I famosi 80 euro al mese ai dipendenti sono arrivati, ora bisogna capire quanto inciderà il provvedimento del governo e se i risultati saranno in grado di esaudire le aspettative.
Naturalmente il bonus degli 80 euro è solo una parte del decreto varato dal governo (il provvedimento riguarda anche le rendite finanziarie, i debiti della Pa, l’edilizia scolastica ecc.). Tuttavia basta leggere il testo del decreto per notare l’importanza riposta dall’Esecutivo, il quale posiziona il bonus monetario all’articolo 1 sotto il titolo “Rilancio dell’economia attraverso la riduzione del cuneo fiscale“.
In che cosa consiste l’operazione del governo?
Si tratta di un vero e proprio bonus monetario che comparirà nelle tasche dei lavoratori dipendenti, con un reddito tra gli 8145-26000 euro. Quindi non una maggiore detrazione Irpef come annunciato in precedenza dallo stesso governo. L’arco temporale di riferimento va da maggio a dicembre considerando un periodo di 8 mesi in cui il bonus raggiungerà la quota annuale di 640 euro (ad esclusione dei redditi tra i 24000 e 26000 euro, il cui bonus è progressivamente decrescente). L’operazione riguarderà all’incirca 10 milioni di lavoratori, con un costo di circa 7 miliardi di euro. L’obbiettivo è quello di rilanciare la domanda interna attraverso i consumi, con la speranza che i percettori riverseranno l’intera somma nell’economia( con un ritorno anche per le casse dello stato con il gettito Iva).
L’analisi
1.Lungo e breve periodo
Premettendo che il governo ha mantenuto la promessa fatta solo 2 mesi fa ai cittadini, ciò che preoccupa è proprio la tempestività con il quale il decreto ha preso forma. È senza ombra di dubbio che la manovra di “breve periodo”, così definita dal ministro dell’economia Padoan, abbia oggi un carattere puramente estemporaneo (i dati macroeconomici del Def mettono in risalto uno scarso 0.1% di crescita del Pil 2014 per effetto della manovra). Un effetto sui consumi lo si può ottenere solo se la manovra dovesse diventare strutturale. Solo in questo modo i consumatori riuscirebbero a recuperare la fiducia tale da ricominciare a spendere.
Per fare questo c’è bisogno di coperture anch’esse strutturali e non ad hoc (vedi le coperture sui debiti della Pa, con l’anticipo delle entrate Iva del 2015). In tal senso le uniche entrate strutturali sono da reperire nella spending review,operazione questa tutt’altro che facile.
Facendo due calcoli, se il bonus dovesse essere riconfermato per tutto il 2015, i lavoratori dipendenti avrebbero diritto a 960 euro annui (stesso metro degli 80 euro mensili), con un esborso statale di quasi 10 miliardi che salirebbero a 13 se si dovessero conteggiare anche gli incapienti (4 milioni di lavoratori con reddito al di sotto degli 8145 euro). Proprio l’esclusione di questa fascia di lavoratori è ciò che più erode l’effetto macroeconomico della misura del governo, data la maggiore propensione al consumo nei ceti più poveri.
2.Tagli Irpef
Nonostante il decreto sia stato più volte affiancato all’Irpef, non presenta un cambiamento sulla struttura della tassa, penalizzandone la sua efficacia nel tempo. Aver concepito il cosiddetto “credito di imposta”, come un “bonus” anziché come detrazione dell’imposta (sicuramente misura più complessa con maggiore necessità di tempo) porta con sé il carattere di essere una misura perlopiù transitoria e quindi inefficace sul lungo periodo. La mancata revisione della struttura dell’Irpef è inoltre un’occasione mancata per correggere un sistema iniquo ed inefficiente (è utile la lettura dell’articolo Cambiare l’ irpef pensando al lavoro di Reichlin, Ragusa, Nisticò e Borri). Il paper appena citato mostra come le aliquote marginali Irpef(le imposte pagate all’aumentare di un euro del reddito)siano solamente due per effetto delle detrazioni sul reddito. Paradossalmente un lavoratore con un reddito imponibile di 8000 euro lordi (aliquota marginale 30%) volendo aumentare il reddito di 1000 euro lordi vedrebbe remunerati solo 700 euro netti. Questa struttura così com’è concepita rappresenta un forte disincentivo per la forza lavoro, oltre ad essere inefficiente.
