Il leader del Movimento 5 Stelle interviene prima dell'inizio dell'assemblea dei soci della banca senese e attacca il presidente del Consiglio e i democratici. "Questa è la vera dittatura: un Parlamento di non eletti, un presidente del Consiglio non eletto con Napolitano che gestisce la roba che arriva dalla Troika. Sono figli della Troika"
Non solo Monte dei Paschi. Beppe Grillo, arrivato a Siena per partecipare all’assemblea per approvare il bilancio 2013 chiuso con una perdita di 1,4 miliardi, prima dell’inizio dei lavori dà il via al suo show. Un comizio elettorale in cui azzanna il Pd, “peste rossa da estirpare” e Matteo Renzi che “racconta balle”, insistendo sui numeri del Movimento 5 Stelle: ci sono, ce li abbiamo e se arriveremo primi chiederemo elezioni anticipate.
In attesa dell’assemblea, sferra l’attacco all’istituto senese e al suo intreccio coi democratici. “Questa è la mafia del capitalismo, non la Sicilia. Mps è in tutti gli appalti e qui siamo nel cuore della peste rossa e del voto di scambio“. Torna ancora sul leit motiv della peste rossa – espressione presente nell’inno delle SS (“die rote Pest”), come ha ricordato il quotidiano l’Unità – e aspetta di partecipare alla riunione dei soci dopo avere ricevuto la delega da un piccolo azionista.
Snocciola i suoi argomenti in vista del 25 maggio e va all’attacco del Pd, primo partito, che il Movimento 5 Stelle rincorre nei sondaggi. “Il Pd qui non è la cura, è il male, va estirpato: i vertici del partito devono essere processati insieme alla Consob e alla Banca d’Italia. Facciamo un processo pubblico con questi qui”. A supporto della sua posizione, spiega, ci sono le indagini della magistratura: “Qui mancano dai 20 ai 50 miliardi, teniamoci basso: dove sono andati a finire 21 miliardi? Perchè Mussari e Vigna hanno fatto questo? La procura dice che c’era l’ombra di un partito locale e nazionale”. Ed entra a gamba tesa nell’assemblea: ” “Il processo” del Montepaschi” diventa rovinoso quando il Pd manda Mussari alla Fondazione. E ancora: “Bocciate questo bilancio, mandate a casa questo Cda e la peste rossa. Sono tutti finti dalla fine all’inizio”. Toni concitati che suscitano l’ironia del presidente Alessandro Profumo: “Stia attento che se è sempre così emozionato le potrebbe venire un accidente”.
Il bersaglio numero uno in vista del 25 maggio è ancora il segretario dei democratici e presidente del Consiglio Matteo Renzi che ritiene essere “un vuoto, un annunciatore: non ti puoi fidare, dice balle e uno che dice balle deve andare fuori a calci in culo”. E’ convinto che il Movimento possa scalzare il Pd, stabile al primo posto nelle intenzioni di voto (“Se alle europee saremo il primo partito, chiederemo elezioni anticipate. I numeri li avremo, li abbiamo”), e ancora una volta si scaglia contro le Camere e il premier dei “nominati”. Grillo vede “la vera dittatura” in un Parlamento non eletto da nessuno, un premier non eletto da nessuno con Napolitano che è sopra e gestisce questa roba che arriva dalla troika. Sono figli della Troika”. Condanna anche il progetto della legge elettorale che per lui si traduce in “pregiudicatellum”, studiato a tavolino “per non fare entrare noi, ma al ballottaggio andremo noi e per questo non la faranno mai”. Di Silvio Berlusconi, “il nanetto che fa piacere all’ebetino”, eviterebbe di parlare, ma i giornalisti lo incalzano sul paragone che l’ex Cavaliere ha fatto tra la sua azione politica e Hitler. “Berlusconi è l’oltretomba e voi siete dei medium che parlano con l’oltretomba. Si è reso conto che lui è il passato, è polvere”. Finito l’attacco frontale alla politica nazionale, l’ex comico passa all’Europa e al primo punto del suo programma per Bruxelles: il referendum sull’euro. Promette che “assolutamente sì”, lo faremo. “Andremo a trattare – ha concluso Grillo – e se non accetteranno i nostri punti faremo il referendum. Raccoglieremo milioni di firme”.