La foto dello scooter in via delle Tombe, all’interno degli scavi di Pompei, non soltanto l’emblema di una grande area archeologica che continua a rimanere senza futuro. Come titolò Le Monde nel maggio 2012, “Pompei si spenge”. Molto di più. Anzi, molto di meno. Una cartolina d’Italia.
Come quella che giunge da Liternum, altro sito della provincia di Napoli. Una delle più antiche colonie romane, fondata sulle sponde della Literna palus. In progressiva crescita fino all’età augustea, quando l’apertura della via Domitiana ne assicurò i collegamenti con Roma e l’area flegrea. Della città, quasi inghiottita dall’impaludamento dell’area in età post-antica, le indagini avviate a partire dal 1932 hanno evidenziato resti del foro con annessi capitolium, basilica e teatro. Ma anche quartieri abitativi e tratti di viabilità urbana, insieme a un’area artigianale e ambienti di carattere commerciale. Oltre a resti di un santuario con portico, di un complesso termale e di un anfiteatro. Il tutto compreso in un parco archeologico, istituito nel 2009, che si estende su un’area di 85.000 mq. sulle rive del Lago Patria.
Andando su “In Campania”, il sito ufficiale online del Turismo e del Beni Culturali della Regione Campania, si può leggere che “Confina con una splendida pineta, la ‘Silva Gallinaria’, descritta da Plinio il giovane, posta a ridosso del mare, ricca di piante mediterranee e di numerose specie di uccelli. Guide archeologiche e naturalistiche accompagnano i visitatori alla scoperta del luogo. Postazioni di birdwatching, visite a cavallo e in bicicletta, alcune delle attività offerte dal Parco di Liternum”. Invece, spostandosi sul sito della Soprintendenza archeologica della Campania, insieme alla sezioni relative alla Storia del sito e ai Percorsi di visita, s’incontra quella riguardante l’Accessibilità e gli Orari di apertura. E’ questa l’occasione per sapere che per la visita all’area forense, possibile dal lunedì al sabato, è necessario fare richiesta. Anche se l’ingresso è gratuito.
Insomma sembra la solita storia. Una delle tante disperse per l’Italia. Un’area archeologica, la sua parte più cospicua dal punto di vista monumentale, dalle grandi potenzialità, sostanzialmente inaccessibile. Privata di ogni possibilità di introito. Nella realtà c’è anche dell’altro. All’interno dell’area archeologica perimetrata da un recinto si entra ugualmente. Tra i cartelli di “Vietato l’accesso” e il nastro bianco e rosso che attornia i monumenti in precario stato di conservazione, ci si gioca a pallone. Soprattutto ora che il Comune ha provveduto a far tagliare l’erba. Fuori, gli spazi per immaginarsi Higuain o Insigne non sono molti e poi il fondo non è in erba. Così i ragazzi della zona entrano e tirano calci tra l’ara in onore di Scipione l’Africano, eretta nel 1936, e i resti del Capitolium. Circostanza che non pregiudica la loro conservazione. Più che precaria. Con parti delle cortine murarie che minacciano di crollare. Mentre altre già lo hanno fatto. Ma riguarda il decoro. Che in ogni caso sembra mancare. Come indiziano le immondizie di ogni tipo che è possibile osservare tra una struttura e l’altra.
Non va meglio all’area archeologica proprio in prossimità delle sponde del lago, nella quale, sotto tettoie di lamiera, tra la vegetazione infestante che ne impedisce la vista, si conservano i resti di un edificio termale. Qui, di solito, ci si spinge per una colazione sull’erba. Il paesaggio, bello. Ogni cosa sembra esserci quasi per caso. I resti della città antica una trascurabile presenza. Eppure il Parco ha solo pochi anni. Era il giugno 2010 quando gli amministratori locali e la rappresentante della Soprintendenza Archeologica di Napoli ne celebravano l’apertura, affidandone la cura, custodia, manutenzione, gestione e promozione alla Pro Loco Litorale Domitio.
