La ministra Madia ha proposto di svecchiare la pubblica amministrazione partendo da una staffetta generazionale. E un gruppo di lavoro ne sta studiando i costi. Ma prevedere regole diverse tra pubblico e privato su lavoro e pensioni è un errore che il nostro paese ha pagato duramente in passato.
di Andrea Stuppini, 29.04.14, lavoce.info
Il costo del prepensionamento
La ministra Marianna Madia ha avanzato l’idea di svecchiare la pubblica amministrazione partendo da una staffetta generazionale che consentirebbe il prepensionamento di circa 85mila “esuberi” del pubblico impiego per favorire l’assunzione (in ragione di un terzo) di forze fresche digitalizzate, uscendo dal blocco del turn over.
La Ragioneria dello Stato ha però sollevato gli inevitabili problemi di copertura per i costi dei pensionamenti, delle buonuscite e degli stipendi dei sostituti. È stato quindi istituito un gruppo di lavoro interministeriale con Inps e Ragioneria per affrontare il problema e individuare le possibili soluzioni.
Sarà bene tener presente che non si tratta solo di un problema di costi, ma anche di equità, nel paese che ancora non è riuscito a dare una risposta complessiva alle migliaia di esodati creati dalla legge Fornero.
Circa un anno fa, Maria Luisa Maitino, Letizia Ravagli e Nicola Sciclone avevano ricordato su lavoce.info le origini francesi dell’idea. I presupposti del contrat de génération sono però diversi: il ragionamento di base è quello di ottenere una compresenza di lavoratori giovani e anziani, cercando di creare nuovi occupati tra i primi senza intaccare l’occupazione dei secondi. Questo, oltre che per elevare il tasso complessivo di occupazione, anche per non disperdere le competenze professionali dai lavoratori maturi, che potrebbero invece essere trasmesse a coloro che entrano per la prima volta nel mercato del lavoro o che hanno in ogni caso poca esperienza.
L’esperienza francese si è sviluppata nel settore privato, attuandosi con un contratto a tempo indeterminato di tipo full time: per ogni coppia di lavoratori coinvolti (giovani under 26 e anziani over 55), lo Stato offre alcuni incentivi economici alle aziende con meno di 50 dipendenti; mentre le imprese da 50 a 300 dipendenti sono invece obbligate ad attivare il contrat de génération, attraverso accordi collettivi, aziendali o settoriali, pena l’applicazione di sanzioni o la revoca di alcuni incentivi contributivi.
Nell’ottobre scorso il ministro del lavoro Michel Sapin ha reso noti alcuni dati: circa mille accordi aziendali nelle imprese sopra i 300 dipendenti, 7 accordi di settore che coprono circa il 15% delle medie imprese e circa 13.000 richieste individuali di lavoratori vicini alla pensione nelle piccole imprese sotto i 50 dipendenti.
Poi il 5 marzo scorso è stata approvata una legge sulla formazione professionale che vuole sostenere questo tipo di contratti. Si rientra quindi nella discussione sul part-time di fine carriera che riemerge periodicamente anche nel dibattito italiano.
Ipotesi da condividere con il settore privato
Perché, dunque, ragionare solo del pubblico nel nostro paese? Hanno ragione coloro (come l’Aran) che ricordano come l’età media dei lavoratori pubblici in Italia sia particolarmente elevata: ormai vicino ai 48 anni, rispetto ai 43 complessivi del mercato del lavoro italiano. Ma ciò accade (nel paese più anziano del mondo insieme a Germania e Giappone) anche perché nel settore privato vengono conteggiati 2,3 milioni di lavoratori stranieri con un’età media di quindici anni più bassa degli italiani (che nel pubblico non esistono) e circa 1,3 milioni di giovani precari che lavorano per la pubblica amministrazione a livello nazionale e locale. Senza queste due variabili, la forbice dell’età media sarebbe molto più ridotta.
Va inoltre ricordato che negli ultimi due anni imprese private e organizzazioni sindacali hanno stipulato alcuni accordi aziendali che si ispirano all’esperienza francese ed esistono delibere di almeno due Regioni (Lombardia ed Emilia-Romagna) che hanno stanziato fondi pubblici per cercare di sostenere queste iniziative.
