Tra le centinaia di persone che anche quest’anno hanno preso parte al corteo della MayDay milanese ci sono anche i precari del Comune, quelli targati Giuliano Pisapia. Storie di precarietà decennale, tra contratti a tempo determinato rinnovati a oltranza. “Siamo stati tutti elettori di Pisapia, ma adesso gli facciamo causa. Ci ha tradito”. Parole amare quelle di Rosa Deiana, lavoratrice precaria del Comune dal 2002. “In campagna elettorale il sindaco aveva promesso che nel suo Comune non ci sarebbero stati precari”, ricorda: “Beh, eccoci qua. Costretti a portarlo in tribunale. Evidentemente voleva i voti”. Con lei, altre decine di lavoratori hanno già fatto causa al Comune. “Ho già vinto in primo grado”, spiega Carmen Galeone, precaria in comune dal 2005, che però ha deciso di ricorrere in appello. “Perché il risarcimento non mi basta. Ora non ci sono più prospettive, e dopo tutti questi anni abbiamo diritto alla stabilizzazione”. Nel frattempo aspettano tutti il pronunciamento della Corte europea su un’ordinanza del tribunale di Napoli che riguarda i precari della scuola. “Se a fine anno la Corte si esprimerà a favore di un risarcimento sanzionatorio, agli enti pubblici non converrà pagarlo e saranno costretti ad assumere a tempo indeterminato”, spiega l’avvocato Sergio Galleano, che solo tra i lavoratori del Comune di Milano rappresenta più di venti persone. E aggiunge: “Un risarcimento che può arrivare fino a 20 mensilità per lo Stato italiano potrebbe significare il default. L’occasione giusta per smetterla con la reiterazione abusiva dei contratti a termine” di Franz Baraggino
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