Sottolineando come sino ad una decina di anni prima il sito, contraddistinto dalla presenza di cumuli di spazzatura, fosse scelto dai giuglianesi per sversare rifiuti nei canali. Peccato che in quegli stessi giorni un’interrogazione parlamentare presentata al Ministro dei Beni Culturali Bondi da cinque esponenti radicali chiedesse informazioni sul futuro dell’area archeologica assediata dal degrado. Oltre che dall’abusivismo.
D’altra parte Lago Patria non è solo il nome dello specchio lacustre ma anche dell’abitato che vi si è impiantato. Una frazione di Giugliano, nella quale scelte urbanistiche scriteriate e poi l’abusivismo edilizio dilagante, hanno inferto colpi mortali anche ai resti della città antica. Tra i tanti casi, due proprio a ridosso dell’ara sacra. Dove un edificio conserva, inglobandole, parte delle murature di una domus, mentre un altro è stato edificato proprio lungo l’antico tracciato della via Domitiana, che si immetteva nell’area del foro. Senza contare il caso ancora più paradossale del villaggio olimpico, destinato agli atleti della nazionale yugoslava, realizzato in occasione dei Giochi del Mediterraneo ospitati a Napoli nel 1960. Il muro di recinzione di quel complesso divenuto un parco privato oblitera parte delle strutture del criptoportico individuate all’interno dell’area archeologica.
Così l’edilizia, non solo quella “spontanea”, ha invaso spazi che non avrebbero dovuto essere occupati. I fondi POR, FESR per il triennio 2013-2015 contemplano anche l’intervento di valorizzazione, fruizione e promozione del sito archeologico e del suo contesto ambientale. La somma a disposizione 2,5 miliardi di euro.
Il dubbio però che anche a Liternum, come a Pompei, le criticità non siano da addebitare alla mancanza di risorse, viene. L’idea che il problema non sia “dentro” le aree archeologiche, non si tratti solo di intervenire all’interno dei recinti che delimitano i resti delle città antiche, sempre meno vaga.
Il motorino parcheggiato a breve distanza di via delle Tombe a Pompei, i ragazzi che giocano a pallone nel foro di Liternum, simbolo di politiche di gestione delle aree archeologiche fallimentari. Proprio perché ottusamentedisgiunte da quelle urbanistiche e ambientali. Incapaci di dialogare tra loro. Inadeguate alle circostanze. Anche per questo l’urbanistica scriteriata continua a governare territori nei quali importanti aree archeologiche continuano a rimanere senza controllo.
Manlio Lilli
Archeologo e giornalista
Cultura - 29 Aprile 2014
Pompei è un parcheggio, Liternum un campo di calcio
La foto dello scooter in via delle Tombe, all’interno degli scavi di Pompei, non soltanto l’emblema di una grande area archeologica che continua a rimanere senza futuro. Come titolò Le Monde nel maggio 2012, “Pompei si spenge”. Molto di più. Anzi, molto di meno. Una cartolina d’Italia.
Andando su “In Campania”, il sito ufficiale online del Turismo e del Beni Culturali della Regione Campania, si può leggere che “Confina con una splendida pineta, la ‘Silva Gallinaria’, descritta da Plinio il giovane, posta a ridosso del mare, ricca di piante mediterranee e di numerose specie di uccelli. Guide archeologiche e naturalistiche accompagnano i visitatori alla scoperta del luogo. Postazioni di birdwatching, visite a cavallo e in bicicletta, alcune delle attività offerte dal Parco di Liternum”. Invece, spostandosi sul sito della Soprintendenza archeologica della Campania, insieme alla sezioni relative alla Storia del sito e ai Percorsi di visita, s’incontra quella riguardante l’Accessibilità e gli Orari di apertura. E’ questa l’occasione per sapere che per la visita all’area forense, possibile dal lunedì al sabato, è necessario fare richiesta. Anche se l’ingresso è gratuito.
