Siamo stati in un autogrill vicino a Chieti alcuni mesi fa e abbiamo visto l’Italia. L’Italia era su tre scaffali. C’era la fila più in basso con gli accendini dei personaggi pop del mondo sociopolitico: c’era l’accendino di Andreotti, di Craxi, di Cossiga, di Berlusconi e Di Pietro, di Berlinguer e Grillo. La fila intermedia invece era quella dei calendari. Qui si saliva anche di livello spirituale e ideologico, dal contingente al mito, insomma. C’era il calendario del Che, quello del Duce, quello del Papa e di Madre Teresa, di Baggio, di Corona e Mandela. Nella fila più alta, come una sorta di iper-uranio nazional-popolare, un cielo su questo paradiso dei miti da società di massa, solo e soltanto effigi, reliquie, statuine e ammennicoli raffiguranti Padre Pio, ovunque e nelle pose più disparate. Allora abbiamo visto chiaramente cosa è l’Italia, cosa siamo noi. L’Italia piccola delle ricette da bar, delle condanne da talk show, dei grandi statisti solo quando non ci sono e dei tutti ladri finché governano. Rabbia che lascia il posto allo sberleffo assolutorio, dove lo schiavo e il padrone, il sacro e il profano, il ricco e il povero, il bene e il male sono solo elementi di uno stesso affresco pop, in cui tutti ci sentiamo forti nel dire la nostra, a patto che nulla di questo carrozzone vada perduto.
Questo è un grande Paese, il paese dei colpevoli e dei bravi uomini, dove sentirsi bene dipende dallo sdegno verso qualcuno o qualcosa. Per mondarci dai peccati e per sentirci più puri dobbiamo passare, per forza, dalla contrapposizione con la miseria umana che ci circonda e che mai e poi mai può far parte di noi.
Questo è un grande Paese, dove grande è la contraddizione dell’ospitalità per convenienza: il turista che paga il doppio e che tiene in piedi la piccola economia del grande paese e l’ospite indesiderato rinchiuso nei Cie perché altrimenti ruba, spaccia e ammazza. Tutti gesti che, in fondo, hanno bisogno di un interlocutore: bisogna sempre fare in modo che ci siano persone da derubare, persone a cui vendere la droga e qualche vittima da mettere sull’altare della paura.
Questo è un grande Paese, siamo un popolo generoso fino al momento in cui la generosità è ricambiata, premiata o quantomeno riconosciuta. Siamo pieni di buoni propositi fino a che questi rimangono solo idee da vendere al miglior offerente o elettore. Siamo un grande paese dove l’unica cosa seria è la ristorazione però che buoni il sushi, il kebab e il kebab col sushi.
Questo è un grande Paese, dove sempre allegri bisogna stare per non far piangere il prodotto interno lordo, un paese dove fare feste per celebrare la grandezza delle contraddizioni che lo costituiscono. Contraddizioni che riempiono il grande paese come un tortellone e lo ricoprono come fossero parmigiano.
“Plis visit itali, ui uil uelcom iu uorming end uit a better organaisescion.”
Questo è un grande paese è il titolo di un nostro brano che esce domani, il primo maggio e sarà visibile sul canale Youtube di Garrincha Dischi. Non si può definire una canzone, così come questo luogo che viviamo fatica a definirsi comunità.
Questo è un grande paese è un insieme di immagini di ironia, sarcasmo e demenzialità raccolte dentro la grande festa che celebra la miseria della sostanza e il ridicolo della forma. E’ un pezzo con tante voci che stilisticamente viene dalle nostre origini radiofoniche, dove su una base elettronica facevamo a gara a chi diceva più cazzate. E’ il pezzo che più di tutti rispecchia la nostra attitudine alla caciara e alla presa in giro, è un concentrato della nostra narrativa orale e delle esperienze della band vissute negli anni di tour e di bar. E’ fondamentalmente un cagata e per questo ci diverte molto, forse è il nostro pezzo più importante. Oppure era quell’altro? Non importa. Questa è la storia: ci sono tre banditori (Albi, Bebo e Lodo) che provano a venderti l’Italia, c’è una voce fuori dal coro (Max Collini degli Offlaga Disco Pax) e poi c’è l’uomo della pubblicità, che nelle nostre idee doveva essere un personaggio pubblico e nazional-popolare, e nessuno meglio di Piotta poteva interpretare per noi questo personaggio.
