I corpi sono stati recuperati dalle squadre del Soccorso Alpino. La massa di neve si è staccata soprai 2.500 metri di altitudine, nel canalone Laroussa che porta all’omonima cima, nella valle Stura di Demonte (Cuneo). Sul posto sono intervenuti il soccorso alpino, il 118, la Guardia di Finanza e i carabinieri
“Ci è crollato addosso tutto, non c’è stato tempo di fare niente”. È grave il bilancio della valanga che ha travolto otto scialpinisti nel canalone di Lourusa, sulle Alpi Marittime cuneesi. Due escursionisti torinesi sono morti, altri tre sono rimasti feriti. Facevano parte di due gruppi, di italiani e francesi, tutti esperti e bene attrezzati, che stavano risalendo il vallone con sci e pelli di foca. La valanga, come raccontano i superstiti, non ha dato loro il tempo di mettersi al riparo. Sepolte sotto alcuni metri di neve, ci sono volute diverse ore per recuperare le vittime della montagna, che ha ucciso anche un’altra donna in provincia di Torino: stava scendendo dal Lago Creus-Fource, in Valchiusella, quando ha perso l’equilibrio ed è precipitata per diversi metri. Una quarta vittima oggi in montagna c’è stata sul Monte Macina, nel comune di Stazzema (Lucca), dove un escursionista di 39 anni è scivolato per circa 200 metri a causa del distacco di un sasso dalla parete rocciosa.
La tragedia nel Cuneese intorno alle 10.30. Le due comitive erano partite all’alba dalle Terme di Valdieri per raggiungere attraverso il canalone di Lourousa l’omonima vetta, a oltre 2.600 metri di quota. Nella zona lo spessore medio della neve è ancora 130-190 centimetri, con una “diffusa attività valanghiva” – si legge sul bollettino dell’Arpa – su tutto l’arco alpino piemontese per l’intero weekend, favorito oggi dal rialzo delle temperature dopo le nevicate dei giorni scorsi.
La valanga, di grandi dimensioni, si è staccata all’improvviso, senza lasciare scampo alle due vittime. Fabrizio Jacob, 46 anni, abitava a Caprie, paese all’imbocco della Valle di Susa in provincia di Torino. Daniele Vottero Reis, 26 anni, era residente a Ivrea, sempre in provincia di Torino, campione di corsa in montagna e vincitore nel 2013 dell’Ultraskymarathon sul Gran Paradiso. Era iscritto alla società sportiva ‘Amici del Mombarone’. La slavina potrebbe essersi staccata a causa di un lastrone di neve e ghiaccio, accumulatosi sulla cresta di uscita del canalone nella notte tra venerdì e sabato, quando nella zona ha ancora nevicato. A dare l’allarme un gruppo di alpinisti che in quel momento si trovava sul versante più a Nord della vallata er erano diretti al rifugio Morelli. La telefonata al Soccorso Alpino, però, è arrivata soltanto dopo una ventina di minuti dall’incidente, perché l’area è priva di copertura della rete cellulare. Una circostanza, quest’ultima, che ha già suscitato polemiche in passato.
Immediato l’arrivo dell’elicottero del Soccorso alpino di Cuneo, insieme alle squadre della Finanza e ai carabinieri. Per le due vittime non c’è più stato nulla da fare: la neve li ha scaraventati in giù per diversi metri, facendoli sbattere con violenza contro le rocce che dividono in due il ripido e pericoloso canalone. Altri quattro scialpinisti sono rimasti feriti: due sono gravi, ma non in pericolo di vita, altri due hanno riportato soltanto lievi traumi. Sono tutti ricoverati all’ospedale Santa Croce di Cuneo, dove sono stati trasportati in elicottero.
Sono tutti salvi gli scialpinisti che domenica mattina sono stati sfiorati da una valanga sull’Ortles. La comitiva composta da una ventina di turisti tedeschi stava salendo verso la vetta, quando si è staccata la slavina. Sul posto sono intervenuti l’elisoccorso del 118 altoatesino, la Guardia di finanza e il soccorso alpino di Trafoi (Bolzano), ma tutti gli scialpinisti erano già in salvo.