Marco Travaglio apre il suo editoriale pronunciando alcune dichiarazioni di Renato Schifani sulla legge della par condicio. Quando era in Forza Italia, disse: “La par condicio ci allontana dall’Europa e ci avvicina al regime”. Un anno fa definì “ignobile” la par condicio, ma ora ha denunciato all’Agcom la Rai per il poco spazio dato a Ncd, suo nuovo partito d’appartenenza. E osserva: “Renzi non sopporta la legge della par condicio o forse non la conosce proprio. Il premier è sempre in tv dalla mattina alla sera ma si comporta come se le tv lo oscurassero. Cerca di infilarsi dappertutto. Prima alla partita del Cuore e poi ad Amici. Così rischia di somigliare molto a D’Alema. Allora si è fatto un selfie con Prandelli e una banana. Alcuni lo aspettavano al Concertone come rapper. Manca solo che Renzi si metta il cappello da cuoco a Masterchef e insegnare a Cracco come si cucina“. Il vicedirettore de Il Fatto Quotidiano racconta il paradosso per cui il premier ha tentato di “tirare fuori il chiodo” e di “imbucarsi” nel programma di Maria De Filippi, ma a bloccarlo, per via della legge della par condicio, è stata proprio Mediaset di Berlusconi. Travaglio poi racconta le imperversate televisive ultime del Cavaliere in tv: dalla D’Urso, che in un’ora di monologo del suo ospite è riuscita a farli una domanda sui cani, a Formigli. “Berlusconi” – osserva il giornalista – “a Piazzapulita sfoggiava un colorito fucsia, pareva appena tolto dal barbecue o dal microonde“. E sottolinea: “La par condicio garantisce l’accesso alla tv ai candidati. Ma Berlusconi è incandidabile, ineleggibile, decaduto e non può nemmeno votare alle elezioni. Infatti “Libertà e giustizia” ha lanciato un appello perché almeno la Rai eviti di mostrarci Berlusconi da tutte le parti. Nessuno ha risposto”. Travaglio osserva: “La par condicio non è ovviamente una legge perfetta, andrebbe rivista. Quattro anni fa, in base a quella legge, fu usata dalla destra e dalla sinistra addirittura per togliere i talk show. Ma nasce da tre problemi: assenza di una legge sul conflitto di interessi, una legge sulla Rai, una legge Antitrust. Tre problemi che restano irrisolti da 20 anni, come se fossero caduti in prescrizione“. E conclude: “Oggi invece di risolverla, si contesta la par condicio che malamente, però, ci mette un freno. E’ un’idea geniale: curare le malattie abolendo i medici e le medicine. Alla fine della fiera, l’unica vittima della par condicio sarà l’attore romagnolo Ivano Marescotti, candidato con Tsipras, tagliato da una fiction Rai. Però, cazzo, la democrazia è salva”
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