Questo è un grande paese lo sentite in anteprima sul sito del Fatto Quotidiano a partire da oggi. Vi anticipa il nostro secondo disco che si intitolerà L’italia Peggiore e uscirà il 2 giugno. Ci faceva piacere che foste i primi a sentirlo.
La band sarà in tour dal 1 maggio.
Le prime date confermate del tour estivo sono:
01/05 Bologna – Piazza Maggiore
18/05 Parigi – Festival Maggio – Gibus Club
20/05 Berlino – Riviera Festival – Glashaus
24/05 Genova – Garrincha loves Genova – Teatro dell’Archivolto
07/06 Milano – MIAMI – Magnolia
10/06 Bologna – Vicolo Bolognetti
14/06 Chieti – Festival Strade Musicali
19/06 Napoli – Arenile
20/06 Padova – Garrincha loves Sherwood – Sherwood Festival
22/06 Varese – Festa CGIL
27/06 Vicenza – Festambiente
29/06 Foresto (BG) – Forest Summer Festival
06/07 Molfetta (BA) – Garrincha Loves Bari – Eremo Club
19/07 Perugia – Rock For Life
30/07 Melpignano (LE) – So What Festival
Lo Stato Sociale
Gruppo musicale
Cultura - 30 Aprile 2014
Questo è un grande Paese e questa è la sua storia
Siamo stati in un autogrill vicino a Chieti alcuni mesi fa e abbiamo visto l’Italia. L’Italia era su tre scaffali. C’era la fila più in basso con gli accendini dei personaggi pop del mondo sociopolitico: c’era l’accendino di Andreotti, di Craxi, di Cossiga, di Berlusconi e Di Pietro, di Berlinguer e Grillo. La fila intermedia invece era quella dei calendari. Qui si saliva anche di livello spirituale e ideologico, dal contingente al mito, insomma. C’era il calendario del Che, quello del Duce, quello del Papa e di Madre Teresa, di Baggio, di Corona e Mandela. Nella fila più alta, come una sorta di iper-uranio nazional-popolare, un cielo su questo paradiso dei miti da società di massa, solo e soltanto effigi, reliquie, statuine e ammennicoli raffiguranti Padre Pio, ovunque e nelle pose più disparate. Allora abbiamo visto chiaramente cosa è l’Italia, cosa siamo noi. L’Italia piccola delle ricette da bar, delle condanne da talk show, dei grandi statisti solo quando non ci sono e dei tutti ladri finché governano. Rabbia che lascia il posto allo sberleffo assolutorio, dove lo schiavo e il padrone, il sacro e il profano, il ricco e il povero, il bene e il male sono solo elementi di uno stesso affresco pop, in cui tutti ci sentiamo forti nel dire la nostra, a patto che nulla di questo carrozzone vada perduto.
Questo è un grande Paese, il paese dei colpevoli e dei bravi uomini, dove sentirsi bene dipende dallo sdegno verso qualcuno o qualcosa. Per mondarci dai peccati e per sentirci più puri dobbiamo passare, per forza, dalla contrapposizione con la miseria umana che ci circonda e che mai e poi mai può far parte di noi.
Questo è un grande Paese, dove grande è la contraddizione dell’ospitalità per convenienza: il turista che paga il doppio e che tiene in piedi la piccola economia del grande paese e l’ospite indesiderato rinchiuso nei Cie perché altrimenti ruba, spaccia e ammazza. Tutti gesti che, in fondo, hanno bisogno di un interlocutore: bisogna sempre fare in modo che ci siano persone da derubare, persone a cui vendere la droga e qualche vittima da mettere sull’altare della paura.
Questo è un grande Paese, siamo un popolo generoso fino al momento in cui la generosità è ricambiata, premiata o quantomeno riconosciuta. Siamo pieni di buoni propositi fino a che questi rimangono solo idee da vendere al miglior offerente o elettore. Siamo un grande paese dove l’unica cosa seria è la ristorazione però che buoni il sushi, il kebab e il kebab col sushi.
Questo è un grande Paese, dove sempre allegri bisogna stare per non far piangere il prodotto interno lordo, un paese dove fare feste per celebrare la grandezza delle contraddizioni che lo costituiscono. Contraddizioni che riempiono il grande paese come un tortellone e lo ricoprono come fossero parmigiano.
“Plis visit itali, ui uil uelcom iu uorming end uit a better organaisescion.”
