Qualche giorno fa l’associazione Comuna ha ospitato Nikos Karadilion in Sardegna. Nikos Karadilion è un dirigente di Syriza, il partito di Alexis Tsipras, che in pochi anni è passato dal 4,7% al 27%. Nikos è vice-segretario della Federazione est di Atene, e componente della commissione politiche europee.
Nikos ha fatto discorsi semplici ma profondi, pieni di significato in una sinistra (cosiddetta sinistra) completamente frastornata. Ha citato Gramsci e Berlinguer, questi sconosciuti, ed ha discusso di alleanze e blocchi sociali.
Facciamo un po’ d’ordine. Il primo punto è che l’Italia è diversa dalla Sardegna. In tema di alleanze sociali e blocchi sociali stiamo parlando di realtà diverse che necessitano risposte diverse. L’Italia ha un tessuto produttivo ancora esistente, è collegata con il resto d’Europa ed ha una borghesia che ha ancora un ruolo.
Vi sono, certo, delle anomalie. Innanzitutto una diversità regionale marcata, che l’unità d’Italia ha accentuato e che l’Europa potrebbe riavvicinare verso il basso, cioè col nord Italia che viene risucchiato nel processo di mezzogiornificazione d’Europa. In ragione di questo, e forse proprio per attuare questo progetto, oggi l’Italia è più un’entità amministrativa che un’entità politica, con le vere decisioni che vengono prese a Bruxelles. L’esempio del cambiamento repentino in politica estera in occasione della crisi libica del 2011, è là a dimostrarlo. In quella occasione in 24 ore passammo dall’appoggio a Gheddafi al sostegno ai caccia francesi che bombardavano.
In Sardegna l’apparato produttivo, la storia sociale, ed in parte la storia politica, fanno si che nella costruzione di alleanze sociali e nell’identificazione di un blocco sociale si debba lavorare autonomamente rispetto allo scenario italiano. In entrambi i casi, quello sardo e quello italiano, non si può prescindere dalla modifica delle politiche economiche europee e mondiali. Ma su questi temi non entriamo in questa sede.
Qual è l’obiettivo delle alleanze sociali e del blocco sociale che vogliamo costruire? È un benessere che permetta a tutti, senza opprimere nessuno, di condurre una vita degna di essere vissuta e di vedere soddisfatti i propri bisogni. Nell’attuale situazione produttiva il nostro blocco sociale di riferimento sono tutti i lavoratori dipendenti che, insieme ai disoccupati ed ai piccoli lavoratori autonomi – artigiani, piccoli imprenditori e commercianti – si uniscono per un nuovo modello di sviluppo, il quale non deve rifiutare la manifattura e l’industria, e però deve nascere sul locale, grazie a progetti che usano il capitale sociale esistente, ed anzi lo sappiano attivare.
Due caratteri imprescindibili per costruire un futuro di benessere e pace sono la “sobrietà” e la “responsabilità”. L’altra sera ho incontrato un dipendente para-pubblico che non riceve lo stipendio da sei mesi, e mi ha detto: “Ci dicono che sono dispiaciuti e stanno lavorando per noi. Posso credere all’Assessore solamente se anche lui si riduce lo stipendio al minimo, 1.500 euro al mese”. Come dargli torto?
Verso ogni classe e ceto va articolata una proposta che aderisca alla particolare situazione sarda. Rispetto ai dettami del marxismo-leninismo, in Sardegna viviamo la realtà di forze produttive quasi inesistenti, un fortissimo esercito di riserva, i disoccupati, un apparato produttivo primario debole ma ancora esistente, ed una borghesia locale che, a parte una decina di casi, è oppressa dalle dinamiche internazionali e va verso la scomparsa.
Chi non lavora, è adulto e vive dei sussidi pubblici di varia natura, non può essere il nodo fondante della costruzione del blocco sociale. Il cosiddetto sotto-proletariato, che è cosa diversa dai cassa integrati, può rientrare nel nostro blocco sociale di riferimento se siamo capaci di costruire istituzioni di comunità che li recuperino ad una vita più dignitosa. Altrimenti saranno massa di manovra per chi ha il potere ed i capitali.
Chi sono i nemici? Esiste un blocco sociale opposto? Si, sono le grandi imprese che attuano progetti neo-coloniali con l’aiuto dei loro contatti sardi, le banche che trafugano il risparmio per portarlo altrove, gli imprenditori che sfruttano i lavoratori per soddisfare piccoli e grandi desideri di ricchezza, e coloro che prendono le decisioni politiche a Bruxelles, New York e Roma.
Nella confusione politica, i temi riportati da Nikos tornino centrali. Altrimenti saremo parte del teatrino.
