La Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta affidata al sostituto procuratore Katy Bressanelli, bresciana proprio della Valcamonica, sulla morte di Marco Gusmini, 20 anni, schiacciato da una croce eretta in onore di papa Wojtyla a Cevo. Agli ci saranno anche le immagini del crollo della statua ripreso dalle telecamere della società Wave tech, puntate proprio sul paese di Cevo.
Non è stata invece disposta l’autopsia per il giovane, lievemente disabile che abitava in via Giovanni XXIII a Lovere, un paese della provincia di Bergamo, per una assurda coincidenza proprio a pochi giorni dalla canonizzazione di entrambi i pontefici. I funerali sono previsti per domenica e l‘Amministrazione comunale di Lovere ha deciso di annullare tutte le manifestazioni in programma nel fine settimana e ha proclamato il lutto cittadino. Anche l’Anpi ha cancellato il concerto dei Fratelli Sana previsto per oggi.
“Interpretando il sentimento della popolazione – ha spiegato il sindaco Giovanni Guizzetti – abbiamo ritenuto doveroso proclamare il lutto cittadino per manifestare in modo tangibile e solenne il dolore del nostro paese per questa grave e inaspettata perdita che ha profondamente colpito tutta la comunità loverese, nonché in segno di rispetto, vicinanza e di partecipazione al dolore della famiglia e per consentire iniziative di riflessione o di partecipazione alla celebrazione del funerale”.
A Cevo Marco ci era andato in compagnia di una quarantina di ragazzi dell’oratorio. Quando la scultura lo ha investito, sbalzandolo contro una staccionata, era seduto su una panchina a parlare con il parroco del suo paese, don Claudio Laffranchini. E a Cevo, domenica prossima alcune iniziative, ora cancellate in segno di lutto, avrebbero dovuto accompagnare il lieto evento dei due Papi santi. “Quando facciamo il primo incontro per organizzare il grest estivo?” le ultime parole di Marco. Il ragazzo, affetto da una leggera disabilità motoria, non sarebbe riuscito a scappare in tempo proprio a causa dei suoi problemi fisici. I compagni di Marco e il sacerdote hanno raccontato ai carabinieri di Breno, intervenuti sul posto, di aver sentito degli scricchiolii, ma che erano convinti fosse il rumore del vento. Era invece la croce in legno che si è prima piegata e poi spezzata.