Questo è un grande paese è il titolo di un nostro brano che esce domani, il primo maggio e sarà visibile sul canale Youtube di Garrincha Dischi. Non si può definire una canzone, così come questo luogo che viviamo fatica a definirsi comunità.
Questo è un grande paese è un insieme di immagini di ironia, sarcasmo e demenzialità raccolte dentro la grande festa che celebra la miseria della sostanza e il ridicolo della forma. E’ un pezzo con tante voci che stilisticamente viene dalle nostre origini radiofoniche, dove su una base elettronica facevamo a gara a chi diceva più cazzate. E’ il pezzo che più di tutti rispecchia la nostra attitudine alla caciara e alla presa in giro, è un concentrato della nostra narrativa orale e delle esperienze della band vissute negli anni di tour e di bar. E’ fondamentalmente un cagata e per questo ci diverte molto, forse è il nostro pezzo più importante. Oppure era quell’altro? Non importa. Questa è la storia: ci sono tre banditori (Albi, Bebo e Lodo) che provano a venderti l’Italia, c’è una voce fuori dal coro (Max Collini degli Offlaga Disco Pax) e poi c’è l’uomo della pubblicità, che nelle nostre idee doveva essere un personaggio pubblico e nazional-popolare, e nessuno meglio di Piotta poteva interpretare per noi questo personaggio.
Questo è un grande paese lo sentite in anteprima sul sito del Fatto Quotidiano a partire da oggi. Vi anticipa il nostro secondo disco che si intitolerà L’italia Peggiore e uscirà il 2 giugno. Ci faceva piacere che foste i primi a sentirlo.
La band sarà in tour dal 1 maggio.
Le prime date confermate del tour estivo sono:
01/05 Bologna – Piazza Maggiore
18/05 Parigi – Festival Maggio – Gibus Club
20/05 Berlino – Riviera Festival – Glashaus
24/05 Genova – Garrincha loves Genova – Teatro dell’Archivolto
07/06 Milano – MIAMI – Magnolia
10/06 Bologna – Vicolo Bolognetti
14/06 Chieti – Festival Strade Musicali
19/06 Napoli – Arenile
20/06 Padova – Garrincha loves Sherwood – Sherwood Festival
22/06 Varese – Festa CGIL
27/06 Vicenza – Festambiente
29/06 Foresto (BG) – Forest Summer Festival
06/07 Molfetta (BA) – Garrincha Loves Bari – Eremo Club
19/07 Perugia – Rock For Life
30/07 Melpignano (LE) – So What Festival
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Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato durante il briefing di oggi che l'amministrazione determinerà quali organi di stampa faranno parte del pool stampa della Casa Bianca. Attualmente la White House Correspondents Association aiuta a coordinare la copertura del pool.
La Leavitt ha affermato che alle "testate tradizionali" sarà comunque consentito di unirsi al pool, ma ha osservato che l'amministrazione consentirà l'adesione anche ad altri siti. "Sono orgogliosa di annunciare che restituiremo il potere alle persone che leggono i vostri giornali, che guardano i vostri programmi televisivi e che ascoltano le vostre stazioni radio", ha aggiunto.
(Adnkronos) - L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati - si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) - che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social poi rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Gdf, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta - ancora aperta - ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento - tra il 2015 e il 2021 - dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La Casa Bianca attribuisce il grosso livido sulla mano destra di Donald Trump, che era visibile durante l'incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron, alle strette di mano del presidente americano.
"Il presidente Trump è un uomo del popolo", ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo: "Il suo impegno è incrollabile e lo dimostra ogni singolo giorno. Il presidente Trump ha lividi sulla mano perché lavora costantemente e stringe mani tutto il giorno, tutti i giorni".
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Sono due i momenti della replica di Daniela Santanchè sottolineati dalle opposizioni, che oggi hanno votato compatte la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Il primo quello sull''intemerata' del tacco 12 e il glamour, della sinistra che odia la ricchezza. Un tentativo di 'buttarla in caciara' e uscire dal merito, grave, della vicenda, dicono le opposizioni. L'altro passaggio è meno di colore e più inquietante, sostengono, ed è quando la ministra ha detto che alla prossima udienza valuterà le dimissioni "ma lo farò da sola - ha scandito- con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura". Una sottolineatura che, secondo le opposizioni, è un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. E fa crescere l'interrogativo: perché la premier Meloni si fa trattare in questo modo? E' la domanda dei parlamentari di minoranza in Transatlantico.
