Ancora violenze da parte di Boko Haram. Circa 300 persone hanno perso la vita in un attacco avvenuto lunedì nel nord-est della Nigeria e reso noto soltanto oggi da un funzionario governativo. Dopo il video che rivendicava il sequestro delle 200 ragazze rapite il 14 aprile scorso, l’organizzazione terroristica è tornata al centro delle cronache con un raid che ha fatto centinaia di vittime e in cui è stato dato fuoco a case e negozi. La notizia è giunta con due giorni di ritardo a causa degli scarsi collegamenti con la zona.
Continua il dramma delle studentesse nigeriane. Obama: “Faremo tutto il possibile” – Anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama non ha risparmiato un attacco diretto all’organizzazione islamica: “Si tratta di una delle peggiori organizzazioni terroriste e uccide persone in modo spietato”. Sul fronte del rapimento delle giovani nigeriane, Obama ha garantito che gli Stati Uniti faranno tutto il possibile per far sì che vengano liberate, anche se per ora non sono previsti aiuti militari. Al suo appello si è aggiunto anche quello del premio Nobel per la pace Shirin Ebadi: “Queste persone hanno rapito ragazze la cui unica colpa è andare a scuola. L’Islam è contrario a tali comportamenti”. Intanto, per spronare le ricerche, la polizia nigeriana ha garantito una ricompensa di circa 210 mila euro a chi fornirà informazione utili a localizzare le ragazze o riuscirà a trarle in salvo. L’intervento delle autorità arriva dopo giorni di polemiche; i genitori delle giovani, infatti, si sono più volte lamentati per la totale mancanza di collaborazione da parte del governo nelle ricerche. Con la pubblicazione del video di Boko Haram, tuttavia, la situazione si è aggravata: i terroristi hanno dichiarato che le giovani saranno vendute come spose perché “lo vuole Allah”. Intanto continuano a rincorrersi le voci che molte di loro siano già state portate all’estero come schiave, probabilmente in Camerun o in Ciad.
Rapite altre otto ragazze nello stato del Borno – Il dramma non finisce qui. Ieri Boko Haram ha sferrato un nuovo attacco, riuscendo a sequestrare altre otto ragazze in un villaggio vicino a quello in cui era avvenuto il rapimento nel mese scorso. Tutte giovanissime e portate via di forza da parte dei militanti dell’organizzazione; ormai la paura dei nigeriani è tangibile: “Temiamo che tornino e prendano altre nostre figlie, non sapremo come fermarli”. L’incubo del rapimento e della schiavitù per le giovani donne è ormai una dei problemi più spinosi per il governo nigeriano, che in più occasioni non si è dimostrato all’altezza delle aspettative.