Prende sempre più corpo la pista del maniaco seriale nel caso dell’omicidio di Andrea Cristina Zamfir, la 26enne di origine romena seviziata, il cui cadavere è stato trovato ieri senza vita sotto un cavalcavia dell’A1 ad Ugnano, nella periferia di Firenze. Gli inquirenti stanno infatti lavorando su alcuni episodi avvenuti in passato “che presentano analogie con quello accaduto ieri”, a Firenze ma non solo, come ha spiegato il dirigente della squadra mobile Lorenzo Bucossi. “Andremo indietro nel tempo di almeno dieci anni – ha detto – sentiremo anche le vittime”. Nessuno delle precedenti aggressioni si era concluso con un omicidio. Tra le prime testimonianze raccolte, c’è quella di una prostituta romena che due anni fa dice di aver subito le stesse sevizie. “Era italiano, alto, fra i 50 e i 60 anni, grasso, con pochi capelli”, racconta. Dice di chiamarsi Martina, ma dà l’idea di mentire sul nome. Lui arrivò su un’auto piccola, chiara. “Mi disse che mi avrebbe portato a Firenze. Invece, a un certo puntò svoltò, e si diresse verso Prato”. “Fino a quel momento era stato tranquillo – aggiunge – Appena sceso di macchina diventò una bestia. Io scappai, ma lui mi rincorse e mi raggiunse. Mi legò a un palo, con le braccia incrociate davanti al viso, in piedi”. La seviziò con un legno. Lei riuscì farlo andare via con un calcio, quando le si avvicinò con una tenaglia.
La giovane donna trovata senza vita nelle scorse ore– che secondo gli inquirenti “si prostituiva in maniera autonoma” è stata legata ad una sbarra per un gioco al quale probabilmente si è sottoposta in maniera consenziente. La situazione sarebbe poi degenerata: l’aggressore ha abusato della vittima con un palo e quindi uccisa. Una modalità non nuova per gli inquirenti. Così come non può essere considerata un caso la scelta delle vittime, in molti di questi casi con problemi di droga. Problemi che anche la 26enne uccisa aveva.
Sul suo corpo però non sono stati trovati segni di violenza. Fra i precedenti – sei casi sui quali stanno indagando polizia e carabinieri e insieme le procure di Firenze e Prato (ma non si escludono piste in tutta la Toscana) – ce n’è uno avvenuto nel campo delle Bartoline, a Calenzano alle porte di Firenze, dove un’altra prostituta venne seviziata con un manico di scopa. In quello stesso luogo il 22 ottobre 1981 vennero uccisi Stefano Baldi e Susanna Cambi: quel duplice omicidio fa parte di quelli attribuiti al Mostro di Firenze.
Il pm Paolo Canessa – lo stesso che seguì le indagini per il Mostro – sta cercando di mettere insieme i tasselli per dare un volto e un nome al responsabile. Molti i particolari raccolti che fanno pensare a unico aggressore per tutte le violenze: il più importante è l’adesivo utilizzato per legare la ragazza alla sbarra: si tratta del nastro da pacchi riconducibile all’Azienda ospedaliera di Careggi. Lo stesso tipo di nastro che sarebbe stato usato anche in uno o più casi precedenti. I vestiti della ragazza trovati ieri nella vegetazione insieme ad alcuni effetti personali della vittima sono stati sequestrati per essere analizzati dalla polizia scientifica.
Nel corso della serata di ieri e della notte i carabinieri hanno eseguito alcune perquisizioni in relazione ad un caso simile avvenuto un anno fa nello stesso luogo. Nel marzo 2013 una donna italiana di 45 anni, anch’essa prostituta, fu trovata nuda e legata a una transenna nei pressi del cimitero di Ugnano. Anche lei raccontò di essere stata violentata. Episodio analogo a quello accaduto ad un’altra donna nel 2006, sempre in quella strada.
Obiettivo primario degli investigatori è ricostruire le ultime ore di vita della ragazza, che viveva insieme ad alcuni suoi connazionali, in particolare per individuare le persone con cui è entrata in contatto nella giornata di domenica. La polizia ha anche sentito alcune persone vicine alla giovane uccisa, così come alcuni abitanti della zona. Uno di loro ha confermato di aver sentito delle urla. “Ma qui accadono spesso cose particolari e non ci facciamo nemmeno più caso”, ha raccontato una residente.
di Duccio Tronci
aggiornato dalla redazione web il 6 maggio 2014 alle 18.49