La Crimea è di nuovo russa. A sessant’anni esatti dal “regalo” di Krushev all’Ucraina, Mosca riannette una penisola strategica che, di fatto, ha sempre considerato sua. Lo fa senza colpo ferire, con un’occupazione militare e un referendum sulla cui legittimità storici e giuristi dibatteranno a lungo. Si aprono ora scenari che si pensavano consegnati per sempre ai libri di storia: sanzioni occidentali, ritorsioni diplomatiche, il rischio di un effetto domino che dissolva quanto resta dello stato ucraino. In questa guerra (sinora) non guerreggiata, i mass media hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo fondamentale, narrando, spiegando e interpretando eventi gravidi di conseguenze sugli equilibri mondiali. In che misura quella di Crimea è anche una “guerra fredda” mediatica?. Ne discutono al Festival di Perugia in diretta streaming dalle 11: Paolo Mieli (presidente di Rcs Libri); Lucio Caracciolo (direttore di Limes) e Renato Coen (Sky Tg24). Qui il programma completo

 

 

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