“Luciano D’Alfonso, in maniera entusiasta, disse che per fortuna Toto era riuscito a riprendersi l’appalto, spiegando che inizialmente l’asta se l’era aggiudicata una ditta del Nord Italia, se non ricordo male dell’Emilia-Romagna, mentre in seguito Toto era riuscito a riprendersela pagando un miliardo delle vecchie lire alla stessa ditta perché si ritirasse, in modo tale che la Toto potesse subentrare come secondo miglior offerente”. È il 2 settembre 2008, e il geometra Giuseppe Cantagallo rende questa testimonianza davanti alla Guardia forestale di Pescara e al Nucleo operativo dei carabinieri di Penne, Comune del Pescarese. D’Alfonso è oggi candidato del Pd alla presidenza della Regione Abruzzo.
Cantagallo è una figura chiave del processo che ruota intorno alla progettazione e alla realizzazione della Statale 81, conosciuta come Mare-Monti: la strada fantasma bloccata dopo appena quattro mesi dall’inizio dei lavori, ma che sarebbe riuscita lo stesso a “ferire” la riserva naturale del lago di Penne. È lui il progettista a cui venne chiesto “a parole” di occuparsi della redazione del progetto esecutivo. Ed è lui a raccontare il rapporto disinvolto che sembra intercorrere tra l’ente pubblico Provincia e l’azienda privata Toto spa.
Il processo, che muove i primi passi, conta undici imputati, tra cui Luciano D’Alfonso che, in qualità di ex presidente della Provincia di Pescara, deve rispondere di truffa e falso. Imputati anche Carlo, Alfonso e Paolo Toto accusati, a vario titolo, di corruzione, truffa aggravata e falso ideologico. E poi, Fabio De Santis, ex responsabile del procedimento della strada, già finito sotto inchiesta a Firenze insieme alla cosiddetta “cricca dei Grandi appalti” del G8 della Maddalena; e il progettista Carlo Strassil, lo stesso che in una telefonata intercettata del 16 luglio 2009 rideva della ricostruzione dell’Aquila. La prossima udienza ci sarà il 7 maggio e sarà dedicata all’ammissione delle prove. Il Tribunale ha ammesso la richiesta delle parti civili di citare la Toto spa come responsabile civile nel procedimento.
“Con Toto ci si può parlare”. Secondo l’accusa, guidata dal pm Gennaro Varone, l’appalto è stato stravolto al fine di renderlo vantaggioso per l’impresa Toto. È proprio Cantagallo, sentito per diverse ore dagli inquirenti, a ricostruire quella che sembra essere una regia occulta. Il geometra riferisce di alcuni colloqui con D’Alfonso (risalenti ai primi mesi del 2001), uno di questi nell’ufficio di Lucio Marcotullio nella Brioni Roman Style di Penne. “D’Alfonso nell’occasione aveva con sé una fotocopia della Gazzetta ufficiale che pubblicava l’aggiudicazione della gara d’asta indetta per la realizzazione della Mare-Monti, che era stata definita opera di interesse nazionale…. Spiegando la cosa, D’Alfonso la commentava in maniera entusiasta dicendo testualmente, tra l’altro, ”…con Toto ci si può parlare!…è un’azienda vicina al nostro gruppo…” Ricordo bene che l’incontro avvenne prima della consegna dei lavori alla ditta Toto”.
Tra le promesse, un posto all’Anas. È nell’aprile del 1999 che la Provincia dà a Cantagallo 30 milioni di lire con due bonifici, per la redazione dei rilievi topografici. Ma le spese da anticipare sono tante e il geometra non ci sta. “Sono tornato a Pescara da D’Alfonso e gli ho chiesto un ulteriore acconto; questi mi rassicurò dicendo che mi avrebbe fatto prendere altri 30 milioni, ribadendo anche le promesse di una mia assunzione all’Anas e di lavori da parte dell’Anas stessa… Dopo quest’ultimo incontro avuto con D’Alfonso a Pescara”, continua Cantagallo, “quest’ultimo ha sempre evitato di incontrarmi e all’epoca non riuscivo a spiegarmene il motivo, mentre in seguito sono giunto alla conclusione che forse lui si aspettava di ricevere da me parte dei soldi erogatimi dalla Provincia. Ad essere sinceri, se lo avessi intuito prima, considerato il mio stato di bisogno dell’epoca, con una famiglia da sostenere con tre figli all’università, probabilmente avrei anche acconsentito”.
Filo diretto con Toto. A maggio del 1999, Cantagallo era alle prese con la redazione dell’elenco prezzi necessario per la redazione del computo metrico, e aveva dei dubbi. “Poiché Luciano D’Alfonso mi aveva detto di procedere celermente”, racconta il teste, “lo contattai rappresentando le mie difficoltà nella redazione di detto elenco; lui mi invitò, per risolvere il problema, a contattare un certo Rapposelli, comunicandomi il telefono dell’ufficio dello stesso. Preciso che il D’Alfonso si limitò a dirmi che era un geometra, senza specificare altro. Non so se ho ancora il numero di telefono, ma quando chiamai quel numero scoprii che era quello della Toto Spa di Pescara”.
La strada nella riserva per risparmiare. La variante alla Mare-Monti che entra nella riserva naturale, secondo Cantagallo, “serviva sicuramente per recuperare il ribasso d’asta”. Proprio per quanto riguarda la variante al progetto, Cantagallo parla di un incontro che gli sarebbe stato preannunciato telefonicamente dallo stesso D’Alfonso, all’inizio dell’estate del 2001. Alla riunione, dice il progettista, era presente anche Carlo Toto “che mi venne presentato in quell’occasione, tant’è vero che Fornarola (ndr allora sindaco di Penne) gli chiese di darmi un lavoro, ma questi disse che se ne sarebbe riparlato in seguito”. Il racconto prosegue: “Entrando in ufficio, notai aperta una planimetria sulla quale era già stata tracciata una variante alla Mare-Monti che sicuramente aveva portato Carlo Toto, che prevedeva una sostanziale modifica del tracciato con l’inserimento di un viadotto”.