Proteste durante il corteo per la liberazione. Il gruppo di antagonisti del collettivo Sovescio ha attaccato il primo cittadino per le sue recenti ordinanze di sgombero di due edifici occupati in città. Era dai tempi dell'ex giunta Vignali che un sindaco non veniva criticato durante il corteo
Nel suo secondo 25 aprile da sindaco di Parma, Federico Pizzarotti riceve fischi e insulti. All’inizio del corteo per la celebrazione della Liberazione, il gruppo di antagonisti del collettivo Sovescio ha contestato il primo cittadino, chiamandolo “fascista” e attaccandolo per le sue recenti ordinanze di sgombero, poi congelate, di due edifici occupati in città. Una cinquantina di persone armate di bandiere e di fumogeni, si sono accodate alla manifestazione in ricordo dei valori della Resistenza, cominciando a prendere di mira Pizzarotti sin dalla partenza del corteo in piazzale Santa Croce. Al grido di “Pizzarotti né di destra né di sinistra, chi sgombera le case per sempre fascista”, i manifestanti hanno marciato per ribadire il diritto alla casa e l’ingiustizia delle ordinanze antisgombero che il sindaco ha firmato all’inizio di aprile.
Il documento firmato da Pizzarotti interessa due edifici occupati: un ex cinema dove vive una famiglia e una casa in cui si è insediato il collettivo Sovescio. Per effetto del decreto del governo Renzi sul piano casa poi, l’amministrazione di Parma ha applicato il divieto di chiedere la residenza e l’allacciamento delle utenze a chi vive in edifici occupati. Dopo le proteste degli antagonisti, nelle scorse settimane il sindaco e l’assessore al Welfare Laura Rossi avevano incontrato i rappresentanti della Rete diritti in casa e del gruppo Sovescio per arrivare a una soluzione condivisa. “Nessuna preclusione al dialogo, ma nel rispetto della legalità” aveva detto Pizzarotti, che con l’amministrazione si era impegnato a trovare sistemazioni alternative per gli occupanti degli stabili, congelando temporaneamente gli sgomberi.
Ma il dialogo non è bastato e gli antagonisti hanno scelto la manifestazione del 25 aprile per far sentire la propria voce alla città e per inveire contro le politiche abitative messe in campo dall’amministrazione Cinque stelle. “La casa è un diritto, l’affitto è una rapina, Pizzarotti vai a vivere in cantina” hanno gridato gli attivisti, che hanno camminato dietro al corteo dei partigiani, con il sindaco in prima fila insieme alle altre autorità. Insulti e cori sono stati lanciati anche contro il Pd e i rappresentanti del partito presenti alla manifestazione.
Era dai tempi dell’ex sindaco Pietro Vignali che non avvenivano contestazioni per la festa del 25 aprile. Allora l’ex primo cittadino era finito nel mirino per avere dato una sede all’associazione di estrema destra CasaPound ed era stato fischiato sul palco mentre pronunciava il suo discorso istituzionale. Pizzarotti invece è stato attaccato solo durante il corteo, poi la manifestazione è proseguita senza momenti di tensione e il sindaco ha potuto fare il suo intervento tra gli applausi dei partigiani e della piazza affollata di persone. Il primo cittadino, citando Ulivi e Gramsci, ha ricordato l’importanza della partecipazione, ma anche del rispetto delle regole quotidiane, come pagare le tasse e non parcheggiare in doppia fila: “La nostra società è fondata su giustizia e libertà individuali. Non dobbiamo perderci nell’indifferenza, in quanto l’indifferenza non è vita – ha detto – Per essere cittadini è necessario impegnarsi costantemente facendo il proprio dovere e rispettando le regole, solo così ci troveremmo oggi a non rincorre i bisogni, ma in una società più giusta”.