Enrico Lobina
Attivista
Elezioni Europee 2014 - 2 Maggio 2014
Sardegna, il blocco sociale: con chi andare avanti?
Qualche giorno fa l’associazione Comuna ha ospitato Nikos Karadilion in Sardegna. Nikos Karadilion è un dirigente di Syriza, il partito di Alexis Tsipras, che in pochi anni è passato dal 4,7% al 27%. Nikos è vice-segretario della Federazione est di Atene, e componente della commissione politiche europee.
Nikos ha fatto discorsi semplici ma profondi, pieni di significato in una sinistra (cosiddetta sinistra) completamente frastornata. Ha citato Gramsci e Berlinguer, questi sconosciuti, ed ha discusso di alleanze e blocchi sociali.
Facciamo un po’ d’ordine. Il primo punto è che l’Italia è diversa dalla Sardegna. In tema di alleanze sociali e blocchi sociali stiamo parlando di realtà diverse che necessitano risposte diverse. L’Italia ha un tessuto produttivo ancora esistente, è collegata con il resto d’Europa ed ha una borghesia che ha ancora un ruolo.
Vi sono, certo, delle anomalie. Innanzitutto una diversità regionale marcata, che l’unità d’Italia ha accentuato e che l’Europa potrebbe riavvicinare verso il basso, cioè col nord Italia che viene risucchiato nel processo di mezzogiornificazione d’Europa. In ragione di questo, e forse proprio per attuare questo progetto, oggi l’Italia è più un’entità amministrativa che un’entità politica, con le vere decisioni che vengono prese a Bruxelles. L’esempio del cambiamento repentino in politica estera in occasione della crisi libica del 2011, è là a dimostrarlo. In quella occasione in 24 ore passammo dall’appoggio a Gheddafi al sostegno ai caccia francesi che bombardavano.
In Sardegna l’apparato produttivo, la storia sociale, ed in parte la storia politica, fanno si che nella costruzione di alleanze sociali e nell’identificazione di un blocco sociale si debba lavorare autonomamente rispetto allo scenario italiano. In entrambi i casi, quello sardo e quello italiano, non si può prescindere dalla modifica delle politiche economiche europee e mondiali. Ma su questi temi non entriamo in questa sede.
Qual è l’obiettivo delle alleanze sociali e del blocco sociale che vogliamo costruire? È un benessere che permetta a tutti, senza opprimere nessuno, di condurre una vita degna di essere vissuta e di vedere soddisfatti i propri bisogni. Nell’attuale situazione produttiva il nostro blocco sociale di riferimento sono tutti i lavoratori dipendenti che, insieme ai disoccupati ed ai piccoli lavoratori autonomi – artigiani, piccoli imprenditori e commercianti – si uniscono per un nuovo modello di sviluppo, il quale non deve rifiutare la manifattura e l’industria, e però deve nascere sul locale, grazie a progetti che usano il capitale sociale esistente, ed anzi lo sappiano attivare.
Due caratteri imprescindibili per costruire un futuro di benessere e pace sono la “sobrietà” e la “responsabilità”. L’altra sera ho incontrato un dipendente para-pubblico che non riceve lo stipendio da sei mesi, e mi ha detto: “Ci dicono che sono dispiaciuti e stanno lavorando per noi. Posso credere all’Assessore solamente se anche lui si riduce lo stipendio al minimo, 1.500 euro al mese”. Come dargli torto?
Verso ogni classe e ceto va articolata una proposta che aderisca alla particolare situazione sarda. Rispetto ai dettami del marxismo-leninismo, in Sardegna viviamo la realtà di forze produttive quasi inesistenti, un fortissimo esercito di riserva, i disoccupati, un apparato produttivo primario debole ma ancora esistente, ed una borghesia locale che, a parte una decina di casi, è oppressa dalle dinamiche internazionali e va verso la scomparsa.
Chi non lavora, è adulto e vive dei sussidi pubblici di varia natura, non può essere il nodo fondante della costruzione del blocco sociale. Il cosiddetto sotto-proletariato, che è cosa diversa dai cassa integrati, può rientrare nel nostro blocco sociale di riferimento se siamo capaci di costruire istituzioni di comunità che li recuperino ad una vita più dignitosa. Altrimenti saranno massa di manovra per chi ha il potere ed i capitali.
Chi sono i nemici? Esiste un blocco sociale opposto? Si, sono le grandi imprese che attuano progetti neo-coloniali con l’aiuto dei loro contatti sardi, le banche che trafugano il risparmio per portarlo altrove, gli imprenditori che sfruttano i lavoratori per soddisfare piccoli e grandi desideri di ricchezza, e coloro che prendono le decisioni politiche a Bruxelles, New York e Roma.
