Gli avvocati del commercialista, nipote dell'ex ministro Previti, spiegano che il giudice per le indagini preliminari "ha ritenuto che non vi fossero gravi indizi di responsabilità ed ha pertanto, nel respingere ogni richiesta di misure cautelari personali e reali, disposto la scarcerazione dell’indagato"
Il gip di Roma ha disposto la scarcerazione di Umberto Previti Flesca, commercialista romano, nipote dell’ex ministro Cesare Previsti, ai domiciliari da fine marzo con l’accusa di riciclaggio per l’acquisto della clinica napoletana Villa Ruesch.
Lo fanno sapere gli avvocati Renato Borzone e Claudio Botti, legali del commercialista. Il gip ritenendo “che non vi fossero gravi indizi di responsabilità – spiegano – ha respinto la richiesta di misure cautelari personali e reali avanzata dalla Procura di Roma”. L’arresto di Previti Flesca per ilreato di riciclaggio relativo all’acquisto della clinica napoletana era stato disposto dal gip di Napoli. Successivamente il Tribunale del riesame di Napoli, il 14 aprile scorso, aveva ritenuto che la competenza fosse stata illegittimamente radicata a Napoli e aveva trasmesso gli atti alla Procura di Roma, che, spiegano gli avvocati del commercialista, “aveva, ai sensi dell’art. 27 del codice penale, riproposto la richiesta di misura cautelare all’Ufficio gip. Questa mattina il gip di Roma, Roberto Saulino, entro il termine di venti giorni previsto dalla legge per l’efficacia provvisoria delle misure prevista in caso di incompetenza territoriale, ha ritenuto che non vi fossero gravi indizi di responsabilità ed ha pertanto, nel respingere ogni richiesta di misure cautelari personali e reali, disposto la scarcerazione dell’indagato“.
Gli avvocati Renato Borzone e Claudio Botti sottolineano “la necessità di ripristinare la verità sulla posizione processuale del dottor Umberto Previti, visto il risalto dato dalla stampa al suo arresto, di cui oggi si è confermata la natura gratuita e ingiustificata e adottato per giunta da un’autorità giudiziaria che stava procedendo in violazione di legge in quanto incompetente per territorio. Nessuna prova di riciclaggio dunque quanto all’acquisto della clinica napoletana e conferma di un arresto ingiustificato e frettoloso”.