Il comunicato della Questura di Napoli è netto: se stasera al San Paolo durante la partita tra Napoli e Cagliari gli ultras attraverso striscioni o altro manifestano solidarietà a Speziale, la partita non si disputerà. Già da ieri sera infatti era girata che la voce che i tifosi di entrambe le curve dello stadio napoletano si sarebbero presentati alla partita con la maglia Speziale Libero. Sarebbero infatti già pronte 30mila maglie con la scritta da indossare per i tifosi. Un omaggio al tifoso del Catania condannato per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, nonché un gesto di sostegno nei confronti di Gennaro De Tommaso: quel Genny ‘a Carogna diventato simbolo di una situazione impazzita anche per la maglietta Speziale Libero trasmessa in mondovisione.
Tre mesi fa la Cassazione aveva annullato – ma solo per una questione puramente formale – il rigetto dell’istanza di revisione del processo della corte d’Appello di Messina: la corte che aveva negato la revisione era ordinaria (ovvero composta da soli giudici come avviene per gli imputati maggiorenni al momento della commissione del reato, ndr) invece il collegio avrebbe dovuto essere formato da togati affiancati da esperti dell’età evolutiva. Il legale dell’imputato, subito dopo il verdetto, aveva annunciato che avrebbe chiesto la scarcerazione sostenendo che ci fossero i presupposti perché la sentenza di condanna venisse sospesa. In realtà i supremi giudici, il 30 aprile 2014, nelle motivazioni hanno spiegato che l’annullamento è stato deciso solo per un vizio formale.
Il caso Speziale del resto è quantomeno complesso. Il 2 febbraio 2007 il derby di Serie A tra Catania e Palermo è segnato da duri scontri tra opposte tifoserie e con la polizia fuori dallo stadio Massimino. La partita è sospesa dopo un’ora per la quantità di gas lacrimogeni che entrano da fuori, poi è ripresa, ma alla fine del match le strade e i piazzali antistanti l’impianto sembrano un teatro di guerra. Ne fa le spese il poliziotto Filippo Raciti, che muore a seguito dell’impatto con un corpo contundente. Le prime versione parlano di una bomba carta, poi passa la versione che sia stato ucciso da un pezzo di lavandino gettatogli addosso dagli ultras, anche se il corpo contundente non verrà mai trovato. Intanto il campionato è sospeso, Raciti è giustamente insignito degli onori del caso e in parlamento proprio nel nome dei fatti di Catania si vara il Decreto Amato del 2007 (nuove norme per il daspo, esteso anche ai minori, biglietti nominativi, tornelli).
Nel frattempo c’è anche il processo verso quelli che sono considerati gli autori dell’omicidio di Raciti, tra cui Antonio Speziale. Il 9 febbraio 2010 il Tribunale dei Minori di Palermo condanna a 14 anni per omicidio preterintenzionale Speziale, minorenne all’epoca dei fatti. Pochi giorni dopo Corte di Assise di Catania condanna a 11 anni Daniele Natale Micale, all’epoca ventitreenne. L’anno dopo la Corte d’Appello conferma la pena per Micale e riduce a 8 anni quella per Speziale, l’anno dopo ancora la Cassazione conferma le decisioni prese in Appello.
Il nuovo ed eventuale capitolo da scrivere spetterà ai giudici d’Appello nella composizione prevista dalle legge; anche se uno degli argomenti della difesa ovvero l’inchiesta scaturita dalla denuncia per falsa testimonianza fatta dalla madre di Speziale nei confronti di un collega di Raciti è stata archiviata dal gip come ricorda la Cassazione nelle motivazioni. Tra gli argomenti della difesa ci potrebbero essere i dubbi sollevati da un’inchiesta de L’Espresso del 2008 per cui la morte di Raciti potrebbe essere stata provocata da un camioncino della polizia che a marcia indietro ha inavvertitamente colpito l’ispettore. Della cui morte Speciale non si è mai dichiarato colpevole,
Indipendentemente da come evolverà la vicenda giudiziaria di Micale e Speziale, la partita di stasera non si giocherà se i tifosi si presentassero allo stadio con la maglia Speziale Libero. Una decisione che l’avvocato Lorenzo Contucci ritiene inopportuna. “Nessun reato, è come dire Berlusconi innocente” spiega a un’intervista a Il Napolista. La decisone finale però, spetta a questura e prefettura di Napoli.