Premesso che non esistono ancora dati certi per stabilire la effettiva efficacia delle misure francesi, mentre gli accordi aziendali nostrani si muovono su scala assai ridotta, si dovrebbe quantomeno convenire sulla necessità di una discussione complessiva tra settore pubblico e privato. Anche perché i dati drammatici della disoccupazione giovanile italiana non consentono di lavorare per compartimenti stagni.
Per il momento, le ministre della Pubblica amministrazione e dell’Istruzione hanno espresso opinioni diverse sulla staffetta generazionale, e anche per questo sarebbe meglio ricomprendere la discussione in quella più generale del cosiddetto “jobs act” e delle regole della flessibilità, comprese le dichiarazioni più recenti del ministro Poletti sull’età pensionabile.
Già nel passato il paese ha pagato duramente (in tutti i sensi) regole diverse tra pubblico e privato su lavoro e pensioni.
Se si vuole riprendere il solco tracciato dalle leggi Bassanini degli anni Novanta, che sono state il tentativo più serio di riforma della pubblica amministrazione, anche questa discussione sulla staffetta generazionale può essere utilizzata per avvicinare le distanze tra settore pubblico e privato.
Se invece si decidesse di investire risorse solo sul settore pubblico, si genererebbero ulteriori contraddizioni nel mercato del lavoro e nelle regole previdenziali. E tutta l’operazione solleverebbe legittimi dubbi perché si tratterebbe di un intervento redistributivo teso ad accelerare il processo del normale turn-over senza creare posti di lavoro aggiuntivi. Al contrario, con garanzie di volontarietà, utilizzo del part-time in entrata e in uscita e regole comuni pubblico-privato, il meccanismo potrebbe essere discusso con le parti sociali.
Per tutti questi motivi, il gruppo di lavoro interministeriale dovrebbe essere ricalibrato non solo in funzione del pubblico e dovrebbe indicare una stima chiara dei costi della proposta.
A quel punto, forse, ci si renderà conto che, in un paese nel quale vigono già oltre quaranta forme contrattuali di flessibilità in entrata, le risorse necessarie potrebbero essere meglio utilizzate per la riduzione del cuneo fiscale o dell’Irap, consentendo un miglioramento complessivo del mercato del lavoro, di cui anche il pubblico beneficerebbe.
Lavoce.info
Watchdog della politica economica italiana
Lavoro & Precari - 2 Maggio 2014
Staffetta generazionale? Solo con regole comuni tra pubblico e privato
La ministra Madia ha proposto di svecchiare la pubblica amministrazione partendo da una staffetta generazionale. E un gruppo di lavoro ne sta studiando i costi. Ma prevedere regole diverse tra pubblico e privato su lavoro e pensioni è un errore che il nostro paese ha pagato duramente in passato.
di Andrea Stuppini, 29.04.14, lavoce.info
Il costo del prepensionamento
La ministra Marianna Madia ha avanzato l’idea di svecchiare la pubblica amministrazione partendo da una staffetta generazionale che consentirebbe il prepensionamento di circa 85mila “esuberi” del pubblico impiego per favorire l’assunzione (in ragione di un terzo) di forze fresche digitalizzate, uscendo dal blocco del turn over.
La Ragioneria dello Stato ha però sollevato gli inevitabili problemi di copertura per i costi dei pensionamenti, delle buonuscite e degli stipendi dei sostituti. È stato quindi istituito un gruppo di lavoro interministeriale con Inps e Ragioneria per affrontare il problema e individuare le possibili soluzioni.
Sarà bene tener presente che non si tratta solo di un problema di costi, ma anche di equità, nel paese che ancora non è riuscito a dare una risposta complessiva alle migliaia di esodati creati dalla legge Fornero.
Circa un anno fa, Maria Luisa Maitino, Letizia Ravagli e Nicola Sciclone avevano ricordato su lavoce.info le origini francesi dell’idea. I presupposti del contrat de génération sono però diversi: il ragionamento di base è quello di ottenere una compresenza di lavoratori giovani e anziani, cercando di creare nuovi occupati tra i primi senza intaccare l’occupazione dei secondi. Questo, oltre che per elevare il tasso complessivo di occupazione, anche per non disperdere le competenze professionali dai lavoratori maturi, che potrebbero invece essere trasmesse a coloro che entrano per la prima volta nel mercato del lavoro o che hanno in ogni caso poca esperienza.
