I legali della donna hanno chiesto che la donna, condannata a sedici anni per l'omicidio del figlio Samuele, nel 2002, possa scontare a casa il residuo di pena. Ma per la perizia del Tribunale sussiste ancora la pericolosità sociale. Chiesta una integrazione della perizia. Prossima udienza il 24 giugno
Ci vorranno ancora due mesi per sapere se la domanda di detenzione domiciliare avanzata da Annamaria Franzoni – condannata in via definitiva nel 2008 a 16 anni di carcere per l’omicidio del figlio Samuele – sarà accolta o meno. Il tribunale di Sorveglianza di Bologna ha infatti disposto un nuovo rinvio, chiedendo ulteriori integrazioni e approfondimenti al professor Augusto Balloni, autore della perizia psichiatrica. La nuova udienza è stata fissata per il 24 giugno.
Questa mattina la donna si era presentata al tribunale per la discussione. Vi era arrivata su un’auto guidata da Giovanni Nicolini, prete della parrocchia in cui sta svolgendo il lavoro esterno al carcere, cui è stata ammessa dal 7 ottobre dello scorso anno. In Tribunale ha incontrato l’avvocato Paola Savio, unica a parlare con i cronisti.
Il legale, in realtà si è limitata a poche laconiche battute: “La signora Franzoni farà le dichiarazioni che riterrà. Lasciateci affrontare questa tappa che per noi è molto importante”. Alla domanda se avesse qualcosa da ribattere alla perizia che definisce la sua assistita socialmente pericolosa, l’avvocato si è limitata a rispondere che “alla perizia non si ribatte, si discute. E’ importante – ha aggiunto – che possa arrivare in udienza tranquilla”.
Secondo il perito incaricato dal giudice del Tribunale di sorveglianza di Bologna, infatti, sussisterebbero ancora per la donna condizioni di “pericolosità sociale”. Di fatto il perito non esclude che la donna potrebbe commettere altri reati se rimandata a scontare la pena ai domiciliari, dove ha altri due figli. Di parere opposto le conclusioni del consulente della difesa.