Il 27 maggio 1993, alla 1.04, dopo vari appostamenti cosa nostra ha raggiunto via dei Georgofili a Firenze. Davanti al numero civico 3, la mafia ha piazzato un fiorino fiat imbottito da 277 chili di tritolo, composto da T4 e semtex.
La detonazione ha squarciato quella notte di maggio, uccidendo nei loro letti Caterina Nencioni di 50 giorni, Nadia Nencioni di 8 anni, Dario Capolicchio, 21 anni, Angela Fiume, 37 anni e Fabrizio Nencioni, 39anni. Altre 48 persone sono state ferite in modo grave, subendo invalidità permanenti, alcuni in modo irrimediabile che hanno comportato limiti di vita spaventosi.
Nel corso degli anni, presso il tribunale di Firenze sono stati condannati per questo ignobile delitto, senza pari nella storia repubblicana dell’Italia, uomini appartenenti al cosiddetto “gotha” di Cosa Nostra.
A distanza di 21 anni, noi continuiamo a cercare di capire chi avesse interesse insieme alla mafia a posizionare quel quantitativo enorme di esplosivo fra la Torre del Pulci e il numero civico di 3 di Via dei Georgofili.
Noi siamo convinti che uomini delle Istituzioni, uomini politici trasversali a tutto l’arco costituzionale da sinistra e destra passando per il centro, uomini dell’industria, uomini delle gerarchie ecclesiastiche, uomini del mondo economico abbiano avuto ruoli determinanti per il massacro di via dei Georgofili. E sono questi i veri motivi per cui si nasconde ancora oggi il vero movente della strage, oltre quel 41 bis, movente prettamente mafioso.
Ed è per questo che presentiamo questo nostro primo approccio di sensibilizzazione e richiamo.
Da qui al 23 maggio 2014, cercheremo nei limiti del possibile di pubblicare sul blog tutti quei particolari che da 20 anni siamo convinti possano servire a smuovere l’opinione pubblica, affinché in molti, se non tutti, si uniscano alla nostra battaglia per la verità sulla strage di via dei Georgofili.
Sarà il nostro contributo ad una Europa che, ne siamo sicuri, non ha nessuna voglia di quell’illegalità e di quella mafiosità che contraddistingue l’Italia. E la strage di via dei Georgofili del 27 maggio 1993 ne è la prova provata.