L’esperienza francese si è sviluppata nel settore privato, attuandosi con un contratto a tempo indeterminato di tipo full time: per ogni coppia di lavoratori coinvolti (giovani under 26 e anziani over 55), lo Stato offre alcuni incentivi economici alle aziende con meno di 50 dipendenti; mentre le imprese da 50 a 300 dipendenti sono invece obbligate ad attivare il contrat de génération, attraverso accordi collettivi, aziendali o settoriali, pena l’applicazione di sanzioni o la revoca di alcuni incentivi contributivi.
Nell’ottobre scorso il ministro del lavoro Michel Sapin ha reso noti alcuni dati: circa mille accordi aziendali nelle imprese sopra i 300 dipendenti, 7 accordi di settore che coprono circa il 15% delle medie imprese e circa 13.000 richieste individuali di lavoratori vicini alla pensione nelle piccole imprese sotto i 50 dipendenti.
Poi il 5 marzo scorso è stata approvata una legge sulla formazione professionale che vuole sostenere questo tipo di contratti. Si rientra quindi nella discussione sul part-time di fine carriera che riemerge periodicamente anche nel dibattito italiano.
Ipotesi da condividere con il settore privato
Perché, dunque, ragionare solo del pubblico nel nostro paese? Hanno ragione coloro (come l’Aran) che ricordano come l’età media dei lavoratori pubblici in Italia sia particolarmente elevata: ormai vicino ai 48 anni, rispetto ai 43 complessivi del mercato del lavoro italiano. Ma ciò accade (nel paese più anziano del mondo insieme a Germania e Giappone) anche perché nel settore privato vengono conteggiati 2,3 milioni di lavoratori stranieri con un’età media di quindici anni più bassa degli italiani (che nel pubblico non esistono) e circa 1,3 milioni di giovani precari che lavorano per la pubblica amministrazione a livello nazionale e locale. Senza queste due variabili, la forbice dell’età media sarebbe molto più ridotta.
Va inoltre ricordato che negli ultimi due anni imprese private e organizzazioni sindacali hanno stipulato alcuni accordi aziendali che si ispirano all’esperienza francese ed esistono delibere di almeno due Regioni (Lombardia ed Emilia-Romagna) che hanno stanziato fondi pubblici per cercare di sostenere queste iniziative.
Premesso che non esistono ancora dati certi per stabilire la effettiva efficacia delle misure francesi, mentre gli accordi aziendali nostrani si muovono su scala assai ridotta, si dovrebbe quantomeno convenire sulla necessità di una discussione complessiva tra settore pubblico e privato. Anche perché i dati drammatici della disoccupazione giovanile italiana non consentono di lavorare per compartimenti stagni.
Per il momento, le ministre della Pubblica amministrazione e dell’Istruzione hanno espresso opinioni diverse sulla staffetta generazionale, e anche per questo sarebbe meglio ricomprendere la discussione in quella più generale del cosiddetto “jobs act” e delle regole della flessibilità, comprese le dichiarazioni più recenti del ministro Poletti sull’età pensionabile.
Già nel passato il paese ha pagato duramente (in tutti i sensi) regole diverse tra pubblico e privato su lavoro e pensioni.
Se si vuole riprendere il solco tracciato dalle leggi Bassanini degli anni Novanta, che sono state il tentativo più serio di riforma della pubblica amministrazione, anche questa discussione sulla staffetta generazionale può essere utilizzata per avvicinare le distanze tra settore pubblico e privato.
Se invece si decidesse di investire risorse solo sul settore pubblico, si genererebbero ulteriori contraddizioni nel mercato del lavoro e nelle regole previdenziali. E tutta l’operazione solleverebbe legittimi dubbi perché si tratterebbe di un intervento redistributivo teso ad accelerare il processo del normale turn-over senza creare posti di lavoro aggiuntivi. Al contrario, con garanzie di volontarietà, utilizzo del part-time in entrata e in uscita e regole comuni pubblico-privato, il meccanismo potrebbe essere discusso con le parti sociali.
Per tutti questi motivi, il gruppo di lavoro interministeriale dovrebbe essere ricalibrato non solo in funzione del pubblico e dovrebbe indicare una stima chiara dei costi della proposta.
A quel punto, forse, ci si renderà conto che, in un paese nel quale vigono già oltre quaranta forme contrattuali di flessibilità in entrata, le risorse necessarie potrebbero essere meglio utilizzate per la riduzione del cuneo fiscale o dell’Irap, consentendo un miglioramento complessivo del mercato del lavoro, di cui anche il pubblico beneficerebbe.
