Prime scintille all’interno della Cgil, a poche ore dall’apertura del congresso. Al centro dello scontro – che vede la maggioranza opporsi una minoranza composta, tra gli altri, anche dagli esponenti della Fiom – ci sono i tempi di presentazione delle liste di nomi per il rinnovo del comitato direttivo. Il termine, mercoledì alle 9.30, “è troppo stringente” secondo la Fiom che denuncia una carenza di democrazia interna. “Nemmeno la peggiore assemblea di condominio si chiude la discussione prima di aprila” dice il segretario Maurizio Landini dal palco. Al termine della votazione, Giorgio Cremaschi (Fiom), sottolinea il che il suo documento (alternativo a quello Camusso), “non entrerà nel comitato direttivo della Cgil” non avendo raggiunto il 3% dei voti congressuali necessari per presentare una propria lista. La platea applaude, scatenando la rabbia di Cremaschi. Fuori dalla sala, poi, il segretario della Fiom Emilia Romagna rincara la dose. “Così il congresso non serve a niente. Perché se si presentano le liste prima del dibattito, qualunque discussione è inutile, perché tutti si sono già schierati. E’ la dimostrazione che non ci sono più regole, né democrazia all’interno di questa Cgil” di Giulia Zaccariello
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