I dipendenti del Comune di Parma incrociano le braccia contro i tagli del sindaco Federico Pizzarotti e contro le mancate risposte sulla gestione della macchina amministrativa che attendono da oltre un anno. Il 5 maggio i lavoratori sospenderanno il servizio per tutta la giornata e saranno garantite solo le funzioni essenziali dell’ente.
Dopo due anni di braccio di ferro, ora è arrivato il punto di rottura e le misure di mobilitazione già minacciate da mesi diventeranno realtà lunedì. Una scelta che cade non in un giornata qualunque per Parma, ma nel giorno dell’inaugurazione di Cibus, uno degli appuntamenti più importanti e più seguiti della città. E proprio per questo il disagio dello sciopero potrebbe portare, oltre alla chiusura di sportelli e servizi educativi per i cittadini, anche a importanti problemi sulla viabilità, visto che l’astensione riguarderà anche gli agenti della polizia municipale.
“Siamo arrivati a questa decisione dopo un lungo e assordante silenzio da parte dell’amministrazione e della delegazione trattante di parte pubblica, che dura da molti mesi – spiegano le sigle Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl e Diccap Sulpm – Su tanti temi che riguardano l’organizzazione del lavoro non vi è stata la possibilità di confrontarci con il Comune”. Sul tavolo ci sono questioni irrisolte da tempo, dalla stabilizzazione dei precari nei servizi educativi, che secondo i sindacati potrebbero essere assunti senza oneri aggiuntivi per l’ente, al riconoscimento delle indennità e produttività per i lavoratori nel 2014. A questo, si somma il fatto che il sindaco Pizzarotti, che ha la delega al personale, non si è presentato all’ultimo incontro di mediazione in prefettura.
“La situazione è la stessa del 2013 – spiega il segretario di Fp Cgil Sauro Salati – non c’è una visione del futuro, siamo dentro un banco di nebbia da cui non si riesce a uscire”. Da oltre un anno i sindacati aspettano risposte che, a detta loro, non sono ancora arrivate. Ma mentre le indennità ai lavoratori del Comune non vengono corrisposte, il sindaco sta per assumere un direttore generale che peserà sulle casse pubbliche 150mila euro all’anno. “Questa figura era sparita nella pianta organica della scorsa amministrazione – accusa Pia Russo di Cisl – ma ora ritorna, anche se non necessaria. Il suo stipendio però sarà pagato con quanto viene tolto a tutti gli altri dipendenti”.
Anche gli agenti di polizia municipale aderiranno allo sciopero per denunciare le condizioni del corpo, sotto organico di 40 unità e che in due anni e mezzo ha visto l’avvicendarsi di tre comandanti, l’ultimo dei quali, Gaetano Noè, arrivato solo qualche settimana fa. “Ci viene chiesto di dare le stesse prestazioni – spiega Luca Iuculano della RSu della municipale – Ma siamo uno dei pochi corpi in Italia a non ricevere incentivi e riconoscimenti previsti dal codice”.
Pizzarotti ammette che la situazione delicata, ma scarica la colpa sui tagli del Governo ai Comuni, come l’ultimo decreto 66/2014 degli 80 euro del premier Matteo Renzi e i 375 milioni di euro che nel 2014 verranno tolti dal fondo di solidarietà dei municipi. “Ogni anno i sindacati alimentano la tensione, quando invece c’è bisogno di cooperazione. – ha risposto alle accuse – Il punto è che il Municipio arriva fin dove ha la possibilità, oltre è pura demagogia. Non c’è nessun taglio degli stipendi, in discussione sono le indennità aggiuntive”. Il primo cittadino auspica collaborazione e ammette di non avere potuto partecipare all’incontro con i delegati in prefettura per impegni istituzionali. “Mi auguro si arriverà alla firma, che è la cosa migliore per tutti, questo clima serve solo per creare tensione, ma non funziona più – ha concluso – Se non si capisce questo, allora continueremo con un atto unilaterale”.