Alla terza edizione della fiera di vetture storiche, in mostra i modelli più belli di Fiat, Alfa e Lancia. Impietoso il paragone col presente
Il tornello gira, si entra nel salone. L’aria è piena di un profumo che è un misto di motori, olio, pelle e vinile. Quasi come in officina. E’ qui che inizia il fascino di un’esposizione di auto d’epoca, ma sono molti gli ingredienti in più rispetto a un’esposizione ordinaria di macchine moderne. Una nuova realtà in questo panorama è Milano Autoclassica, giunta alla sua terza edizione, e che si è già ritagliata la sua posizione nel panorama del collezionismo. Se per l’Italia il mercato dei saloni tradizionali è in crisi, nonostante la bagarre tra il Motor Show di Bologna e il futuro Milano Auto Show, quello delle auto d’epoca è in fermento. I classici piacciono, hanno mercato, il loro valore cresce continuamente.
E a trainare questa espansione c’è la passione, per veicoli che di fatto sono tra gli oggetti di design più belli del ‘900. A dominare c’è l’Italia e Milano Autoclassica lo sottolinea già all’entrata della Fiera. Le “reginette” dell’edizione 2014 sono una Bizzarrini 5300 GT, una Lancia Aurelia Spider America e una Lamborghini Miura, rispettivamente di colore verde, bianco e rosso. Un tricolore per puntare i riflettori sul made in Italy, uno stile che ha dominato tutta la fiera. In particolare, i più desiderati sono marchi che hanno fatto sognare generazioni di italiani, ma con la produzione odierna non hanno più il fascino di una volta. Facile intuire che si tratta di Alfa Romeo e Lancia, due veri must per gli appassionati. Una dimostrazione arriva anche dal premio “Best of show”, vinto da un’Alfa 2500SS, mentre al secondo posto si è piazzata una Lancia Astura. Tante le auto del Biscione tra i padiglioni della fiera di Rho, dai Duetto alla Giulia all’Alfetta alla GTV, solo per citarne alcune. A Milano Autoclassica si è celebrato anche il 60 compleanno della Giulietta, con un’esposizione e un corteo organizzato dalla Scuderia del Portello, arrivato in fiera partendo proprio dal Portello, stabilimento storico dell’Alfa. Un ricordo sentito dagli appassionati, per un marchio che è oggi è l’ombra di quello che era in passato: a parte l’esercizio tecnico e stilistico della nuova 4C, difficile che MiTo e la Giulietta, gli altri due modelli in produzione, nel tempo possano reggere il confronto con le berline del passato.
Più tristi i fan del marchio Lancia. Tante le storiche della casa torinese a Milano, di tutte le epoche. Dai modelli sinuosi degli anni ’30 per arrivare alla Stratos e alla Delta, campionesse dei rally. E a vedere dal vivo un’Aurelia B24, l’auto protagonista de “Il sorpasso” insieme a Gassman e Trintignant, diventa ancora più evidente il declino del marchio con modelli come la Thema, una Chrysler 300 marchiata Lancia. A un salone dell’auto classica salta agli occhi anche il cambiamento dell’industria automobilistica italiana. I marchi premium come Ferrari, Lamborghini e Maserati continuano alla stessa velocità, ma si nota, ad esempio, che Fiat si è quasi fermato. Tanti modelli della casa torinese, da quelli della motorizzazione di massa dell’Italia, come 500, 600, 850 e Bianchina, per arrivare a delle vere perle. Basti pensare a sportive come la Dino e la 124 Sport Coupé, oppure la 130, il tentativo della Fiat di combattere le berline di lusso tedesche, fallito a causa della crisi petrolifera del 1973.
Tante anche le macchine estere, sia in esposizione che in vendita. Passando dalle più celebri Porsche o Mercedes, per arrivare a modelli quasi sconosciuti ai più, come la cecoslovacca Tatra e la francese Panhard. Un bilancio positivo per Milano Autoclassica, una fiera che deve ancora crescere, ma è sulla buona strada. Gli indicatori sono la grande folla, di tutte le età, che si è aggirata tra i padigioni, e i fogli con scritto “venduta”, che già dal primo giorno hanno iniziato a moltiplicarsi sui parabrezza.