Insomma sembra la solita storia. Una delle tante disperse per l’Italia. Un’area archeologica, la sua parte più cospicua dal punto di vista monumentale, dalle grandi potenzialità, sostanzialmente inaccessibile. Privata di ogni possibilità di introito. Nella realtà c’è anche dell’altro. All’interno dell’area archeologica perimetrata da un recinto si entra ugualmente. Tra i cartelli di “Vietato l’accesso” e il nastro bianco e rosso che attornia i monumenti in precario stato di conservazione, ci si gioca a pallone. Soprattutto ora che il Comune ha provveduto a far tagliare l’erba. Fuori, gli spazi per immaginarsi Higuain o Insigne non sono molti e poi il fondo non è in erba. Così i ragazzi della zona entrano e tirano calci tra l’ara in onore di Scipione l’Africano, eretta nel 1936, e i resti del Capitolium. Circostanza che non pregiudica la loro conservazione. Più che precaria. Con parti delle cortine murarie che minacciano di crollare. Mentre altre già lo hanno fatto. Ma riguarda il decoro. Che in ogni caso sembra mancare. Come indiziano le immondizie di ogni tipo che è possibile osservare tra una struttura e l’altra.
Sottolineando come sino ad una decina di anni prima il sito, contraddistinto dalla presenza di cumuli di spazzatura, fosse scelto dai giuglianesi per sversare rifiuti nei canali. Peccato che in quegli stessi giorni un’interrogazione parlamentare presentata al Ministro dei Beni Culturali Bondi da cinque esponenti radicali chiedesse informazioni sul futuro dell’area archeologica assediata dal degrado. Oltre che dall’abusivismo.
Così l’edilizia, non solo quella “spontanea”, ha invaso spazi che non avrebbero dovuto essere occupati. I fondi POR, FESR per il triennio 2013-2015 contemplano anche l’intervento di valorizzazione, fruizione e promozione del sito archeologico e del suo contesto ambientale. La somma a disposizione 2,5 miliardi di euro.
Il dubbio però che anche a Liternum, come a Pompei, le criticità non siano da addebitare alla mancanza di risorse, viene. L’idea che il problema non sia “dentro” le aree archeologiche, non si tratti solo di intervenire all’interno dei recinti che delimitano i resti delle città antiche, sempre meno vaga.
Il motorino parcheggiato a breve distanza di via delle Tombe a Pompei, i ragazzi che giocano a pallone nel foro di Liternum, simbolo di politiche di gestione delle aree archeologiche fallimentari. Proprio perché ottusamentedisgiunte da quelle urbanistiche e ambientali. Incapaci di dialogare tra loro. Inadeguate alle circostanze. Anche per questo l’urbanistica scriteriata continua a governare territori nei quali importanti aree archeologiche continuano a rimanere senza controllo.
Articolo Precedente
Teatro in carcere: quando i detenuti sono anche attori
Articolo Successivo
‘Quando il gioco si fa duro’: il libro inchiesta della iena Nadia Toffa
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
FQ Magazine
Fabrizio Corona, grida e urla all’inaugurazione del locale: i fan non gli perdonano le due ore di ritardo
“Per il regalo di compleanno niente colori, niente cose che facciano rumore e niente plastica”: le regole rigide di una madre per la festa della figlia
“A Sanremo ci hanno liquidati”: la stoccata dell’attrice di “Mare Fuori” al Festival
Mosca, 19 feb. (Adnkronos) - "E' necessario ripulire l'eredità dell'amministrazione Biden, che ha fatto di tutto per distruggere anche i primi accenni alle fondamenta stesse di una partnership a lungo termine tra i nostri Paesi". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov parlando alla Duma all'indomani dei colloqui di Riad, commentando la possibilità di una cooperazione strategica tra Russia e Stati Uniti e aggiungendo che potrebbero essere create le condizioni per colloqui sulla sicurezza e sulla stabilità strategica tra i Paesi.