Cresce il numero delle vittime negli scontri a Sloviansk tra i separatisti filorussi e l’esercito di Kiev; le ultime stime parlano di oltre trenta persone uccise e di decine di feriti. Le nuove informazioni sono state rese note dal ministro dell’Interno ucraino Arsen Avakov sulla sua pagina Facebook. I numeri si riferiscono alle vittime filorusse e comprendono residenti della Crimea ma anche cittadini russi e ceceni; negli scontri, inoltre, hanno perso la vita quattro militari ucraini. Stime avanzate anche dal leader dei separatisti, Miroslav Rudenko, che ha confermato che negli scontri sarebbero stati uccisi anche alcuni civili.
Ancora non ci sono notizie ufficiali sui dispersi; secondo la direttrice del dipartimento di protezione sociale di Odessa una parte di loro potrebbe far parte della ventina di cadaveri che ancora non sono stati identificati, mentre altri potrebbero far parte delle persone arrestate dalla polizia in seguito agli scontri. Intanto continua a tenere banco la questione delle elezioni presidenziali che dovrebbero tenersi in Ucraina il prossimo 25 maggio. Il timore è che il governo russo voglia ostacolarle a ogni costo; pochi giorni fa, infatti, il Cremlino ha sostenuto che fosse “assurdo” parlare di elezioni dopo il tragico incendio di Odessa e la prosecuzione degli scontri nel sud e nell’est del Paese. Anche il presidente francese Francois Hollande è intervenuto sulla questione, sollecitando il corretto svolgimento della votazione, altrimenti si preannuncia il “rischio di una guerra civile”; motivo per cui è necessario fare “pressioni sul presidente Putin” perché rispetti la scadenza elettorale.
Intanto da Vienna, a margine del consiglio d’Europa, è intervenuto Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, sostenendo che la conferenza di Ginevra del 17 aprile scorso non si è rivelata un fallimento e che è possibile pensare anche a un ulteriore incontro. Tuttavia un altro accordo non aggiungerebbe nulla di nuovo “senza la partecipazione dell’opposizione al regime di Kiev”. Lavrov ha detto la sua anche in merito alle elezioni, definendo “abbastanza insolito” tenere le presidenziali quando i militari sono schierati contro la popolazione; a tal fine il ministro ha sollecitato il ritiro dell’esercito ucraino da Odessa.