No, non è a me che dovete dire che esistono sbirri buoni e sbirri cattivi. Sono cresciuta in una terra in cui i buoni venivano spesso ammazzati, esiliati, retrocessi mentre ad essere premiati erano quelli impegnati in depistaggi, collusioni, varie complicità con poteri mafiosi e politici.
Sono cresciuta nella terra in cui gli sbirri che tentavano di vederci chiaro, e che a modo proprio raccontavano un’altra versione delle cose, facevano la fine che fece tal vicequestore Giuseppe Peri negli anni ’70, nella vicenda di Montagna Longa: liquidato come pazzo, retrocesso, trasferito e morto di infarto due anni dopo. In quella storia si parla anche di eversione nera e mafia, uno scenario all’epoca ritenuto improbabile ma poi raccontato in seguito da chi a lungo ha provato a capirci un po’ di più.
Dopo 40 anni dal disastro lo storico Giuseppe Casarrubea ha raccontato che “quel pomeriggio, c’era un’esercitazione della Nato sui cieli siciliani”. Ancora oggi i parenti chiedono la riapertura dell’indagine perché vogliono sapere e nel frattempo è venuta fuori anche una foto in cui compaiono, nell’ala dell’aereo, dei fori che sembrano di proiettile. Quei colpi potrebbero essere venuti anche da terra, si è scritto, perché nel 1973 Peppino Impastato ha portato alla luce come “sopra Cinisi c’era un campo paramilitare gestito da alcuni esponenti della destra eversiva” e Casarrubea ha raccontato come “in quell’anno, la Sicilia pullulava di fascisti. Un fascismo provocatorio ed eversivo su cui ancora molto c’è da scrivere.”
I fatti sono questi: il 5 maggio 1972 un aereo esplode e cade su Montagna Longa, a Palermo, e nessuno sopravvive. La faccenda viene archiviata come incidente aereo e nonostante alcune incongruenze, testimonianze, dettagli ricostruiti negli anni da familiari delle vittime e da alcuni giornalisti, tutto viene addebitato al classico errore umano. Pessima figura per i piloti morti, descritti come tossici o ubriachi, anche se le perizie non dicono esattamente questo. Scatole nere danneggiate. Corpi disintegrati. Il rapporto di questo vicequestore viene ritrovato dopo vent’anni. I figli delle vittime sono equiparati dalla Regione Siciliana agli orfani delle vittime di mafia e ancora, comunque, niente di nuovo viene fuori.
Succede che ogni 5 maggio i parenti delle vittime facciano una scarpinata e raggiungano il luogo in cui all’epoca si schiantò l’aereo, in un disastro in cui morirono 115 persone. Tra qualche giorno sarà il 5 maggio e io, sebbene non sia incline ad accreditare tesi complottiste, vorrei dedicarlo a questo mistero mai chiarito, ai familiari delle vittime e a questo sbirro buono che per aver toccato di striscio le trame dell’eversione nera ancora oggi, forse, per qualcuno, resta comunque un pazzo.
Dedico il 5 maggio anche agli sbirri che scambiano le persone per zainetti, che sono forti con i deboli e deboli con i forti e che godono di un’impunità morale, etica, e di una legittimazione che ai poveri cristi senza casa e reddito che sfilano nelle piazze per rivendicare diritti non viene concessa mai.
Ero a Palermo nel 1992 quando la gente in piazza solidarizzava con le vittime delle stragi di mafia. Ero a Genova, nel 2001, quando tante persone prendevano botte in piazza e alla Diaz. Fuor da ogni retorica e ogni ridondante ragionamento proposto da certi politici e intellettuali a me è chiarissimo dove sta la versione equilibrata della storia. E a voi?
Eretica
Precari(A)
Cronaca - 3 Maggio 2014
Sbirri buoni e sbirri cattivi
No, non è a me che dovete dire che esistono sbirri buoni e sbirri cattivi. Sono cresciuta in una terra in cui i buoni venivano spesso ammazzati, esiliati, retrocessi mentre ad essere premiati erano quelli impegnati in depistaggi, collusioni, varie complicità con poteri mafiosi e politici.
