Che dite, li prendiamo o li lasciamo in mezzo al mare, secondo la dottrina Maroni (ex ministro dell’Interno di fede leghista, qualcuno ricorda?) che non voleva neanche avvicinarsi per sapere se qualcuno di quelli che stavano annegando aveva diritto di asilo? Prenderli sono troppi, dice con giudizio la maggioranza degli italiani che, come tutti sanno, sono buoni ma non stupidi. Non c’è lavoro per noi, figuriamoci per loro.
Ma ricominciamo dal principio. Ci sono più sbarchi e arriva più gente. Secondo Matteo Salvini (sarebbe il segretario attuale della Lega Nord, se la Lega Nord esistesse ancora), secondo La Russa e Gasparri, politici che hanno fine sensibilità e vista lunga (durante il conflitto in Libia avevano predetto “un esodo biblico”) la causa maligna di questi sbarchi è l’operazione “Mare Nostrum”. Significa che, per la prima volta da quando l’Italia si è in parte liberata dalla infezione leghista (espressa bene da Bossi, che oggi non è nessuno ma allora era il capo, con le vivide parole “calci in culo e giù nel mare”) la Marina militare invece di respingere (lo facevano, a nome nostro, navi italiane donate a Gheddafi) adesso aiuta a salvarsi.
E subito arrivano messaggi di panico. Primo messaggio: “Hanno saputo che l’Italia accoglie e si imbarcano tutti”. Persino quando è in buona fede, questa frase è un messaggio insensato. Infatti, la gente salvata non sta arrivando in crociera. Non attraversa per settimane un deserto da cui molti non arrivano vivi, solo per un cambio di residenza. Dire che salvare chi è in pericolo in mare incentiva gli sbarchi è come dire che un ospedale incentiva la malattia. Il secondo messaggio, che si ripete anche presso rispettabili fonti, è: “Vedete? Gli sbarchi quest’anno sono il doppio dell’anno scorso”. Come non ricordare l’impressionante sequenza di barche rovesciate e di morti in mare, l’anno scorso, fra l’indifferenza di Malta (che fingeva di non essere coinvolta), il caos libico e una inerzia italiana così evidente che barche private e pescatori uscivano spontaneamente in mare e, in un caso, sono state salvate (da italiani, non dallo Stato) oltre duemila persone? Qualunque statistico, sulla base del confronto e dell’esperienza, sarebbe in grado di dire che, se adesso il numero di salvati è più grande, la ragione è che adesso è molto più piccolo il numero dei morti annegati. Molta gente, prima, veniva lasciata morire. È bene ricordare che, ai tempi del governo Berlusconi-Bossi, salvare naufraghi in mare era reato. Poteva essere punito con l’imputazione di “mercanti di carne umana”.
Ma la propaganda in favore dei morti in mare aggiunge un quarto messaggio: “I nostri centri di accoglienza sono allo stremo”. Qui si sommano un delitto e una grave negazione di verità. Il delitto è stato puntigliosamente compiuto dal governo Berlusconi-Maroni: hanno tolto ai centri tutto ciò che si poteva togliere per renderli invivibili. A Lampedusa, ad esempio, unico punto di salvezza per gli scampati alla polizia italo-libica, il solo centro di “accoglienza” nell’isola è stato del tutto smantellato. Ma la bugia è che si tratti di “centri di accoglienza”. Sono invece i famigerati centri di detenzione detti di “identificazione e di espulsione”, dove l’identificazione è impossibile (c’è solo lo sfortunato personale di guardia) e la detenzione non ha né termini né regole né garanzie precise. Dunque, alla politica leghista di negare il problema segue ora un’incredibile incapacità o non volontà di affrontarlo. In questa confusione colpevole, non si sa sulla base di quale “intelligence” un direttore generale del Viminale annuncia improvvisamente, nei giorni scorsi (se la sua dichiarazione è stata riportata correttamente) che sono in arrivo 800 mila profughi.
La cifra enorme non è nuova. È stata varie volte annunciata negli anni per consolidare la volontà italo-leghista di respingere. L’affermazione ricorda conversazioni occasionali (“magari ne arrivano 800 mila, magari ne arriva un milione”) ovviamente prive di fondamento, certo gravemente improprie, se dette da funzionari con alta responsabilità. Ma servono a ricordare il vuoto della nostra politica. “Ma non posiamo prenderli tutti”, è la frase più umana. È noto, e gli sbarcati lo ripetono continuamente, che la stragrande maggioranza di essi non vuole restare in Italia, sa e dice dove e presso chi vuole andare in Europa. Ma tutte queste indicazioni e notizie cadono nel vuoto. Inutile dire “l’Italia viene lasciata sola”. Finora l’Italia non si è mai fatta sentire sulla linea dei diritti-doveri che legano i Paesi dell’Unione. Un Paese serio e rispettabile, oltreché adempiere ai doveri degli impegni sottoscritti con i partner europei, ha il diritto di esigere che il movimento dei migranti sia libero nella Ue, e che solo una autorità europea possa decidere l’espulsione, considerando la sacralità del diritto di asilo. L’Italia continua a non farlo, a fare la vittima e a produrre vittime. Tutto ciò è l’esito di una pessima politica mai cancellata. Fa apparire l’Italia un Paese stupido e crudele.
Dal Fatto Quotidiano del 4 maggio 2014