Il giornalista si era occupato recentemente dell'omicidio di Ivano Inglese, trentaduenne postino di Vittoria, trovato assassinato la sera del 20 settembre 2012. L'assassinio di Inglese è diventato in breve tempo un caso: il giovane postino era conosciuto in città come un ragazzo per bene, gran lavoratore, mai notato in compagnia di personaggi ambigui. Il cronista aveva dato voce all'appello della madre di Inglese, che a quasi due anni dall'omicidio, chiedeva ai cittadini di segnalare agli inquirenti ogni informazione utile
Picchiato da due uomini incappucciati mentre stava dando da mangiare ai cani nella sua abitazione nella periferia di Modica, in provincia di Ragusa. È successo il 16 aprile scorso a Paolo Borrometi, trentenne giornalista pubblicista, collaboratore dell’agenzia Agi da Ragusa e direttore del portale di informazione laspia.it. Borrometi, lasciato a terra dagli aggressori, ha rimediato una contusione alla spalla dopo il pestaggio e ha subito denunciato l’episodio alle forze dell’ordine.
Del caso si occupano gli investigatori delle squadra mobile di Ragusa, che hanno già interrogato il giornalista di Modica: ignota ad oggi l’identità dei due aggressori. “Dal nulla è spuntata una mano a tapparmi la bocca, poi hanno iniziato a picchiarmi” racconta il giornalista modicano al fattoquotidiano.it. “Purtroppo – continua – a causa dell’aggressione dovrò sottopormi ad un intervento al braccio. la cosa che mi ha colpito, e che ha colpito gli inquirenti, è stato il silenzio degli esponenti politici locali: nessuna ha detto una parola su quello che mi è successo”. Già in precedenza, Borrometi era stato minacciato da alcune telefonate anonime, mentre nel marzo del 2013 una mano ignota gli aveva sfregiato la fiancata dell’auto, tracciando la scritta “stai attento”. Il giornalista si era occupato recentemente dell’omicidio di Ivano Inglese, trentaduenne postino di Vittoria, trovato assassinato la sera del 20 settembre 2012. L’assassinio di Inglese è diventato in breve tempo un caso: il giovane postino era conosciuto in città come un ragazzo per bene, gran lavoratore, mai notato in compagnia di personaggi ambigui. Quella che si è presentata agli inquirenti era però la scena di un’esecuzione in piena regola: l’auto di Inglese ferma in una strada interpoderale e il corpo del ragazzo riverso sull’asfalto a cento metri di distanza, crivellato da sei colpi di pistola, come se la vittima avesse tentato inutilmente la fuga, prima di essere freddato dai suoi carnefici. Oltre la ricostruzione della scena del crimine però le indagini non sono andate: nessun movente, nessun sospettato, nessuna pista di indagine. Borrometi nelle ultime settimane aveva dato voce all’appello della madre di Inglese, che a quasi due anni dall’omicidio, chiedeva ai cittadini di segnalare agli inquirenti ogni informazione utile.