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Il partito di Giorgia Meloni é nei guai fino al collo e la maggioranza spaccata platealmente come dimostra la dissociazione di Forza Italia dalla conferenza stampa dei suoi alleati. Dagli assetti europei alla guerra in Ucraina allo spionaggio con Paragon, dalle parti di Fratelli d’Italia non sanno dove girarsi e allora attaccano l’ex presidente Conte. Era evidente fin dall’inizio l’intento da parte della destra di usare a fini politici la commissione parlamentare sul Covid, ora il re è nudo”. Così Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Stamane alcuni ragazzi sulle scale di Montecitorio hanno gettato dei sacchetti con del cibo che la Gdo cestina ogni giorno per richiamare la nostra attenzione sul Giusto Prezzo e sul fatto che il cibo di qualità sia un privilegio per pochi, al contrario di quello che il Ministro dell’agricoltura Lollobrigida sostiene". Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera
"Mentre solo pochi giorni fa dichiaravano sullo spreco alimentare e sull’importanza di evitarlo, oggi che fanno i Presidenti di Camera e Senato? Fontana li accusa di atti vandalici e La Russa lo ha definito un atto vile. Ma ci rendiamo conto? Questi sarebbero atti vili e vandalici? E cosa facciamo noi per alleviare le sofferenze di quei produttori che nonostante l’inflazione e il caro prezzi non ricevono soldi in più? Cosa facciamo per quei consumatori costretti a rinunciare a proteine e carboidrati, al cibo sano e sostenibile perché troppo costoso? E soprattutto cosa diciamo a dei ragazzi che ci richiamano con parole pulite e striscioni corretti a dare delle risposte concrete senza offendere nessuno?".
"La maggioranza e il governo, il ministro Lollobrigida che oggi attendiamo in Aula dovrebbero rispondere su questo non offendere dei giovani innocenti che si preoccupano giustamente del nostro e loro futuro!”.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Picierno è una signora che ogni mattina si sveglia pensando a una sciocchezza da dire sul Movimento 5 Stelle. Picierno è un'infiltrata dei fascisti nella sinistra. Chiede più guerra, più armi, più povertà, più morti: non ha nulla a che vedere con la sinistra. E' un'infiltrata dei fascisti. Cosa ha in comune con la sinistra chi chiede più armi e più povertà? Picierno lo chiede in ogni situazione". Lo ha detto l'eurodeputato M5S, Gaetano Pedullà, a L'Aria che Tira su La7.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - E' stato solo momentaneo lo stop della colata lavica di ieri pomeriggio sull'Etna. Come conferma all'Adnkronos Giuseppe Salerno, dell'Osservatorio etneo dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, "la colata lavica è attiva" e prosegue, "e attualmente c'è una eruzione in corso". La colata lavica continua così ad avanzare lentamente lungo il fianco occidentale dell'Etna in direzione Sud-Ovest, attestandosi intorno a 1.800 metri di quota.
Intanto, sui paesini intorno al vulcano continua a 'piovere' cenere lavica. È l'effetto dell'eruzione sommitale in corso sul vulcano attivo più alto d'Europa con una bocca effusiva che si è aperta, l'8 febbraio scorso, a quota 3.050 metri, alla base del cratere Bocca Nuova.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Non so se è chiara la gravità di quello che sta accadendo, ma temo proprio di no. Provo a mettere brevemente in fila i fatti per spiegarlo". Lo scrive Matteo Orfini del Pd sui social.
"Come noto, un software spia (Graphite, prodotto dalla azienda Paragon) è stato utilizzato per spiare attivisti politici e giornalisti come il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Quando è emersa la notizia il governo ha negato ogni responsabilità. Ul Guardian ha scritto che a causa dell'uso improprio l'azienda Paragon aveva sospeso il contratto col nostro paese. Il ministro Ciriani ha detto in parlamento che non era vero, e che il software era ancora pienamente operativo. Due giorni dopo le dichiarazioni di Ciriani una nota del governo comunicava la sospensione dell'uso del software stabilita d'intesa con la società che lo produce per consentire approfondimenti sulle violazioni. In realtà a quanto pare la sospensione è stata voluta dalla società produttrice a fronte di un uso improprio del software (quindi Ciriani aveva mentito al Parlamento)".
