo due punti di distacco”
Anche per le indagini di Tecnè realizzate per TgCom24 il primo partito è il Pd con il 29,2%, ma la notizia è che il M5s raccoglierebbe il 27%, mentre Forza Italia si fermerebbe al 21,3. Rispetto all’ultimo sondaggio, risalente al 15 aprile, l’incremento maggiore sarebbe quello del Movimento 5 Stelle con un +1,6. In crescita anche Forza Italia con un +0,3%. Calo, invece, per il Partito democratico con un -0,7%. Forte il dato sul non voto che sarebbe al in crescita al 47,4% (il 15 aprile era al 45,7%).
I sondaggisti: “E’ sfida a due con Renzi”
Renato Mannheimer all’Adnkronos spiega: “Grillo prende voti da tutti per la insoddisfazione economica, politica e sociale che c’è nel Paese”. “L’unico vero competitor del leader Cinque Stelle è Renzi, che per batterlo deve dimostrare di fare le cose, proprio al contrario di Grillo – continua Mannheimer – Lui punta il dito, attacca, mentre il leader del Pd deve convincere che è in grado di portare a casa i risultati. Ma i sondaggi vanno presi con le molle. Ce ne sono tanti e sono diversi, soprattutto perché l’elettorato è ancora incerto. Almeno un terzo delle persone decide nell’ultima settimana per chi votare”. Per il presidente dell’Ispo, questo vale tanto più per le consultazioni europee, che “esprimono un voto in libertà”. “Di sicuro – conclude – crescerà il partito dell’astensione”. Per Maurizio Pessato, presidente di Swg, “Grillo non sembra dimostrare in questa ultima settimana grande vivacità espansiva, al contrario di quello che dicono alcuni sondaggi. E’ vero, in ogni caso, che Grillo è molto attento a evitare connotazioni di colore politico per il suo movimento e lo dimostra come ha risposto alla Le Pen, dicendo ‘noi non siamo di destra’. E’ per questo che può attrarre voti provenienti da elettori delusi che hanno votato per partiti sia di una parte che dell’altra”. Quello per le Europee “non è un voto che porta a scegliere un governo, si sceglie meno in base al voto utile”, conclude Pessato. “Ma stavolta c’è l’effetto Renzi, e il voto può essere visto come promozione o bocciatura del premier. E se vince Grillo perde Renzi, in questo senso è sfida a due” . “E’ vero che Grillo cresce. Se partiamo da 6 mesi fa, era intorno al 17%, i dieci punti in più oggi sono veramente tanti – spiega Nicola Piepoli – Noi pensavamo che crollasse ma lui prende dallo scontento che c’è dappertutto, a destra, sinistra e al centro. Ricordiamoci che c’è il sistema Paese al collasso. La malattia si esprime negli scontenti che in politica si traducono in voti per Grillo”.
Morra: “E siamo sempre stati sottostimati…”
Beppe Grillo non fa che ripeterlo, loro ci credono fermamente: obiettivo del M5S è superare il Pd alle europee e guadagnare lo scettro di primo partito in Italia. “Un nuovo tsunami è nell’aria – dice all’Adnkronos il senatore ed ex capogruppo M5s Nicola Morra – noi di sondaggi non ne facciamo e non diamo grande credito a quelli che vediamo pubblicati in giro, valutiamo le percezioni empiriche che maturiamo girando per il Paese”. E le impressioni sono buone, “sempre più incoraggianti e positive – assicura Morra – non so se ci sarà un secondo tsunami, ma qualcosa me lo fa pensare”. I sondaggi, in effetti, vedono il M5S a pochi punti percentuali dal Pd. “E nei sondaggi – fa notare Morra – finora siamo sempre stati sottostimati. Io penso che alle Europee l’astensionismo giocherà un ruolo determinante, ma penalizzerà soprattutto i nostri competitor”. Il leader M5S lo ha ripetuto più volte: basta un solo voto in più dei democratici. “Sì, ma io vedo anche qualcosa in più di un singolo voto – afferma Morra – ho una percezione molto, molto positiva”. “Penso che questa sia l’ultima chance per il Paese – rincara la dose Roberta Lombardi, primo capogruppo grillino a Montecitorio – o gli italiani capiscono che i partiti hanno fallito sotto tutti punti di vista e non c’è possibilità di redenzione per loro o il Paese è finito e non possiamo più lamentarci di quel che accade. Se gli italiani continuassero ad avallare l’unico sistema che ci ha portato alla fame, allora sarebbero masochisti. Non crediamo affatto che lo siano. Finora non avevano alternative, ora ce l’hanno”. Per questo anche Lombardi è fermamente convinta che il M5S sia “ben sopra il Pd. Tra un pò sentirete tutti il boom“.
Moretti: “Io incontro solo delusi dai Cinque Stelle”
Ma Alessandra Moretti, capolista del Pd per il Nord Est la vede in modo molto diverso: “In questo inizio di campagna elettorale non faccio che incontrare persone deluse dal M5S, persone per bene che hanno creduto in una novità politica che si è rapidamente tramutata in un bluff”. I dati non non allarmano la deputata: “Loro pensano di vincere le elezioni sfruttando paura e disperazione, noi vogliamo vincere le elezioni per sconfiggere questa stessa paura. Il Pd ha messo in piedi un percorso di riforme mai visto prima in Italia ma che ogni giorno viene osteggiato dal fronte conservatore capeggiato da Grillo e dai 5 stelle che si propone come il cambiamento ma che poi, al dunque, ostacola in ogni modo”. “E’ facile capire il perchè: la volontà di mantenere le cose come stanno, e cioè di lavorare per affossare un Paese che mostra timidi segni di ripresa significa coltivare un potenziale elettorato con le urla e con i proclami: peccato che dietro non ci sia nulla”, osserva Moretti che, di contro, cita i provvedimenti del governo Renzi, da ultimo il decreto sugli 80 euro. “Grillo dice che non servono a nulla e propone la favola del reddito minimo: non è da delinquenti promettere sapendo di non poter mantenere? Se si fatica a trovare le coperture per abbassare le tasse a favore di incapienti e pensionati, come a questo punto è indispensabile fare, da dove si prendono i soldi per un provvedimento simile? Li mette il miliardario Casaleggio?”.
Toti: “Nessuna emorragia in Forza Italia”
Lo storico portavoce di Berlusconi Paolo Bonaiuti è migrato in Ncd e Sandro Bondi ha apertamente ammesso che Forza Italia ha fallito e invita l’ex premier a sostenere il governo Renzi. Ma Giovanni Toti ai microfoni di Radio Capital minimizza: “Nessuna emorragia” in Forza Italia. “Bonaiuti ha fatto una scelta sbagliata politicamente e ingenerosa umanamente. E’ un problema suo. Bondi non si muoverà di un centimetro, ci metto la mano sul fuoco. Detto questo, credo che la sua sia stata una riflessione inopportuna nei tempi, con i militanti in giro a far campagna elettorale, c’è chi spende tempo e soldi per il partito e poi sente un dirigente che fa riflessioni in senso contrario. Non è stato il momento migliore”. Quanto a Claudio Scajola, Toti dice di non avergli tolto il posto dalla lista per le Europee. “C’erano tanti posti in lista. E la sua esclusione non è stata una mia scelta. Scajola è stato escluso per opportunità politica: ha un processo in appello e la vicenda della casa ha colpito molto l’opinione pubblica“.