La squadra di calcio con la curva più “rossa” d’Italia acquistata da un ex parà ed ex simpatizzante del Movimento sociale italiano successivamente folgorato dal berlusconismo. Curioso ma non impossibile. Il presidente del Livorno Calcio (società di serie A attualmente in zona retrocessione) Aldo Spinelli, dopo 15 anni gioie e dolori, sembra intenzionato a vendere la società e nei prossimi giorni dovrebbe incontrare l’imprenditore livornese Stefano Bandecchi, 53enne ex paracadutista fondatore dell’Università telematica Niccolò Cusano di Roma (nata nel 2006, 12mila iscritti, tra i suoi docenti anche Davide Vannoni di Stamina). A quanto si capisce sarebbe stato l’ex dg della Juventus Luciano Moggi a fare da trait d’union. La trattativa, appena iniziata, sta però già spaccando la tifoseria. Il motivo? Soprattutto le idee politiche di Bandecchi.

In passato l’ex parà ha infatti dichiarato di aver votato Msi: peggio di una pugnalata al cuore per quegli ultras che ogni domenica sventolano bandiere con l’immagine di Che Guevara o della falce e martello. Nel 2005 il fondatore di Radio Manà Manà si è inoltre candidato con Forza Italia per il consiglio regionale del Lazio mentre nel 2013 ha fondato il Movimento Unione Italiano a sostegno della candidatura a sindaco di Gianni Alemanno (la lista ottenne solo lo 0,19%). Quanto basta per sollevare le critiche di molti tifosi della curva nord, cuore del tifo amaranto. Sul forum dei tifosi Alè Livorno c’è chi punta il dito contro il “fascistaccio” e chi si limita a dire che “il fatto che sia di destra non è certo positivo”. Una parte della tifoseria non sembrerebbe invece affatto interessata alle idee politiche: “prima di tutto il Livorno”, “destra e sinistra, ancora con questi discorsi?”, “ma perchè, Spinelli è di sinistra?”.

Cosa risponde Bandecchi? “Politica e calcio – taglia corto intervistato dal fattoquotidiano.it – dovrebbero essere separati“. Poi precisa: “A essere interessato all’acquisizione del Livorno non sono io in maniera diretta bensì l’Unicusano di cui sono amministratore delegato”. Il 53enne, che si definisce imprenditore “a 360 gradi”, va poi dritto al sodo: “Non sarò certo io a offendermi se sentirò cantare Bandiera rossa allo stadio: la ritengo una canzone emozionante perché parla di lavoro”. L’imprenditore non vuole essere etichettato come una persona di destra: “Se fossi nato nell’Ottocento sarei stato definito semplicemente un liberale“.

L’imprenditore ricorda che ogni settimana fornisce 2mila pasti caldi alla comunità di Sant’Egidio di Roma e che in passato pur di non licenziare i suoi lavoratori ha preferito vendere un appartamento: “Questo significa essere di destra o di sinistra?”. Poi aggiunge: “Se ci fossero ancora comunisti veri in Italia le cose andrebbero meglio. Molti si professano di sinistra ma posseggono grandi barche a vela… cosa che io non ho”. Bandecchi si rivolge ai tifosi più intransigenti: “Molti soggetti che si definiscono di sinistra sono ai vertici delle banche e hanno le proprie aziende quotate in Borsa. E con Telecom e Alitalia hanno fatto quel che hanno fatto…”. Il livornese nato nel quartiere popolare Shangai rincara la dose: “Parecchi imprenditori si definiscono di sinistra ma del futuro delle acciaierie di Piombino se ne sono fottuti”. L’eventuale acquisizione del Livorno Calcio potrebbe garantire ulteriore visibilità ai progetti di ricerca della Unicusano aventi a oggetto ingegneria meccanica, elettronica e ricerca medica: “Il calcio – conclude Bandecchi – ha un potere di comunicazione enorme. Oltre a allestire una squadra competitiva vogliamo far diventare Livorno un importante punto di riferimento per la ricerca scientifica”. 

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