L’assemblea di Poste Italiane ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione, composto – come è noto dal 14 aprile, giorno in cui il Tesoro ha designato i nuovi vertici delle aziende statali –  da Luisa Todini (presidente), Francesco Caio (sulla poltrona di ad) e Antonio Campo Dall’Orto, Elisabetta Fabri e Roberto Rao nella veste di consiglieri. Le nomine erano attese per il 30 aprile, ma l’assemblea convocata in quella data si è chiusa con un nulla di fatto a causa, come è apparso evidente dall’esito della riunione del 2 maggio, di contrasti sulle deleghe – in pratica la distribuzione dei poteri in azienda – tra l’ex ad di Avio e commissario per l’Agenda digitale e l’imprenditrice delle costruzioni (che è anche consigliera Rai). Il Tesoro ha infatti deciso di attribuire alla Todini le deleghe sul controllo interno (internal auditing) e di affidarle anche, stavolta in tandem con l’ad, quelle sulle relazioni istituzionali. Significa che la presidente non sarà una mera figura di rappresentanza, ma avrà funzioni di controllo. Non era scontato, anzi: non per niente all’indomani della presentazione delle liste erano montate le polemiche sul fatto che tutte le “quote rosa” scelte dal governo fossero state designate come presidenti e quindi, potenzialmente, “belle statuine” o poco più.  

L’assemblea ha anche approvato il bilancio 2013, chiuso con un utile di oltre 1 miliardo, e nella parte straordinaria ha dato il via libera all’introduzione nello statuto dei requisiti di onorabilità per gli amministratori: la cosiddetta “clausola etica” caldeggiata dal ministro Padoan.

 

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