A un anno dalla scomparsa di Giulio Andreotti, avvenuta il 6 maggio del 2013, Roma ha reso omaggio al suo concittadino e protagonista indiscusso della Prima Repubblica, durante il convegno – organizzato nell’Aula Giulio Cesare del Campidoglio – dal titolo “Il Cammino Europeo, l’eredità dei protagonisti della stagione di Maastricht. La strada da percorrere”, organizzato dal Comitato Giulio Andreotti. Una giornata voluta con determinazione da Gianni Letta, convinto “della necessità di ricordare un grande statista dimenticato in fretta dal dibattito pubblico”. In prima fila ci sono i familiari. I relatori sono Emma Bonino, Pierferdinando Casini, il sociologo Giuseppe De Rita. “E’ ingiusto ricordalo come il Belzebù, il simbolo dei mali della prima Repubblica. La storia, prima poi, mostrerà i suoi grandi meriti superiori ai difetti” afferma Casini. “E’ stato un grande statista a livello internazionale, oggi manca un personaggio di una tale caratura” aggiunge Cirino Pomicino visto che “insieme a Helmut Kohl e Francois Mitterand siglò i trattati di Maastrich e portò avanti il progetto dell’Unione europea”. “E’ un personaggio con luci e ombre, noi radicali ci scontrammo spesso con Andreotti, però serve ricordarlo per imparare dal passato” sostiene Emma Bonino. “Andreotti ci manca, sarebbe stato l’uomo adatto per trattare in Europa in questi tempi difficili, ma purtroppo non c’è più” chiosa Letta di Irene Buscemi