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Mosca: “Tregua frettolosa, rappresenta solo l’approccio di Kiev”. Zakharova attacca ancora Mattarella: “Da lui bugie e falsità” – Diretta
La giornata e gli approfondimenti: alle 16 la riunione di redazione de ilFattoQuotidiano.it – DIRETTA
Doha, 13 mar. (Adnkronos) - In seguito alla visita in Qatar dell'inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff, è sul tavolo una nuova bozza per una proposta aggiornata di cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi. Lo ha riferito al Jerusalem Post una fonte a conoscenza dei dettagli. Come parte dello schema proposto, Hamas rilascerebbe circa cinque ostaggi vivi e i corpi degli ostaggi morti. In cambio, Israele consentirebbe un cessate il fuoco di 50 giorni.
Durante questo periodo di tregua, che si concluderebbe il 20 aprile, si svolgerebbero discussioni in merito alla prosecuzione dell'accordo. La fonte ha dichiarato al Post di essere "ottimista sul fatto che si possa raggiungere un'intesa".
Roma, 13 mar. – (Adnkronos) - L’Intelligenza Artificiale può rivoluzionare il Trasporto Pubblico Locale. E' lo scenario emerso nel primo Workshop Nazionale organizzato da Asstra, l’associazione che riunisce 138 aziende del settore. L’evento ha visto la partecipazione di esperti e istituzioni, con contributi da Londra e San Francisco. Andrea Gibelli, presidente di Asstra, ha sottolineato il ruolo dell’IA nei veicoli autonomi, nella sicurezza stradale e nei servizi di TPL intelligenti: “L’integrazione tra mezzi pubblici e privati è l’obiettivo, ma serve una regolamentazione equilibrata”.
Tra le esperienze presentate, il Catenary Inspection System di FNM, un sistema basato sull'IA che consente di monitorare e anticipare guasti sulle linee elettrificate, riducendo i costi di manutenzione. Illustrati anche il Progetto IACC di Brescia Mobilità che grazie all'uso di chatbot e analisi dati, prevede una riduzione del 20% del carico di lavoro per il customer care , il Progetto Mercurio di Eav per l’analisi predittiva sulle ferrovie e le soluzioni di Amt Genova per l’efficienza delle fermate. Sul fronte della manutenzione, Tper Bologna ha illustrato l’uso dell’IA per ridurre i tempi di fermo dei veicoli, mentre TPL FVG ha mostrato il nuovo sistema CRM per migliorare la gestione delle richieste dei clienti. Focus anche sulla cybersicurezza con AC Transit di San Francisco e sulle implicazioni giuridiche dell’IA con esperti di diritto.
Il workshop si è chiuso con l’impegno di Asstra a tracciare una roadmap chiara per l’innovazione nel Tpl. “L’adozione dell’IA è fondamentale per intercettare il futuro e rispondere ai bisogni emergenti delle persone e delle città. Oggi dobbiamo decidere che aziende vogliamo essere in futuro", ha affermato Gibelli.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Riforestare. Per mitigare l’inquinamento atmosferico e acustico cittadino, incrementare la biodiversità, ridurre i consumi energetici e migliorare il paesaggio urbano e periurbano insieme alla qualità di vita degli abitanti. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), sostenuto da Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas, lancia il progetto 'RiforestAzione', dedicato alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano in 13 città metropolitane d’Italia (Torino, Genova, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio di Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) in cui risiedono più di 21 milioni di persone e la cui estensione complessiva è pari a oltre il 15% del territorio nazionale.
L’iniziativa, svelata oggi all’Orto Botanico di Roma alla presenza di istituzioni e partner, rientra nella Missione 'Rivoluzione verde e transizione ecologica' (M2), Componente 'Tutela del territorio e della risorsa idrica' (C4), del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Quest’ultimo si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu (Ngeu).
Nel caso specifico, l’investimento per la 'tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano', dal valore di 210 milioni di euro, si propone di piantare 4,5 milioni di alberi e arbusti, creando 4.500 ettari di nuove foreste e trapiantando almeno 3,5 milioni di alberi nella loro destinazione finale, mediante un ampio programma di interventi, in grado di proteggere i processi ecologici correlati al funzionamento degli ecosistemi. Si tratta di un progetto altamente rilevante e coerente con il piano 'Eu forest strategy for 2030', dedicato al rafforzamento delle foreste continentali e che ambisce ad aggiungere 3 miliardi di alberi entro il 2030.
