La proposta della Rai: in prima serata i leader di M5s, Pd e Forza Italia, più tardi tutti gli altri. Rivolta in commissione di vigilanza. E perfino di Bonaiuti (Ncd). Intanto l'Agcom richiama Tg4 e Studio Aperto: "Troppe presenze del Cavaliere"
Tre puntate speciali di Porta a Porta il 14, 15 e 16 maggio, condotte da Bruno Vespa e Mario Orfeo, con in prima serata ospiti Beppe Grillo, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, in ordine da decidere, e in seconda serata esponenti delle altre forze politiche. E’ la proposta inviata dalla Rai alla commissione parlamentare di vigilanza, che ha scatenato la protesta dei partiti minori. Il presidente della commissione Roberto Fico ha consegnato la lettera firmata da Stefano Luppi, vicedirettore delle Relazioni Istituzionali, nella quale era indicata la proposta di puntate speciali di Porta a Porta da parte di Tg1 e Rai1. I leader dei tre principali partiti sarebbero ospiti nella prima parte, in onda dalle 21.15 alle 22.30, esponenti dei partiti minori nella seconda parte dalle 22.30 in poi.
La lettera ha scatenato le proteste del Nuovo Centrodestra, in particolare da parte di Paolo Bonaiuti, di Scelta Civica, della Lega Nord e del senatore Maurizio Rossi (ex Scelta Civica ed ex Popolari per l’Italia). Fico ha quindi deciso di convocare un ufficio di presidenza domani mattina (8 maggio) per decidere come procedere sulla proposta. “E’ un’indegna e inaccettabile offesa al pluralismo e alla democrazia – attacca la Lista Tsipras in una nota – Collocare le forze cosiddette minori in seconda serata vuol dire disprezzare il concetto stesso di servizio pubblico. L’Altra Europa con Tsipras rifiuta l’idea di una democrazia da spartire tra Renzi, Berlusconi e Grillo”. Per il coordinatore nazionale di Sel Nicola Fratoianni: “Renzi, Grillo e Berlusconi occupano da settimane ogni spazio possibile in ogni Tg del servizio pubblico e privato. I vertici Rai evitino di fare loro un ulteriore regalo. Non sarebbe certo un regalo ai telespettatori e alla democrazia italiana”.
Intanto altri richiami dell’Agcom investono Tg4 e Studio Aperto che hanno dato troppo spazio a Forza Italia e al suo leader Silvio Berlusconi. Il Garante, dopo una riunione fiume dedicata all’esame dei dati sul pluralismo e al diluvio di esposti in materia di par condicio, ordina il riequilibrio anche a TgCom24 (sempre per la sovraesposizione dell’ex Cavaliere) e a Laeffe (troppo M5S). Ma bacchetta anche tutte le tv, chiedendo meno spazio al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al governo e un’adeguata presenza per i “piccoli”. Un complesso articolato di decisioni, a meno di 20 giorni dalle Europee del 25 maggio, che testimonia anche la complessità nell’applicazione della legge di fronte a una campagna elettorale che si gioca sì in tv – come sa bene Berlusconi, rientrato a pieno titolo tra i protagonisti dei talk show – ma che ormai invade anche i blog, le piazze, i teatri.
Dati (del periodo 19 aprile-2 maggio) e segnalazioni alla mano, l’Agcom ha rilevato “alcune criticità” nella parità di trattamento tra i soggetti politici e istituzionali. Troppo spazio ancora a Forza Italia, sostanzialmente “occupato” da Berlusconi, da parte di Studio Aperto e Tg4: il Consiglio, “pur prendendo atto di una riduzione della concentrazione, nelle edizioni principali, del tempo riservato a Forza Italia” nei due tg, ha puntato il dito contro il “persistente squilibrio”. Eccessivo spazio a Fi anche su TgCom24, secondo l’organismo di garanzia, mentre Laeffe è sbilanciato a favore del Movimento Cinque Stelle. La7, già bacchettata per lo spazio dedicato al premier, dovrà “ulteriormente ridurlo”. L’Autorità ha rivolto richiami generalizzati a tutte le emittenti (Rai, Rti, La7 e Sky): dovranno assicurare “maggior equilibrio dei tempi di parola del presidente del Consiglio e degli altri esponenti del governo”, nonché “una presenza adeguata a tutte le liste e non soltanto a quelle con maggior rappresentanza parlamentare”. Una valutazione complessiva, in ogni caso, sarà fatta “in occasione dei prossimi Consigli”. “Siamo alle prese con una campagna elettorale surreale, in cui l’informazione politica è subordinata al bilancino del farmacista – commenta il direttore del Tg2 Marcello Masi che riprende un’immagine già utilizzata dal direttore del TgLa7 Enrico Mentana – ma siamo abituati a rispettare la legge e lo faremo anche questa volta. Spero che il legislatore si renda contro che la normativa va riformata, perché non garantisce alcun tipo di informazione equa sulle notizie e richiede un continuo bilanciamento che è da chimici, piuttosto che da giornalisti. In ogni caso – ribadisce – faremo ogni sforzo per garantire il miglior risultato possibile, in nome di un equilibrio che resta un nostro obiettivo per tutto l’anno”.