“Abbiamo scoperto che la sinistra sta pensando a una legge patrimoniale da 400 miliardi, nonché a una tassa di successione al 45%”. È l’avvertimento lanciato da Silvio Berlusconi nel corso del suo intervento in videoconferenza alla convention di FI di Bari, nuova tappa di una giornata elettorale iniziata a In mezzora su Raitre.

Fu “l’attuale presidente della Repubblica” a consigliare autorevolmente a Silvio Berlusconi a dimettersi nell’autunno 2011, aprendo poi la via al governo Monti, ha detto alla trasmissione di Lucia Annunziata su Raitre ospitata eccezionalmente al Circolo della Stampa di Milano invece che negli studi Rai di Roma per venire incontro alle restrizioni imposte dal tribunale di sorveglianza al leader di Fi condannato per frode fiscale.

A questo proposito, Berlusconi ha commentato la prima “visita” dei carabinieri che mercoledì 30 aprile hanno citofonato a Palazzo Grazioli  per verificare la sua presenza in casa: “Per uno che ha lasciato la professione di imprenditore 20 anni fa e per 20 anni è stato in campo per una battaglia di democrazia e libertà, sentirsi limitato nella sua libertà personale certo non fa piacere”, ha premesso. “Ma non l’ho trovato umiliante, io di mio ho una grande umiltà, ho chiaro che i militari sono venuti ad adempiere il loro dovere, nulla che sia stato spiacevole veramente. Può darsi – ha aggiunto – che alla fine la sentenza di agosto sia un bene per me e per il Paese, mi ha rimesso in campo”. In sintesi: “Non posso dire che sono allegro, ma è un periodo eroico”.

Berlusconi ha ribadito il refrain di questa campagna elettorale, quello dei “quattro colpi di Stato” ai suoi danni. Uno di questi “colpi di Stato”, secondo Berlusconi, è quello dell’autunno 2011. “Ci è stato sottratto via via un numero crescente di parlamentari – ha detto – che sono stati convinti a passare con l’opposizione. Fini aveva già tentato nel 2010 ma aveva fallito. Alla fine ci è stato detto che sarebbero usciti altri deputati, e ci fu autorevolmente consigliato di dimetterci”. Alla domanda di Lucia Annunziata da parte di chi sarebbe arrivato questo suggerimento, Berlusconi ha replicato: “Dall’attuale presidente della Repubblica”. 

E dopo Monti venne Renzi. Anche in questo caso, Berlusconi ripropone la sua presunta “delusione” rispetto al leader del Pd: “Renzi non dura al di là di un anno,un anno e mezzo, la situazione generale dell’economia imporrà un cambiamento nella classe dirigente e di governo” con una nuova “che sappia anche affrontare i rapporti con l’Ue“. Dato che l’attuale premier non è passato per il voto popolare, “oggi non siamo più in una democrazia. Oggi l’Italia ha obliterato (sic) tutte le regole della democrazia”.

Immancabile, a questo punto, la botta alle riforme che tanto stanno a cuore a Matteo Renzi: “La proposta di riforma del Senato messa a punto dal governo è “assolutamente inaccettabile da parte nostra” e “non credo arriveranno a presentarla”, ha affermato Berlusconi. “Nell’ultimo incontro Renzi si è detto disponibile a far sedere i suoi rappresentanti al tavolo per discutere come deve essere il Senato. Ad oggi è iniziato un tragitto, il nostro capogruppo Romani parla con Zanda e stanno cercando di trovare un accordo su una nuova formula”. Ma una soluzione dovrebbe essere assicurata da “un contatto quasi quotidiano con Roberto Calderoli“. 

Un colpo a Renzi, un colpo a Grillo, altra tattica tipica del Berlusconi show per le Europee, per le quali i sondaggi vedono in testa il Pd tallonato dal Movimento Cinque Stelle. Alcuni “discorsi di Hitler che ho letto l’altro giorno sembravano scritti da Grillo”, ha affermato dallo “studio” milanese. “Grillo ha tendenze dittatoriali, la sua sarebbe una dittatura totale. E’ pericoloso non perché urla, ma nel caso in cui i cittadini italiani, delusi e amareggiati, lo votino. Rischiano così di consegnare a Grillo dei poteri che per noi sarebbero distruttivi”.

E il futuro? Berlusconi torna a parlare della possibile discesa in campo di sua figlia Marina. Che sarebbe “un leader perfetto, ma spero che non accada. Non è una decisione che riguarda me, ma mia figlia e soprattutto gli elettori perché un leader lo scelgono gli elettori”. Intanto il leader di Fi assicura che alle elezioni europee del 25 maggio otterrà un “buon risultato, sicuramente superiore al 25%”, che con altri partiti del centrodestra “dovrebbe portarci a prevalere, in una futura tornata delle elezioni nazionali, sul centrosinistra”. 

Quanto al proprio destino, l’ex Cavaliere si vede niente meno che un “padre della patria”. “Lascio alla Storia di chiarire gli eventi e credo che si chiariranno molto presto”, ha spiegato ai microfoni di In mezzora. “Ne uscirò mondato da tutte le accuse che mi hanno fatto. E dentro di me, penso che diventerò il padre della patria. Il nostro Paese soffre per un passato, quello fascista, che ha portato i nostri Padri a non dare alcun potere al governo, da cui deriva che il Paese così non è governabile”. 

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