3.Trattamento unico
Infine il bonus sarà versato indifferentemente a tutti i lavoratori dipendenti (24-26) interessati. Per fare un esempio un lavoratore celibe con reddito di 18000 euro percepirà lo stesso contributo di un lavoratore con eguale reddito, ma con famiglia a carico.
Tirando le somme, l’operazione così come è stata formulata presenta delle problematiche non di poco conto. Tra questi “la pressione fiscale”,la quale resterà inalterata almeno per tutto il 2014 (la formula del bonus non incide sulla detraibilità Irpef) e l’esclusione dei redditi più bassi.
Segnali questi che lasciano intendere una nuova revisione per il 2015 da parte del Governo, magari con interventi strutturali e decisi in ambito Irpef.
Giuseppe Bianchimani
Studente di Economia
Economia & Lobby - 25 Aprile 2014
Dl Irpef: bonus 80 euro, misura risolutiva o temporanea?
I famosi 80 euro al mese ai dipendenti sono arrivati, ora bisogna capire quanto inciderà il provvedimento del governo e se i risultati saranno in grado di esaudire le aspettative.
Naturalmente il bonus degli 80 euro è solo una parte del decreto varato dal governo (il provvedimento riguarda anche le rendite finanziarie, i debiti della Pa, l’edilizia scolastica ecc.). Tuttavia basta leggere il testo del decreto per notare l’importanza riposta dall’Esecutivo, il quale posiziona il bonus monetario all’articolo 1 sotto il titolo “Rilancio dell’economia attraverso la riduzione del cuneo fiscale“.
In che cosa consiste l’operazione del governo?
Si tratta di un vero e proprio bonus monetario che comparirà nelle tasche dei lavoratori dipendenti, con un reddito tra gli 8145-26000 euro. Quindi non una maggiore detrazione Irpef come annunciato in precedenza dallo stesso governo. L’arco temporale di riferimento va da maggio a dicembre considerando un periodo di 8 mesi in cui il bonus raggiungerà la quota annuale di 640 euro (ad esclusione dei redditi tra i 24000 e 26000 euro, il cui bonus è progressivamente decrescente). L’operazione riguarderà all’incirca 10 milioni di lavoratori, con un costo di circa 7 miliardi di euro. L’obbiettivo è quello di rilanciare la domanda interna attraverso i consumi, con la speranza che i percettori riverseranno l’intera somma nell’economia( con un ritorno anche per le casse dello stato con il gettito Iva).
L’analisi
1.Lungo e breve periodo
Premettendo che il governo ha mantenuto la promessa fatta solo 2 mesi fa ai cittadini, ciò che preoccupa è proprio la tempestività con il quale il decreto ha preso forma. È senza ombra di dubbio che la manovra di “breve periodo”, così definita dal ministro dell’economia Padoan, abbia oggi un carattere puramente estemporaneo (i dati macroeconomici del Def mettono in risalto uno scarso 0.1% di crescita del Pil 2014 per effetto della manovra). Un effetto sui consumi lo si può ottenere solo se la manovra dovesse diventare strutturale. Solo in questo modo i consumatori riuscirebbero a recuperare la fiducia tale da ricominciare a spendere.
Per fare questo c’è bisogno di coperture anch’esse strutturali e non ad hoc (vedi le coperture sui debiti della Pa, con l’anticipo delle entrate Iva del 2015). In tal senso le uniche entrate strutturali sono da reperire nella spending review,operazione questa tutt’altro che facile.
