A Villers-Cotterêts il primo cittadino del Front National Franck Briffaud ha abolito la commemorazione del 10 maggio per l'abolizione dello schiavismo. A Frejus invece, David Rachline ha tolto la bandiera dell'Unione europea lasciando solo quella francese sulla facciata del municipio. Mentre Marc-Etienne Lansade a Cogolin si è auto-stanziato un contributo di 1.250 euro, per le spese di rappresentanza, fino a quel momento non previsto
Sono trascorse poche settimane dalle ultime elezioni municipali francesi. E dalla conquista di almeno 11 comuni, in certi casi città importanti, da parte del Front National, il partito di Marine Le Pen, nonostante un sistema elettorale (maggioritario a doppio turno), che certamente non favorisce questa formazione. Ebbene, i neosindaci fanno già parlare di loro, soprattutto grazie a iniziative polemiche discusse, controcorrente (e a tratti assurde), che sembrano in molti casi motivate dalla volontà di fare scandalo e di costringere i media a occuparsene.
Primo esempio. A Villers-Cotterêts, centro della Picardia, a Nord di Parigi, poco più di 10mila abitanti, una delle misure prese dal sindaco eletto per l’Fn, Franck Briffaud, è stata quella di annullare le commemorazioni già previste per il giorno dell’abolizione della schiavitù, il 10 di maggio. Si tratta di una ricorrenza diffusa in tutta la Francia, una festa importante, ma Briffaud ha espresso dubbi “sul fatto che queste commemorazioni siano di una sincerità totale”, denunciando “la colpevolizzazione” insita nella ricorrenza “e il recupero da parte delle formazioni politiche della giornata”, che, venne introdotta dal presidente Jacques Chirac, esponente della destra (anche se gollista). Fra l’altro Villers-Cotterêts, in quanto città natale dello scrittore Alexandre Dumas, discendente di una schiava di Santo Domingo, ha in questo caso una valenza particolare.
Scendiamo molto più a Sud, sulla Costa Azzurra. Qui Fréjus (circa 50mila abitanti) è passata al Front National. E il neosindaco David Rachline, pochi giorni dopo il suo insediamento, ha tolto la bandiera dell’Unione europea, che fino ad allora aveva sventolato sulla facciata del palazzo municipale, lasciando solo quella francese. Scatenando, ovviamente, diverse polemiche.
Poco più in là, sempre sulla Costa Azzurra, Marc-Etienne Lansade, neosindaco Fn di Cogolin (11mila abitanti), ha stanziato un contributo fisso mensile per se stesso di 1.250 euro, per le spese di rappresentanza, fino a quel momento non previsto. Sempre sulla stessa lunghezza d’onda e ancora in questa regione della Francia, a Le Luc (poco più di 9mila abitanti), il neosindaco Philippe de la Grange, ancora un esponente dell’Fn, ha fatto votare all’ultimo consiglio municipale un aumento del 15% del suo stipendio e di quello dei suoi assessori. Entrambe le decisioni, prese a Cogolin e a Le Luc, sono legali. Ma fanno discutere, dato che uno dei punti principali del programma presentato da Marine Le Pen per la campagna delle municipali era stato proprio la volontà di ridurre le spese amministrative degli enti locali. “Siamo in contraddizione evidente con quanto aveva promesso il Front National”, sottolinea Joël Gombin, specialista francese in materia di estrema destra.
Non poteva mancare qualche “bravata” anche a Hénin-Beaumont, cittadina di 26mila abitanti, nel Nord del Paese, da dove è iniziata l’ascesa politica del nuovo corso del Front National. Proprio lì Marine Le Pen aveva preso a sorpresa la residenza per entrare in contatto diretto con un centro economicamente in crisi, cercando di imporre la sua nuova idea dell’estrema destra in una comunità locale. Anche qui il Front ha vinto alle ultime municipali e sindaco è diventato Steeve Briois, in loco il braccio destro della zarina. Alla cerimonia di insediamento una colonna di Crs (corpo speciale antisommossa della polizia francese) si è piazzata davanti all’entrata del municipio, selezionando l’entrata delle persone (e rifiutando l’accesso a certi elementi notoriamente anti-Fn). Una delle prime decisioni di Briois è stata quella di buttare fuori dall’edificio del comune, dove aveva sede, la Lega dei diritti umani, un’associazione nazionale radicata a livello locale in tutta la Francia. Il neosindaco ha anche sospeso i fondi comunali destinati alla Lega e ha giustificato le decisioni con il fatto che l’associazione aveva fatto campagna politica contro il Front National e contro di lui prima delle ultime elezioni comunali.
Tutti questi “episodi” sanno un po’ di provocazione. Dai sindaci Fn si attendono ora le decisioni vere, influenti per le loro comunità, tanto più che si trovano a gestire in quasi tutti i casi aree economicamente disastrate. E in una fase difficile da questo punto di vista per tutta la Francia. Intanto, a livello nazionale il neopremier Manuel Valls, nominato da François Hollande proprio dopo la disfatta subita dai socialisti alle ultime consultazioni, sta per affrontare la sua prima grande battaglia. Martedì l’Assemblea nazionale dovrà votare un piano di tagli alla spesa pubblica per 50 miliardi di euro che Valls ha preparato per risanare la finanza pubblica. E per alimentare misure (come l’alleggerimento dei contributi sociali per le imprese) che dovrebbero ridare slancio all’economia. È quello che chiede il francese medio, anche tanti di quelli che hanno votato per la Le Pen e il suo partito alle comunali. Nuovo ossigeno all’economia, al di là di tante provocazioni.