Il contributo di Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas al progetto del Mase 'RiforestAzione' si declina sotto forma di un supporto diretto alle attività per la sua promozione e comunicazione. Questo impegno si sviluppa attraverso molteplici azioni, a cominciare dalla creazione di una piattaforma digitale con contenuti informativi e di approfondimento sulle azioni di riqualificazione del verde urbano ed extraurbano, curata dalla società urban tech SuperUrbanity.
Oltre alla piattaforma, il progetto prevede la realizzazione di un percorso sul territorio nazionale che andrà a toccare nei prossimi due anni alcune delle città coinvolte nell’iniziativa per farla conoscere alle comunità locali, così come di un percorso didattico, in collaborazione con Fondazione Sylva, che farà tappa nelle scuole per diffondere la cultura ambientale e accrescere le competenze ecologiche dei più giovani.
In più, verrà strutturato un Osservatorio, con durata biennale, che andrà a monitorare l’evoluzione del rapporto tra italiani e verde urbano. A tal proposito, la centralità delle aree verdi è rimarcata dai dati raccolti nella prima ricerca dedicata al progetto 'RiforestAzione' del Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio sulle abitudini sostenibili degli italiani sviluppato insieme a Nielsen IQ, da cui emerge che, per l’83% degli intervistati, l’aumento degli spazi con alberi e arbusti è necessario, mentre, per il 90%, le aree verdi sono fondamentali per il proprio benessere psicofisico, segno di un crescente desiderio di ristabilire un contatto con la natura nei luoghi di vita. Da segnalare anche che, per l’87% degli italiani, gli interventi di riqualificazione costituiscono un fattore che può migliorare la valutazione dell’amministrazione pubblica e la percezione di una città.
"Il progetto 'RiforestAzione' rappresenta un tassello importante della strategia nazionale per la tutela dell’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città. Il verde urbano ed extraurbano non è solo un elemento estetico, ma una risorsa cruciale per la salute dei cittadini, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità. Con questa iniziativa, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica conferma il proprio impegno concreto nel promuovere una politica ecologica che sia anche una rivoluzione culturale, coinvolgendo istituzioni, imprese e cittadini in un percorso condiviso. Ringraziamo Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas per il supporto a un progetto che guarda al futuro delle nostre comunità, con un impatto tangibile e duraturo sul territorio”, rimarca il sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Claudio Barbaro.
“Le soluzioni nature-based rappresentano un pilastro fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici e nella creazione di città più resilienti e vivibili. Il sostegno di Axpo Italia a questo ambizioso progetto di riforestazione urbana ed extraurbana del Mase è una dimostrazione del nostro impegno continuativo per lo sviluppo sostenibile, in cui il verde diventa un alleato strategico per migliorare il benessere delle persone. Cooperare e tutelare la natura significa investire concretamente nel futuro delle prossime generazioni, rafforzando la capacità delle nostre comunità di affrontare le sfide ambientali con soluzioni innovative e durature”, commenta Salvatore Pinto, presidente di Axpo Italia.
“L'espansione delle aree verdi nelle città metropolitane è un investimento sul nostro futuro, sulla nostra salute e sul nostro benessere. È un modo per riconnetterci con la natura, per riscoprire il valore degli alberi, e per costruire città più vivibili e sostenibili. L’obiettivo al 2026 è completare le operazioni di transplanting del materiale di propagazione forestale (semi o piante) per almeno 3.500.000 alberi e arbusti per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane. L’obiettivo è creare una rete di corridoi ecologici che colleghino le aree verdi esistenti, favorendo la mobilità della fauna e la dispersione dei semi. Vogliamo trasformare le nostre città metropolitane in ecosistemi resilienti, capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e di offrire servizi ecosistemici essenziali per la collettività", dice Fabrizio Penna, capo Dipartimento Pnrr Mase.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Riforestare. Per mitigare l’inquinamento atmosferico e acustico cittadino, incrementare la biodiversità, ridurre i consumi energetici e migliorare il paesaggio urbano e periurbano insieme alla qualità di vita degli abitanti. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), sostenuto da Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas, lancia il progetto 'RiforestAzione', dedicato alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano in 13 città metropolitane d’Italia (Torino, Genova, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio di Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) in cui risiedono più di 21 milioni di persone e la cui estensione complessiva è pari a oltre il 15% del territorio nazionale.