Facendo due calcoli, se il bonus dovesse essere riconfermato per tutto il 2015, i lavoratori dipendenti avrebbero diritto a 960 euro annui (stesso metro degli 80 euro mensili), con un esborso statale di quasi 10 miliardi che salirebbero a 13 se si dovessero conteggiare anche gli incapienti (4 milioni di lavoratori con reddito al di sotto degli 8145 euro). Proprio l’esclusione di questa fascia di lavoratori è ciò che più erode l’effetto macroeconomico della misura del governo, data la maggiore propensione al consumo nei ceti più poveri.
2.Tagli Irpef
Nonostante il decreto sia stato più volte affiancato all’Irpef, non presenta un cambiamento sulla struttura della tassa, penalizzandone la sua efficacia nel tempo. Aver concepito il cosiddetto “credito di imposta”, come un “bonus” anziché come detrazione dell’imposta (sicuramente misura più complessa con maggiore necessità di tempo) porta con sé il carattere di essere una misura perlopiù transitoria e quindi inefficace sul lungo periodo. La mancata revisione della struttura dell’Irpef è inoltre un’occasione mancata per correggere un sistema iniquo ed inefficiente (è utile la lettura dell’articolo Cambiare l’ irpef pensando al lavoro di Reichlin, Ragusa, Nisticò e Borri). Il paper appena citato mostra come le aliquote marginali Irpef(le imposte pagate all’aumentare di un euro del reddito)siano solamente due per effetto delle detrazioni sul reddito. Paradossalmente un lavoratore con un reddito imponibile di 8000 euro lordi (aliquota marginale 30%) volendo aumentare il reddito di 1000 euro lordi vedrebbe remunerati solo 700 euro netti. Questa struttura così com’è concepita rappresenta un forte disincentivo per la forza lavoro, oltre ad essere inefficiente.
3.Trattamento unico
Infine il bonus sarà versato indifferentemente a tutti i lavoratori dipendenti (24-26) interessati. Per fare un esempio un lavoratore celibe con reddito di 18000 euro percepirà lo stesso contributo di un lavoratore con eguale reddito, ma con famiglia a carico.
Tirando le somme, l’operazione così come è stata formulata presenta delle problematiche non di poco conto. Tra questi “la pressione fiscale”,la quale resterà inalterata almeno per tutto il 2014 (la formula del bonus non incide sulla detraibilità Irpef) e l’esclusione dei redditi più bassi.
Segnali questi che lasciano intendere una nuova revisione per il 2015 da parte del Governo, magari con interventi strutturali e decisi in ambito Irpef.
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Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - È già un caso che un condannato, sia pur in primo grado, occupi un ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ma ora le parole di Delmastro pongono un problema serio al Governo e al Paese intero. Dall’interno viene criticata una delle pessime riforme portate avanti con protervia dalla maggioranza. Come fa a restare al suo posto? Cosa dice la premier Meloni? Le parole di Delmastro sono gravi anche perché ci fanno conoscere le vere intenzioni del Governo, quelle che andiamo denunciando da mesi: assoggettare il potere giudiziario al controllo dell’Esecutivo. E questo è inaccettabile. Dopo la smentita che non smentisce, la registrazione dell’intervista, Meloni deve pretendere che Delmastro lasci l’incarico". Lo afferma Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Giovedì prossimo 20 marzo, alle ore 9, avrà luogo alla Camera l'informativa urgente del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, sui recenti eventi sismici che hanno colpito l'area dei Campi Flegrei e sullo stato di attuazione degli interventi per la popolazione.
Milano, 14 mar. (Adnkronos) - Il Dna di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, indagato per l'omicidio del 13 agosto 2007 a Garlasco, va confrontato con il Dna trovato "sotto le unghie della vittima e con le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine". E' quanto ha disposto, con un provvedimento del 6 marzo scorso, la giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli che ha autorizzato il prelievo coattivo della traccia biologica dell'indagato effettuato ieri.