Giuseppe Conte intervenendo in aula nelle dichiarazioni di voto ha dato una sua versione: "Ci sono solo due plausibili spiegazioni. La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni. Può darsi che all'opposizione abbiate condiviso segreti che oggi mettono in imbarazzo la presidente del Consiglio e allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile... La seconda è che Fdi dopo aver avuto come motto 'legge e ordine', oggi che siete al potere si sentite casta intoccabile. Il caso Delmastro è l'esempio di questa vostra convinzione di essere al di sopra della legge".
Anche Elly Schlein si rivolge alla premier Meloni: "Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Come è possibile accettare in silenzio, dopo che Santanchè ha detto che del pressing di Fdi se ne frega, che lei e solo lei decide se dimettersi come se non esistesse una presidente del Consiglio?". E insiste: "Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest'aula, come fa non vergognarsi della sua incoerenza, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest'aula e dalla realtà? Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video, un contributo da inviare a una convention fra motoseghe e saluti nazisti?".
Conte ribatte anche al passaggio 'tacco 12' della ministra: "Lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo, la disonestà". Una questione, quella dei tacchi e delle borsette, che fa sbottare Schlein: "Lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalla bollette? Noi non siamo qui per fare un processo ma per porre una gigantesca questione di opportunità politica: davanti ad accuse così gravi, per non ledere le istituzioni, avrebbe dovuto dimettersi".
La segretaria del Pd si rivolge quindi alla maggioranza: "Speriamo in un sussulto della maggioranza e dei singoli parlamentari. Se oggi salvate Santanchè dimostrate che a voi interessa difendere i vostri più che difendere l'onore delle istituzioni. Questa non è difesa nazionale, è difesa tribale". Per Elisabetta Piccolotti che interviene a nome di Avs, "il problema non è la ricchezza della ministra, il problema è che quando si è ricchi e non si pagano" gli stipendi ai lavoratori e si umiliano "le persone più povere".
Anche Iv, Più Europa e Azione che non avevano sottoscritto la mozione di sfiducia, hanno comunque dichiarato il voto a favore in aula. "Noi sappiamo che la mozione di sfiducia non sarà approvata, ma chiunque si è accorto che la ministra Santanchè non è sfiduciata da coloro che hanno presentato questa mozione ma dalla sua stessa maggioranza, dalla premier Meloni", dice Davide Faraone di Iv. Per Azione Antonio D'Alessio spiega: "Le mozioni di sfiducia non ci piacciono" e "la ministra non è colpevole fino a prova contraria" ma "è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera di condizionamenti". Linea simile a Riccardo Magi di Più Europa: "Per noi Santanché dovrebbe dimettersi" non per le questioni giudiziarie, ma "perché ha inanellato una serie di fallimenti da ministro". Intanto in serata l'aula ha respinto la sfiducia con 206 voti.
Londra, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che ospiterà colloqui sull'Ucraina con gli alleati nel fine settimana, dopo essere tornato dall'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. "Ospiterò diversi paesi questo fine settimana per continuare a discutere di come procedere insieme come alleati alla luce della situazione che ci troviamo ad affrontare", ha detto ai giornalisti.
Tel Aviv, 25 feb. (Adnkronos) - Le Idf e lo Shin Bet hanno sventato un piano terroristico che prevedeva l'uso di una bomba da 100 kg a Kabatiya, in Cisgiordania. Lo ha reso noto l'Idf, aggiungendo che nel corso dell'operazione, i soldati hanno perquisito decine di siti, arrestato 15 terroristi, localizzato armi e smantellato esplosivi.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - "Sono stata rapita dai terroristi di Hamas il 7 ottobre dal Nova Festival insieme al mio compagno, Avinatan Or. Siamo stati presi con la forza, separati e siamo entrati nell'inferno sulla terra". Lo ha detto l'ostaggio liberato Noa Argamani al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, aggiungendo che "non abbiamo più tempo! Sono qui oggi, il che è un miracolo, ma ci sono ancora 63 ostaggi che stanno vivendo questo incubo, senza sapere se vivranno o moriranno. Non c'è bisogno che vi racconti di Kfir e Ariel Bibas e della loro madre Shiri. Una madre e i suoi bambini che sono stati brutalmente assassinati in prigionia".