Si tratta dell’enzima che aiuta a rinnovare gli 'scudi molecolari' (chiamati telomeri) che proteggono i cromosomi e li aiutano a non invecchiare. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Structural and Molecular Biology, è frutto della collaborazione fra Arizona Sate University e Accademia cinese delle scienze di Shangai
Pronto il primo ritratto della struttura atomica della ‘fonte della giovinezza‘, ossia dell’enzima che aiuta a rinnovare gli ‘scudi molecolari’ (chiamati telomeri) che proteggono i cromosomi e li aiutano a non invecchiare. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Structural and Molecular Biology, è frutto della collaborazione fra Arizona Sate University e Accademia cinese delle scienze di Shangai.
I ricercatori sono riusciti a raffigurare l’immagine dei telomeri su un cromosoma, mostrando i diversi componenti necessari all’attività dell’enzima telomerasi. I telomeri e la telomerasi sono da molto tempo oggetto di studio per la funzione positiva che svolgono nel combattere l’invecchiamento e il cancro. I telomeri, in particolare, si trovano alle estremità dei cromosomi e proteggono i nostri dati genetici, consentendo alle cellule di dividersi e serbare alcuni segreti, ad esempio come invecchieremo. Queste strutture ‘salva-cromosomi’ possono essere paragonate alla punta di plastica dei lacci delle scarpe: impediscono alle estremità dei cromosomi di sfilacciarsi e incollarsi gli uni agli altri, distruggendo o mescolando le nostre informazioni genetiche.
Ogni volta che una delle nostre cellule si divide, i telomeri si accorciano e quando diventano troppo corti la cellula non riesce più dividersi e diventa così inattiva o muore. Un processo, questo, associato all’invecchiamento, al cancro o a un maggior rischio di morte. “Le mutazioni che distruggono la funzione della telomerasi – spiega Julian Chen, uno degli autori dello studio – sono collegate a numerose malattie umane che insorgono con l’accorciamento dei telomeri e l’instabilità del genoma. Siamo entusiasti del risultato di questa ricerca, perchè offre, per la prima volta, una descrizione a livello atomico dell’interazione della proteina Rna nella complessa telomerasi dei vertebrati”.