“Omertà” e “corresponsabilità”. Per questo il giudice per l’udienza preliminare di Milano, Andrea Salemme, ha negato il risarcimento al Comune in un processo per corruzione a un imprenditore per il caso delle case vacanze ossia le colonie per i bambini.
Il Palazzo Marino, all’epoca guidato da Letizia Moratti, “per mano” di “esperti funzionari” ha “peccato” di “omertà” quando nel Settore ‘Minori e Giovani’ dell’amministrazione comunale vigeva un “sistema di corruttela” che era “profondamente radicato e però nel contempo anche tollerato” scrive il gup nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 5 febbraio, ha condannato a 2 anni (pena sospesa) l’imprenditore Sergio Grazioli, che era stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta sui presunti appalti truccati, tra il 2010 e il 2011.
Un’inchiesta, coordinata dal pm di Milano Tiziana Siciliano, che nell’ottobre del 2012 ha portato in carcere, tra gli altri, anche l’ex dirigente dell’assessorato alla Famiglia del Comune di Milano, Patrizio Mercadante, che è sotto processo con le accuse di corruzione e turbativa d’asta per aver pilotato, tra il 2010 e il 2011, appalti per un valore di oltre 30 milioni di euro a favore di Dario Zambelli, imprenditore ed ex dirigente sindacale della Cisl di Bergamo (che scelto il rito immediato). Lo scorso luglio, avevano patteggiato altri due imprenditori, Ugo Amilcare Rossetti e IvanAureliano Montini.
Mercadante, tra l’altro, è indagato anche in un’altra tranche del procedimento, chiusa nelle scorse settimane, assieme ad altre persone, tra cui l’ex assessore alla Famiglia Mariolina Moioli, per un presunto utilizzo illecito dei fondi dell’assessorato.
Nelle motivazioni, da poco depositate, il giudice sottolinea come il “Comune di Milano, nelle persone di tutti i suoi funzionari” ha “seguitato ad abdicare alla cura dell’interesse pubblico”, che in questo caso, relativo agli appalti sulle ‘case vacanzà, consisteva nelle esigenze e nello “sviluppo armonioso di bambini e giovani”. La Giunta Moratti, tra l’altro, spiega il gup, con una delibera del 2009 dispose “l’alienazione del campo di calcio” di una ‘casa vacanza’ a Pietra Ligure (Savona), sottraendo così ai bambini anche “la possibilità più naturale di giocare, disputando una partita in un campo di calcio”. E così al Comune di Milano, parte civile nel processo a carico di Grazioli, il gup non ha riconosciuto alcun risarcimento per danni materiali, ma solo quattromila euro per danni morali.
Tutti ”sapevano” tra i funzionari comunali, ha scritto il gup nelle motivazioni, “tutti persino avevano fatto collegamenti forse non azzardati tra la data dei bandi e le scadenze elettorali, ma tutti tacevano”. Così “il Mercadante agiva indisturbato, perché gli è stato permesso di agire indisturbato”. L’allora funzionario dell’assessorato alla Famiglia, tra l’altro, come chiarisce il giudice riportando le parole di un testimone, in quel periodo era “assiduamente impegnato ad ‘accompagnare l’assessore Moioli ed il sindaco uscente Moratti nelle manifestazioni inaugurali”.
Così “stando le cose”, scrive il gup, “non può oggi il Comune di Milano affermare” di aver subito “gravissimi danni materiali”, avendo la stessa amministrazione “abdicato alla cura dell’interesse pubblico già sul nascere”. E inoltre, sempre secondo il gup, c’è addirittura una “corresponsabilità del Comune di Milano” nella vicenda dei presunti appalti truccati che “corre sul crinale che separa il diritto amministrativo dal diritto civile, risolvendosi in una colpa di organizzazione, sotto il profilo del mancato approntamento di alcun sistema di sorveglianza e controllo”.