Ora che i pellegrini, smontate le sedioline riservate ai capi di governo e ai capi di diocesi, possono riformare la coda per entrare nella Basilica di San Pietro; ora che le candele, le fondine, i paramenti di platino vengono rinchiusi a chiave in cassaforte; ora che le sgangherate macchine di polacchi carichi di letizia fanno ritorno a casa; ora che l’evento mai visto s’è visto, Papa Francesco ha completato il rilancio mediatico, popolare, internazionale e anche tecnologico (messa in 3D) del Vaticano.
Di una Chiesa romana che, soltanto un anno e mezzo fa, poteva sfoggiare una miriade di scandali, di qualsiasi genere, edizione, epoche, ma non poteva neanche mostrare un pontefice: il punto più basso non furono le dimissioni di Benedetto XVI, ma la rapida corsa al potere di cardinali con l’arroganza dei principi medievali. Il Vaticano aveva smarrito la credibilità: e senza fiducia, i dogmi non si accettano. Ma questo non è un pezzo religioso o teologico. Poi è arrivato Francesco, il cardinale di strada, argentino, severo e innovativo, non abituato, anzi immune a qualsiasi logica curiale. Jorge Bergoglio ha rimesso ordine come quelli che devono sistemare un armadio fra pessime magliette accartocciate e pregevoli pantaloni in disuso. Ha buttato la parte peggiore: non l’ha messa in lavatrice, l’ha proprio buttata. E poi ha esposto con abilità comunicativa la parte migliore: e Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, per i cattolici, sono senz’altro la parte migliore.
E un giorno di aprile, molto simbolico, il Vaticano ha santificato due papi col terzo papa emerito, che nella sua debolezza rappresenta il passato, sconfitto, che comunque ha resistito. La retorica giornalistica e politica ha ripreso a costeggiare il cammino di Francesco, capace di far rialzare il prodotto interno lordo vaticano – non il denaro, ma la credibilità – con una velocità imponente e constante. Anche il dittatore Mugabe è passato inosservato come se fosse un colonna di San Pietro. Roma, ieri notte e stamattina, sembrava la città che viene ospitata dal Vaticano e non la capitale che ospita il Vaticano. Per chi ci crede, è un miracolo.