L’iniziativa, svelata oggi all’Orto Botanico di Roma alla presenza di istituzioni e partner, rientra nella Missione 'Rivoluzione verde e transizione ecologica' (M2), Componente 'Tutela del territorio e della risorsa idrica' (C4), del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Quest’ultimo si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu (Ngeu).
Nel caso specifico, l’investimento per la 'tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano', dal valore di 210 milioni di euro, si propone di piantare 4,5 milioni di alberi e arbusti, creando 4.500 ettari di nuove foreste e trapiantando almeno 3,5 milioni di alberi nella loro destinazione finale, mediante un ampio programma di interventi, in grado di proteggere i processi ecologici correlati al funzionamento degli ecosistemi. Si tratta di un progetto altamente rilevante e coerente con il piano 'Eu forest strategy for 2030', dedicato al rafforzamento delle foreste continentali e che ambisce ad aggiungere 3 miliardi di alberi entro il 2030.
Il contributo di Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas al progetto del Mase 'RiforestAzione' si declina sotto forma di un supporto diretto alle attività per la sua promozione e comunicazione. Questo impegno si sviluppa attraverso molteplici azioni, a cominciare dalla creazione di una piattaforma digitale con contenuti informativi e di approfondimento sulle azioni di riqualificazione del verde urbano ed extraurbano, curata dalla società urban tech SuperUrbanity.
Oltre alla piattaforma, il progetto prevede la realizzazione di un percorso sul territorio nazionale che andrà a toccare nei prossimi due anni alcune delle città coinvolte nell’iniziativa per farla conoscere alle comunità locali, così come di un percorso didattico, in collaborazione con Fondazione Sylva, che farà tappa nelle scuole per diffondere la cultura ambientale e accrescere le competenze ecologiche dei più giovani.
In più, verrà strutturato un Osservatorio, con durata biennale, che andrà a monitorare l’evoluzione del rapporto tra italiani e verde urbano. A tal proposito, la centralità delle aree verdi è rimarcata dai dati raccolti nella prima ricerca dedicata al progetto 'RiforestAzione' del Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio sulle abitudini sostenibili degli italiani sviluppato insieme a Nielsen IQ, da cui emerge che, per l’83% degli intervistati, l’aumento degli spazi con alberi e arbusti è necessario, mentre, per il 90%, le aree verdi sono fondamentali per il proprio benessere psicofisico, segno di un crescente desiderio di ristabilire un contatto con la natura nei luoghi di vita. Da segnalare anche che, per l’87% degli italiani, gli interventi di riqualificazione costituiscono un fattore che può migliorare la valutazione dell’amministrazione pubblica e la percezione di una città.
"Il progetto 'RiforestAzione' rappresenta un tassello importante della strategia nazionale per la tutela dell’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città. Il verde urbano ed extraurbano non è solo un elemento estetico, ma una risorsa cruciale per la salute dei cittadini, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità. Con questa iniziativa, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica conferma il proprio impegno concreto nel promuovere una politica ecologica che sia anche una rivoluzione culturale, coinvolgendo istituzioni, imprese e cittadini in un percorso condiviso. Ringraziamo Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas per il supporto a un progetto che guarda al futuro delle nostre comunità, con un impatto tangibile e duraturo sul territorio”, rimarca il sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Claudio Barbaro.
“Le soluzioni nature-based rappresentano un pilastro fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici e nella creazione di città più resilienti e vivibili. Il sostegno di Axpo Italia a questo ambizioso progetto di riforestazione urbana ed extraurbana del Mase è una dimostrazione del nostro impegno continuativo per lo sviluppo sostenibile, in cui il verde diventa un alleato strategico per migliorare il benessere delle persone. Cooperare e tutelare la natura significa investire concretamente nel futuro delle prossime generazioni, rafforzando la capacità delle nostre comunità di affrontare le sfide ambientali con soluzioni innovative e durature”, commenta Salvatore Pinto, presidente di Axpo Italia.