Sono cresciuta nella terra in cui gli sbirri che tentavano di vederci chiaro, e che a modo proprio raccontavano un’altra versione delle cose, facevano la fine che fece tal vicequestore Giuseppe Peri negli anni ’70, nella vicenda di Montagna Longa: liquidato come pazzo, retrocesso, trasferito e morto di infarto due anni dopo. In quella storia si parla anche di eversione nera e mafia, uno scenario all’epoca ritenuto improbabile ma poi raccontato in seguito da chi a lungo ha provato a capirci un po’ di più.
Dopo 40 anni dal disastro lo storico Giuseppe Casarrubea ha raccontato che “quel pomeriggio, c’era un’esercitazione della Nato sui cieli siciliani”. Ancora oggi i parenti chiedono la riapertura dell’indagine perché vogliono sapere e nel frattempo è venuta fuori anche una foto in cui compaiono, nell’ala dell’aereo, dei fori che sembrano di proiettile. Quei colpi potrebbero essere venuti anche da terra, si è scritto, perché nel 1973 Peppino Impastato ha portato alla luce come “sopra Cinisi c’era un campo paramilitare gestito da alcuni esponenti della destra eversiva” e Casarrubea ha raccontato come “in quell’anno, la Sicilia pullulava di fascisti. Un fascismo provocatorio ed eversivo su cui ancora molto c’è da scrivere.”
I fatti sono questi: il 5 maggio 1972 un aereo esplode e cade su Montagna Longa, a Palermo, e nessuno sopravvive. La faccenda viene archiviata come incidente aereo e nonostante alcune incongruenze, testimonianze, dettagli ricostruiti negli anni da familiari delle vittime e da alcuni giornalisti, tutto viene addebitato al classico errore umano. Pessima figura per i piloti morti, descritti come tossici o ubriachi, anche se le perizie non dicono esattamente questo. Scatole nere danneggiate. Corpi disintegrati. Il rapporto di questo vicequestore viene ritrovato dopo vent’anni. I figli delle vittime sono equiparati dalla Regione Siciliana agli orfani delle vittime di mafia e ancora, comunque, niente di nuovo viene fuori.
Succede che ogni 5 maggio i parenti delle vittime facciano una scarpinata e raggiungano il luogo in cui all’epoca si schiantò l’aereo, in un disastro in cui morirono 115 persone. Tra qualche giorno sarà il 5 maggio e io, sebbene non sia incline ad accreditare tesi complottiste, vorrei dedicarlo a questo mistero mai chiarito, ai familiari delle vittime e a questo sbirro buono che per aver toccato di striscio le trame dell’eversione nera ancora oggi, forse, per qualcuno, resta comunque un pazzo.
Dedico il 5 maggio anche agli sbirri che scambiano le persone per zainetti, che sono forti con i deboli e deboli con i forti e che godono di un’impunità morale, etica, e di una legittimazione che ai poveri cristi senza casa e reddito che sfilano nelle piazze per rivendicare diritti non viene concessa mai.
Ero a Palermo nel 1992 quando la gente in piazza solidarizzava con le vittime delle stragi di mafia. Ero a Genova, nel 2001, quando tante persone prendevano botte in piazza e alla Diaz. Fuor da ogni retorica e ogni ridondante ragionamento proposto da certi politici e intellettuali a me è chiarissimo dove sta la versione equilibrata della storia. E a voi?
Articolo Precedente
Vaticano, commissione anti pedofilia: “Garantiremo esercizio responsabilità”
Articolo Successivo
Finale Coppa Italia, spari contro tifosi del Napoli: uno grave. Fermato ultra Roma
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Ucraina, l’inviato Usa: “Distanze ridotte tra Russia e Kiev. Telefonata Putin-Trump in settimana”. Zelensky annuncia il missile Long Neptune: può colpire Mosca
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Ecco perché il Pnrr non decolla: il catalogo dei ritardi. Mancano 15 mesi al traguardo ma solo un quarto dei progetti avviati è completato
Cronaca
Dolomiti, 3 sciatori travolti da una valanga: due sono gravi. Per il bollettino c’era rischio “forte”
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".