Le agenzie che si occupano di rilevazioni elettorali spiegano: "Eventuali revoche dei servizi sociali richiamerebbero l'emotività dei suoi elettori". Mannheimer: "M5s e Lega migliori su temi Ue". Noto: "Renzi guarda a destra, vede che funziona e insiste"
La decisione del tribunale di sorveglianza su Silvio Berlusconi “aumenterà sicuramente la popolarità del Cavaliere tra i suoi affezionati”. Di più. Se i giudici dovessero decidere di revocare l’affidamento ai servizi sociali optando per i domiciliari “gli elettori di Forza Italia penseranno di essere di fronte all’ennesimo sopruso nei confronti dell’ex premier”. Non ha dubbi il sondaggista Renato Mannheimer, che tuttavia precisa: “Andando ai domiciliari il Cavaliere aumenterà il consenso tra i fedelissimi, ma farà sicuramente fatica a conquistare nuovi voti, dovendo rinunciare all’attività di campagna elettorale”. Insomma, chi in questi 20 anni ha votato Berlusconi potrebbe riavvicinarsi all’ex Cavaliere in modo direttamente proporzionale alla pena inflitta dal tribunale di sorveglianza (che in queste ore sta vagliando le ultime interviste tv in cui l’ex premier ha duramente attaccato le toghe): “Una punizione maggiore potrebbe richiamare il voto emotivo dell’elettorato più affezionato a Berlusconi”, conferma Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing, sottolineando che “il consenso personale, nel caso del Cavaliere, va al di là della forza del partito” e che quindi “non è detto che l’aumento di fiducia si trasformi in un incremento dei voti per Forza Italia”.
I due sondaggisti preferiscono non sbilanciarsi sulle conseguenze della decisione del tribunale di sorveglianza sui voti in termini percentuali, ma riconoscono che un aumento dei consensi sarebbe sicuramente prezioso, mai come ora, per il centrodestra. “Forza Italia è in decisa flessione, al 19% dal 22% di un mese fa”, spiega Noto, “mentre il Partito Democratico ha leggermente frenato al 33% e il Movimento 5 Stelle è salito in pochi mesi dal 20 al 25 per cento”. L’ascesa di Beppe Grillo, secondo il sondaggista, è dovuta alla ventata di anti-politica e anti-europeismo sollevata alla vigilia delle elezioni europee. “M5s e Lega sono gli unici che stanno utilizzando una strategia di comunicazione in sintonia con le elezioni europee e per questo potrebbero beneficiarne in termini di consenso”, prosegue Noto, “mentre Forza Italia e Pd mantengono le tematiche a livello nazionale e superficiale, sbagliando tecnica”. Un concetto che sembra avere capito anche il centrodestra. “Non a caso Forza Italia sta correndo dietro a Grillo e alla Lega criticando l’Europa di Angela Merkel”, aggiunge Mannheimer, sottolineando che il dibattito contro l’austerity ha già portato voti al partito. A questo proposito, proprio martedì sul Quotidiano Nazionale Roberto Weber, patron dell’istituto di sondaggi Ixè, ha stimato che gli attacchi di Berlusconi alla Germania e ad Angela Merkel valgono fino a 4 punti percentuali alle elezioni.
Il sondaggista lancia poi un avvertimento. “E’ presto per parlare, perché da Berlusconi possiamo aspettarci di tutto, soprattutto a pochi giorni dal voto”, afferma, dicendo di non essere stupito dalle ultime dichiarazioni dell’ex premier per cercare di acchiappare i voti di anziani e “padroni di cani e gatti”, perché “l’esperienza delle ultime campagne elettorali insegna che il Cavaliere è un uomo di marketing e che prima di parlare ha sempre studiato i sondaggi e fatto analisi accurate”. Non sorprendono neanche i continui attacchi alla magistratura, che secondo Mannheimer “riflettono il pensiero di molti elettori, spietati contro i giudici”.
L’unico politico italiano altrettanto abile ad attirare l’attenzione degli italiani, secondo i sondaggisti, è Matteo Renzi che, come dimostra un recente sondaggio Ipsos, attrae sempre più i voti dei moderati perdendo per strada un pezzo dei voti storici. “Grazie alla sua comunicazione, dal Jobs Act alla promessa degli 80 euro in busta paga, ha portato il Pd dal 26% al 33%”, afferma Noto, sottolineando che il presidente del Consiglio “ha sempre puntato sugli elettori moderati, che in Italia sono più numerosi rispetto a quelli di sinistra, e ora sta insistendo con questa strategia perché ha visto che funziona”. Al punto che, aggiunge Mannheimer, “si è spostato sempre più a destra per conquistare voti. Ma sa bene che non può rinunciare agli elettori del Pd”.