"Ma chi è in possesso del software? I servizi segreti e le varie polizie giudiziarie che operano per conto delle procure. I servizi hanno smentito risolutamente di aver utilizzato illegalmente il software per spiare giornalisti. Le procure possono utilizzarlo solo per reati gravissimi e onestamente pare assai poco realistico che il direttore di Fanpage sia sotto indagine per terrorismo internazionale. Resta dunque una sola ipotesi, ovvero che sia stato utilizzato illegalmente e autonomamente da un corpo di polizia giudiziaria. Ma quale? Praticamente tutti i corpi di polizia hanno smentito di aver utilizzato lo spyware per intercettare giornalisti e attivisti. A parte uno: la polizia penitenziaria".
"Le opposizioni hanno chiesto chiarimenti al governo che non ha risposto. Oggi alla Camera era previsto il question time, ovvero la sessione in cui i gruppi parlamentari interrogano il governo e i ministri hanno l'obbligo di rispondere. Pd e Iv avevano previsto di chiedere se la polizia penitenziaria avesse accesso o meno allo spyware in questione. Il quesito era stato ritenuto ammissibile dalla presidenza della Camera. Ieri il governo ha fatto sapere che non intende rispondere perché le informazioni sono "classificate", ovvero non divulgabili".
"E' falso -prosegue Orfini-, perché non c'è nulla di classificato nel rispondere si o no a una domanda semplice e trasparente come quella che abbiamo fatto. Sapere se la penitenziaria ha in dotazione il software è una domanda lecita a cui basta rispondere si o no. La polizia penitenziaria dipende dal ministero di giustizia di Nordio. E la delega specifica la ha Delmastro. Voi capite che visti i precedenti dei due la vicenda diventa ancora più inquietante. Un software in dotazione al governo è stato utilizzato illegalmente per spiare giornalisti e attivisti".
"Il governo invece di fare chiarezza e difendere chi è stato spiato illegalmente, sta utilizzando tutti gli strumenti possibili per insabbiare questa vicenda gravissima. E per evitare di rispondere. Il che, in tutta onestà, non fa che aumentare i dubbi e i sospetti. Ah, ovviamente la Meloni è sparita anche in questo caso".
Seul, 19 feb. (Adnkronos/Dpa/Europa Press) - Le autorità di Seul si sono dette disponibili ad accogliere i soldati nordcoreani che sono stati catturati sul territorio ucraino mentre combattevano assieme alle truppe russe e che intendono disertare. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri della Corea del Sud in un comunicato in cui precisa che "i soldati nordcoreani sono cittadini sudcoreani secondo la Costituzione. Rispettare la volontà di questi individui è conforme al diritto internazionale".
Secondo le ultime informazioni, numerosi soldati nordcoreani sono rimasti feriti durante il conflitto, dopo essere stati schierati a sostegno della Russia nel quadro dell’accordo di difesa strategica raggiunto l’anno scorso tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un. Le autorità ucraine hanno annunciato la cattura di due soldati nordcoreani che combattevano a fianco delle truppe russe nella provincia russa di Kursk, dove Kiev ha lanciato un'operazione militare l'estate scorsa. Il governo di Kiev ha proposto di restituirli alla Corea del Nord nel caso Pyongyang fosse disposta a facilitare uno scambio con i soldati ucraini attualmente detenuti in Russia.
Da parte sua, il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha stimato che circa 4.000 soldati nordcoreani siano stati uccisi o feriti a Kursk, anche se il numero non è stato verificato. L'annuncio del governo sudcoreano arriva dopo che un soldato ha dichiarato in un'intervista al quotidiano 'Chosun Ilbo' l'intenzione di chiedere asilo alla Corea del Sud. Il ministero sostiene adesso che "non dovrebbero essere rimandati in un luogo dove potrebbero essere perseguitati".