Un colpo di gomma per cancellare il particolare di troppo dalla prima pagina di Le Monde. La vignetta satirica che rappresentava il presidente francese François Hollande che sodomizza la Marianna, donna simbolo della Francia, è stata in parte bianchettata per evitare “lo scandalo”. Il quotidiano francese, nelle ultime ore già sconvolto da una crisi interna che ha portato alle dimissioni di sette caporedattori in polemica con la dirigenza, è uscito nelle edicole con un’edizione censurata della vignetta di Plantu. Il caricaturista satirico, tra i più famosi del Paese anche per le sue battaglie per la libertà d’espressione (è membro dell’associaizone Cartooning for peace) si è fatto scappare la penna. O almeno così hanno pensato i suoi superiori. Lui, contattato da Le Lab Europe 1 ha evitato ogni polemica: “Non è successo nulla e non c’è nessuna polemica”. Ma l’immagine è sulle prime pagine di tutte le copie e nell’angolo dove c’era l’episodio incriminato si vede uno spazio bianco. Plantu, molto famoso per le sue creazioni, non è nuovo a problemi di questo tipo. Nei giorni scorsi era uscito il libro “Caricaturistes: dessins de la démocratie”, ma anche in quel caso l’editore Bayard ha ritenuto opportuno togliere una vignetta: compariva infatti tra le pagine l’immagine di Benedetto XVI che sodomizza un bambino. Troppo esplicito, secondo la casa editrice.

Intanto all’interno del quotidiano Le Monde continua la crisi. La maggioranza dei caporedattori del giornale ha presentato oggi le dimissioni per contestare “importanti disfunzioni” e un’”assenza di fiducia e comunicazione” con la direttrice Natalie Nougayrède. Alla base della protesta – che vede dimettersi sette redattori capo su undici – ci sono disaccordi e conflitti irrisolti. “Da diversi mesi abbiamo inviato molti messaggi d’allerta per segnalare importanti disfunzioni, come anche l’assenza di fiducia e comunicazione con la direzione, cosa che ci impedisce di svolgere il nostro ruolo”, scrivono i sette dimissionari, in una mail rivolta a Natalie Nougayrède e a Louis Dreyfus, presidente del direttorio. Tra i principali motivi di attrito, la futura formula cartacea, inizialmente prevista per questa primavera ma poi rinviata a settembre.

Ma le divisioni riguardano anche la versione su tablet e i piani di mobilità interna, che coinvolgono 57 posti di lavoro. La direzione “sembra molto isolata e i suoi progetti contestati”, osserva un giornalista di un altro quotidiano parigino, Libération, commentando le agitazioni a Le Monde. La maggioranza dei redattori capo già minacciò di sbattere la porta lo scorso autunno. Tensioni più recenti sono state rivelate nei giorni scorsi da Mediapart.fr. In particolare, il sito online cita un rapporto dei consulenti di Technologia, ufficio specializzato nella valutazione e prevenzione dei rischi professionali, che traccia un quadro piuttosto severo rispetto all’attuale situazione all’interno de Le Monde. Con una “direzione che non dà risposte chiare”, il “sentimento di un’organizzazione all’ultima spiaggia”, una direzione che “naviga a vista”. Domenica, nel corso di una riunione, Natalie Nougayrède ha criticato duramente chi minacciava di dimettersi. “Siete dei ‘putschisti'”, ha tuonato. Eletta alla direzione de Le Monde nel marzo 2013, la direttrice ha replicato all’odierna protesta con un laconico comunicato in cui dice di “prendere nota” delle dimissioni collettive. “Ne parleremo insieme”, aggiunge. In mattinata, anche la società dei redattori de Le Monde ha denunciato la “perdita globale di fiducia nella governance del giornale. Oggi – prosegue il comitato – c’è un vero problema di metodo e di organizzazione che necessita un reale rilancio ai vertici. E’ tempo di istituire una direzione collettiva e funzionale. Chi fa il lavoro, va realmente ascoltato”.

L’idea delle dimissioni collettive era già circolata nei giorni scorsi, ma nessuno aveva ancora osato metterla in atto. Nonostante la fronda interna, la Nougayrède ha pubblicato oggi un editoriale per difendere il giornale dagli attacchi del leader del Front de gauche, Jean-Luc Mélenchon. In un post pubblicato nelle scorse ore, il tribuno dell’estrema sinistra – che molti accusano di populismo proprio come la rivale Marine Le Pen (Front National) – ha messo all’indice i giornalisti di Le Monde, escludendoli dai suoi comizi e chiedendo ai militanti di “vigilare” su di loro ed eventualmente “filmarli”. Un modo per protestare contro la linea del giornale che non è di suo gradimento. Parole che hanno suscitato sconcerto e indignazione. Tanto che oggi Mélenchon ha fatto marcia indietro e si è rimangiato tutto.

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