Sette anni di cantieri, di polemiche e di lavori a singhiozzo, ma alla fine, la nuova stazione di Parma è realtà. Progetto della grandeur delle giunte di centrodestra del passato, è toccato al sindaco Cinque stelle Federico Pizzarotti tagliare il nastro di questa importante infrastruttura, che per anni ha tenuto in ostaggio un intero quartiere e che il sindaco stesso ha sempre guardato con occhio critico per le vaste proporzioni dell’opera rispetto a una città di provincia come Parma. “Non c’è nessuna velleità nel voler inaugurare a tutti i costi qualcosa, ma la volontà di chiudere una delle eredità del passato e dare un nuovo biglietto da visita alla città – ha spiegato il primo cittadino durante il taglio del nastro – Oggi completiamo una delle opere che ci siamo trovati quando siamo arrivati in Comune. Alcune sarebbe bello non completarle affatto, ma non la stazione”.
Con la sua voragine aperta che accoglieva chi entrava in città, in questi ultimi due anni di amministrazione Cinque stelle la stazione era diventata il simbolo del buco di oltre 800 milioni di euro lasciato dalla giunta di Pietro Vignali. Per creare quella che l’ex sindaco ha sempre chiamato “la nuova porta nord della città”, era stato interpellato il prestigioso studio MBM degli architetti Bohigas, Martorell, Mc Kay e Capdevila, che ha progettato un complesso moderno, che oltre alla stazione rinnovata prevede nuove piazze, alberghi, negozi e uffici. Ma da allora sul destino della stazione sono pesate le vicissitudini della politica parmigiana e della crisi economica nazionale, tanto che la mancanza di fondi in questi ultimi anni ha imposto più volte lo stop ai cantieri, in un braccio di ferro tra l’Ati che ha vinto l’appalto, di cui fa parte l’impresa Bonatti, e la società partecipata Stu Stazione, che ha gestito l’area di trasformazione urbana, e sollevando una scia di polemiche tra residenti, commercianti e amministrazione.
“Oggi riconsegnare la stazione significa soprattutto ridare dignità alla città dopo anni di disagi – ha detto il sindaco Pizzarotti – Anche se il progetto non è ancora finito, e siamo ben lungi dal condividere l’impatto dell’opera, che va ben al di là di una semplice manata di bianco”. Quello inaugurato martedì è solo il primo stralcio di una progettazione complessa che in questi anni è costata oltre 90 milioni di euro alle casse pubbliche, con contributi arrivati negli anni da ministero delle Infrastrutture, Regione Emilia Romagna, Comune. Una spesa enorme, che è sempre stata un tasto dolente per Pizzarotti, che dall’inizio del suo mandato ha cercato di riportare i conti in ordine in Municipio e che spesso ha criticato le scelte fatte in passato. “A volte le opere giganti servono più per appagare l’ego di qualcuno, che per l’utilità della città – ha commentato il sindaco – Le infrastrutture devono essere funzionali al territorio, ma bisogna fare i conti con i soldi che si hanno a disposizione”.
I finanziamenti per la stazione infatti, non sono ancora finiti. La parte principale dell’infrastruttura è terminata al 95 per cento ed è già operativa, ma per i lavori per i nuovi stralci che prevedono il completamento di opere accessorie e la riqualificazione delle aree circostanti alla zona, serviranno nuove risorse. Per tutti i soggetti che hanno partecipato alla riuscita dell’opera, l’inaugurazione dunque è solo l’inizio, e non solo dal punto di vista dei costi e dei cantieri. Pizzarotti pensa già al modo di collegare l’infrastruttura rinnovata ai nodi centrali del territorio, dall’ospedale di Vaio alle Fiere, fino alla stazione Mediopadana. Il sindaco inoltre garantisce il suo impegno sull’alta velocità: “Le bretelle ci sono, chiederemo di potenziare le linee di Parma”. Anche l’assessore regionale ai Trasporti Alfredo Peri, dopo avere chiesto scusa ai cittadini per i disagi sopportati in questi anni, ha ricordato la prossima sfida sul trasporto ferroviario regionale: “Fra pochi mesi ci sarà il nuovo affidamento dei servizi regionali e per la società vincitrice ci sarà l’obbligo di comprare nuovi mezzi. Dobbiamo migliorare la qualità del servizio regionale”.