Nella confusione politica, i temi riportati da Nikos tornino centrali. Altrimenti saremo parte del teatrino.
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Ramy, i pm valutano l’omicidio volontario. I video e le differenze con i verbali. Cucchi: “Via la divisa”. Fdi-Lega in difesa dei carabinieri
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - Sul caso Starlink "credo che non ci sia nessuna reticenza, intanto il governo ha già detto che non c'è nessun contratto". Lo ha detto il capogruppo di Fi in Senato, Maurizio Gasparri, lasciando i lavori della capigruppo.
"Il tema della banda larga nelle aree remote è un tema antico, molti fingono di non sapere che attualmente Tim ha ceduto la rete fissa a un fondo americano, per esempio", ricorda l'azzurro: "Oggi c'è Musk, tra tre giorni non so che ci sarà...". "Il tema della tutela dei segreti, la riservatezza delle banche date è un tema che già esiste, Indipendentemente da Musk, i satelliti lo rendono ancora più complicato, perché il mondo è difficile", conclude.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - Domani alle 11, presso l'Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati, la premier Giorgia Meloni parteciperà alla annuale conferenza stampa organizzata dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e dall'Associazione stampa parlamentare. Alle 18 Meloni presiederà a Palazzo Chigi la riunione del Cdm.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Le dichiarazioni di Rossano Sasso sulla presunta 'propaganda gender' nelle scuole, con riferimenti provocatori a 'coito' e 'masturbazione', sono ancora una volta vergognose e irresponsabili. Il leghista continua a straparlare impunemente di una cosa che non esiste. Questi attacchi non solo travisano il senso dell'educazione all'affettività e al rispetto, ma alimentano deliberatamente ignoranza e odio, strumentalizzando temi delicati per biechi fini politici. È intollerabile che un deputato ricorra a tale retorica per denigrare il lavoro degli insegnanti e screditare percorsi educativi volti a promuovere inclusione e consapevolezza. Basta con la propaganda basata sulla disinformazione e sul pregiudizio: chi diffonde falsità di questo tipo è complice di un clima culturale ostile e arretrato, incompatibile con una società civile". Così gli esponenti M5S in commissione cultura alla Camera.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - La relazione annuale sullo stato della Giustizia, tenuta dal Guardasigilli Carlo Nordio si terrà in Senato, mercoledì 22 gennaio alle ore 10. Lo si apprende al termine della capigruppo di Palazzo Madama.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "La presidente del Consiglio non intende partecipare in Parlamento a discussioni su questo tema, perché riteniamo che sia una polemica costruita a tavolino. La Presidente del Consiglio ha già dichiarato ufficialmente nei giorni scorsi che non c'è nessun contratto con Starlink, che non è stato questo l'oggetto di discussione tra lei e il Presidente degli Stati Uniti Trump e quindi non c'è nulla da riferire in Parlamento". Lo ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, a termine della capigruppo in Senato, dopo le richiesta che sono arrivate dalle forze di opposizione sulla presenza della presidente del Consiglio sul tema dell'ipotesi di accordo con l'imprenditore Usa sul tema delle connettività digitale.
"La Presidente non scappa dal Parlamento -assicura- perché non è persona abituata a scappare da alcunché come sanno tutti, sia maggioranza che opposizione, semplicemente non c'è nulla da riferire".
Peraltro saranno i ministri competenti, per la parte di loro competenza, come oggi Crosetto alla Camera, come Urso su richiesta dell'opposizione, a riferire sulla vicenda" ma "non c'è nessuna questione Starlink-Musk", conclude.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - Tempi contingentati, secondo le indicazioni del regolamento, ma 10 minuti in più a Gruppo e 5 minuti alle componenti del Misto, in ragione della "rilevanza del provvedimento", nell'esame della riforma costituzionale della giustizia che introduce la separazione delle carriere. Lo ha stabilito la presidenza della Camera rispondendo a una richiesta avanzata da Pd e Avs.
Era stato Federico Fornaro (Pd) a chiedere per primo un intervento della Giunta per il regolamento e, in attesa, un intervento del presidente della Camera Fontana per concedere una deroga ai tempi contingentati stabiliti sulla riforma. Richiesta cui si era associata Francesca Ghirra (Avs). Il presidente di turno Sergio Costa ha quindi illustrato all'aula le decisioni della presidenza, in termini di regolamento, finalizzate tra l'altro a "garantire l'estensione del dibattito e la certezza dei tempi e della conclusione".
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - Venerdì 10 gennaio la premier Giorgia Meloni incontrerà a Palazzo Chigi alle 12.40 l'Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas. Lo comunica la Presidenza del Consiglio.