El Celler de Can Roca di Girona, in Spagna, 3 Stelle Michelin dal 2009; primo per la The World’s 50 Best Restaurants. Almeno fino alle ore 20 del 28 aprile 2014, quando è annunciata la nuova classifica. Certo, all’inizio viene spontaneo domandarsi quanto contino un’ottima strategia di marketing, oppure la comunicazione efficace di un buon ufficio stampa o gli sponsor come San Pellegrino e Acqua Panna. L’alternativa è che la cucina di un ristorante da 3 Stelle Michelin meriti davvero tanta ammirazione a livello internazionale.
L’ambiente de El Celler de Can Roca è estremamente curato ma senza forzature, l’accoglienza è gentile ma amichevole, il servizio è professionale, l’atmosfera accogliente e familiare. Ecco, familiare è l’aggettivo che meglio si sposa con questo luogo. Non a caso questo ristorante è il frutto dell’impegno dei tre fratelli Roca (Josep, Jordi e Joan) che hanno seguito la tradizione di famiglia, soprattutto quella della mamma Montserrat Fontané che ha trasmesso loro la passione per la cucina. E così Joan diventa lo chef, Jordi il pasticcere e Joseph il sommelier e responsabile di sala: un trio perfetto che miscela il sapere e l’esperienza di ciascuno in un menù che è delizia per tutti i sensi e per provare la vera essenza di questo luogo bisogna affidarsi a loro tre, ai menù degustazione di cibo e vino che propongono ai clienti e che raccontano la storia della loro terra e della loro famiglia.
I piatti giocano con la vista, con il tatto, con l’olfatto. Ogni creazione è studiata nei minimi particolari, dalla forma ai colori, quasi un’opera di design. A tavola si comincia subito con 5 amuse bouche (piccoli assaggi di benvenuto che preparano il palato) che richiamano i sapori di Messico, Corea, Perù, Cina e Marocco. Quindi in successione ecco le olive caramellizzate con le alici (appese ad un olivo bonsai!), il tortino di gamberoni, la tortilla di zucchine, la brioche con i funghi porcini e i bombon di carpano e quelli al tartufo – serviti su roccia e muschio – che esplodono in bocca.
Già così si potrebbe essere soddisfatti. Ma non basta. La tradizione gastronomica spagnola, specie quella catalana, arriva con l’Arroz ai funghi, poi il foie gras servito con il Timballo di mela e olio alla vaniglia per aprire il palato al Parmentierdi calamari e peperone rosso arrostito, al Lenguado alla brasa (sogliola) con agrumi e finire alla Triglia ripiena del suo fegato servita con tre diversi tipi di gnocchi: arancia, patate e allo zafferano.
È il momento della carne, quella tosta: agnello, maialino e oca. Quì ci sono tutti sapori della Catalogna. Il pomodoro, la barbabietola, la frutta e tante altre verdure accompagnano con eleganza il Cordero con pan con tomate, il Cochinillo iberico e l’Oca al royal.
I vini sono quelli della Spagna: Rioja, Priorat, Penedes, Vinho Verde, Cava. Ognuno abbinato a un piatto, ognuno al suo posto.
I più coraggiosi possono provare a rinunciare ai dolci per un “rinforzo” sulle carni ma non si può andar via senza gli assaggi di “variazione di latte” … incredibili. E’ il momento con il carretto della piccola pasticceria. Chi non ce la fa, può “confessarlo” al maitre. Nessun problema, ve ne incarteranno qualcuno per il ritorno a casa. Sembra di essere al DisneyWorld del gusto.
Il prezzo. Un menù degustazione di 14 portate (porzioni piene) è da 155 euro, cui aggiungere 50 per il percorso di-vino. Poco più di 10 euro a portata.
Un’esperienza indimenticabile. Non si tratta di chimica ma di tecniche di cucina; dal 1986 a oggi c’è solo sapienza e passione di un’intera famiglia legata alla propria terra. Con amore.
Prenotare? Ecco l’amara sorpresa: l’attesa è di quasi 1 anno.
E alla fine è tutto molto chiaro: non è una questione di marketing…semplicemente sono i numeri uno.