Il segretario del Carroccio rinuncia al comizio per le contestazioni dei napoletani. Ai cronisti aveva detto: "Per i cori contro di loro mi sono già scusato spesso". A Taranto l'eurodeputato uscente si lamenta di non essere stato ricevuto dalla dirigenza dell'Ilva, ma non parla mai dei morti per tumore
Dopo i fischi a Lamezia Terme e il flop siciliano, Matteo Salvini insiste. Ma Napoli, città toccata oggi dal tour leghista al sud del segretario lo costringe alla retromarcia. “Buffone, vattene, lavati con il fuoco”, hanno gridato i napoletani accorsi in piazza Carlo III dove si teneva il comizio. Dopo aver risposto ad alcune domande dei cronisti, Salvini è quindi risalito in auto ed è andato via senza tenere il previsto intervento. “Peccato che solo qui un gruppo di violenti non abbia permesso ai cittadini perbene di incontrare la Lega – ha scritto Salvini su Facebook – Per qualcuno è più importante il tifo da stadio che non il lavoro. La violenza non deve mai prevalere sulle idee”, ha aggiunto. Ma a scatenare la polemica contro di lui ha concorso anche il titolo che questa mattina La Padania ha sfoderato in prima pagina, ossia “Stato carogna”.
video di Andrea Postiglione
“La carogna? E’ Salvini, non Genny” – Un riferimento al caos che da sabato 3 maggio ha investito Napoli a seguito di quanto accaduto allo stadio Olimpico di Roma dove un tifoso napoletano, Ciro Esposito, è stato ferito a colpi di arma da fuoco presumibilmente dall’ultrà romanista Daniele De Santis. Un episodio che ha scatenato all’interno dello stadio in cui si stava per giocare la partita di Coppa Italia Napoli-fiorentina una vera e propria trattativa tra il capo degli ultras partenopei ‘Genny a carogna’ (Gennaro De Tommaso) e il capo della squadra Marek Hamsik. Tutti – dal questore al ministro dell’Interno Angelino Alfano – hanno negato l’esistenza della trattativa che tuttavia, confermata dai fatti, ha permesso alla partita di essere comunque giocata con un ritardo di 45 minuti. Ma oggi, per i napoletani, la “carogna” non è Genny, ma il segretario del Carroccio venuto a fare campagna elettorale per le europee del prossimo 25 maggio anche al Sud.
Quando nel 2009 Salvini intonava cori contro i napoletani – Così, il titolo della Padania esce in edicola e colpisce come una bomba la sensibilità dei napoletani già piuttosto ferita dalla Lega nord nel 2009 proprio da Salvini. Il 7 luglio 2009 l’allora deputato alla Camera, parlamentare europeo e capogruppo della Lega Nord al Comune di Milano, era stato immortalato da Repubblica.it mentre, dal pratone di Pontida, con un bicchiere di birra in mano intonava cori di questo tenore: “Senti che puzza, scappano anche i cani. Sono arrivati i napoletani…”. E anche: “Son colerosi e terremotati… Con il sapone non si sono mai lavati…”. “Ho chiesto scusa cento volte per quei cori – ha detto questa mattina il segretario leghista – Scuse che rivolgo anche oggi”.
Salvini: “Ma io tornerò presto a Napoli” – “A Napoli tornerò presto – ha promesso Salvini una volta tornato in terra “padana” – Venti ultrà che inneggiano a ‘Genny ‘a carogna’ non rappresentano una città. Ci sono tante persone perbene, tanti disoccupati e pensionati che anche a Napoli hanno firmato per il nostro referendum per cancellare la legge Fornero, che vogliono liberarsi dall’euro e fermare l’immigrazione clandestina. La Lega lavora per loro, non per una manciata di violenti”. Lo dichiara Matteo Salvini, segretario della Lega Nord dopo la violenta contestazione accaduta questa mattina nella cittadina partenopea.
A Taranto Salvini dimentica i morti per tumore dell’Ilva – “Mi dispiace che l’azienda non abbia tempo per parlare con qualcuno che in questi anni, a Bruxelles, ha provato a difendere con le unghie e con i denti l’impresa italiana”. Salvini, riferendo di aver tentato di farsi ricevere dalla dirigenza dell’Ilva di Taranto e di non esserci riuscito, si è così lamentato dell’accaduto pur non dicendo una sola parola sui morti per tumore e sulle vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’acciaieria. Anche la conferenza stampa con i giornalisti prevista davanti alle portinerie della fabbrica, è stata spostata all’ultimo momento nella rotonda del lungomare vicino alla prefettura, per evitare le probabili contestazioni di un gruppo di una settantina di esponenti del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti presenti davanti alle portinerie. Salvini ha spiegato: “Ragiono con tutti quelli che hanno voglia di ragionare, quelli che vogliono far ‘casino’ non mi interessano. Siccome sono qua a proporre è un peccato perdere tempo o con l’azienda o con i manifestanti”.