“L'espansione delle aree verdi nelle città metropolitane è un investimento sul nostro futuro, sulla nostra salute e sul nostro benessere. È un modo per riconnetterci con la natura, per riscoprire il valore degli alberi, e per costruire città più vivibili e sostenibili. L’obiettivo al 2026 è completare le operazioni di transplanting del materiale di propagazione forestale (semi o piante) per almeno 3.500.000 alberi e arbusti per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane. L’obiettivo è creare una rete di corridoi ecologici che colleghino le aree verdi esistenti, favorendo la mobilità della fauna e la dispersione dei semi. Vogliamo trasformare le nostre città metropolitane in ecosistemi resilienti, capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e di offrire servizi ecosistemici essenziali per la collettività", dice Fabrizio Penna, capo Dipartimento Pnrr Mase.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - “L’accessibilità del farmaco è un tema centrale per la tutela del diritto alla salute dei cittadini e per la sostenibilità del sistema, e i dati diffusi questa mattina non fanno altro che confermare quanto una più ampia dispensazione dei medicinali sul territorio possa contribuire a realizzare migliori esiti di salute e a ridurre i costi sociali a carico di pazienti e caregiver, con un beneficio tangibile anche in termini di riduzione della spesa farmaceutica. Esprimiamo il nostro più vivo apprezzamento al ministro della Salute Orazio Schillaci e al sottosegretario Marcello Gemmato per gli obiettivi perseguiti con la riforma del sistema distributivo dei farmaci introdotta con la Legge di Bilancio 2024, e per l’attenzione mostrata su un tema che impatta in maniera così rilevante sulla quotidianità di pazienti, in particolar modo delle persone anziane e di coloro che vivono nelle aree più interne. Avvicinare il farmaco al cittadino va nella direzione di rafforzare la prossimità dell’assistenza e della cura per una Sanità più accessibile, equa e aderente ai bisogni delle persone”. Lo ha detto Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), intervenendo sull'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma', che si è svolto questa mattina ala ministero della Salute.
“La distribuzione del farmaco sul territorio valorizza la prossimità e la professionalità del farmacista e la continuità di servizio dei nostri presìdi per garantire un’assistenza farmaceutica più vicina alle esigenze dei pazienti, ma anche un maggior supporto ai fini della corretta assunzione dei farmaci e dell’aderenza terapeutica, aspetti di fondamentale importanza nella gestione delle malattie croniche nell’ambito di una presa in carico multidisciplinare sul territorio”, ha concluso Mandelli.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - Dopo un anno dall'introduzione delle norme nella Legge di Bilancio 2024 sulla distribuzione di alcune categorie di farmaci "abbiamo fatto il bilancio consuntivo di quella che è stata la prima applicazione di questa normativa, che ha evidenziato degli effetti economici positivi con un significativo trasferimento di medicinali da una modalità di erogazione che incide con un meccanismo organizzato che porta in particolar modo il paziente a dover ritornare due volte in farmacia o addirittura a ottenere questo medicinale, attraverso le farmacie distrettuali ad una modalità convenzionata che quindi consente una pronta disponibilità di questi medicinali a fronte della ricetta medica nella farmacia sotto casa o in prossimità". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Pierluigi Russo, direttore tecnico scientifico dell'Agenzia Italiana del Farmaco intervendo oggi, al ministero della Salute, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' .
"Il provvedimento ha un valore molto importante - sottolinea Russo - soprattutto nelle zone d'Italia dove i presidi sanitari sono più distanti e quindi questo ha un effetto positivo in termini di mantenimento della continuità terapeutica soprattutto per malattie croniche, come il diabete". "Grazie alla riclassificazione degli antidiabetici a base di gliptine, e grazie al fatto che si è rivisto il processo di distribuzione di tali farmaci c'è stata una maggiore aderenza terapeutica. Inoltre, l'impatto economico che abbiamo registrato è sostanzialmente una riduzione dei costi per il Servizio sanitario nazionale pari a poco più del 13%. Registriamo un avanzo rispetto al tetto della spesa farmaceutica convenzionata per fine anno che registrerà sempre un avanzo importante comunque di oltre 600 milioni di euro".
L'impatto "è complessivamente positivo, sulla base di questi risultati il tavolo di monitoraggio del ministero della Salute ha dato mandato all'Agenzia italiana del farmaco di procedere con l'individuazione entro il 30 di marzo 2025 di una nuova categoria terapeutica che possa essere in qualche modo considerabile per il trasferimento, la riclassificazione da A-PHT ad A" conclude.
Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - "Stamattina sono stati identificati diversi terroristi che operavano vicino alle truppe dell'Idf nella parte centrale di Gaza e che tentavano di piazzare ordigni esplosivi nel terreno. Un aereo dell'Iaf ha colpito i terroristi". Lo ha reso noto l'esercito israeliano in una nota.