“Rimetto nelle sue mani la Medaglia di bronzo al Valore civile e il titolo di Cavaliere della Repubblica: a lei valutare se io sia ancora degno di appuntare queste onorificenze sul mio petto”. Si conclude così la lettera aperta che il segretario provinciale del Sap di Ferrara e vicesegretario del Sindacato autonomo di polizia dell’Emilia Romagna, Luca Caprini, ha indirizzato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, anticipata oggi da ‘Il Tempo’. La missiva, giunge in seguito al congresso del Sap tenutosi a Rimini durante il quale c’è stato il contestato applauso rivolto dai colleghi a 3 dei 4 poliziotti condannati per l’omicidio di Federico Aldrovandi, presenti all’assise. “Io sono tra quelli che hanno applaudito” scrive Caprini nella lettera, specificando che “l’applauso nulla aveva a che vedere con quanto a loro contestato e, se così fosse, sarei giustamente da considerare un essere dall’animo mostruoso e di nessun onore”. “L’applauso – prosegue il segretario del Sap di Ferrara – è nato al termine della presentazione di un’iniziativa che il mio sindacato si appresta ad intraprendere per fornire maggiori garanzie a cittadini e poliziotti: proposte, come l’utilizzo delle telecamere, che avrebbero certamente evitato qualsiasi polemica processuale sulla dinamica degli eventi o il comportamento dei protagonisti”. “Quando è stato dato conto della loro presenza, alcuni delegati gli hanno indirizzato un applauso di vicinanza umana, circa 30 secondi, – riferisce ancora l’agente, ricordando che l’assise si teneva a porte chiuse – a causa del pianto in cui sono scoppiati gli stessi”.
“Lo stimolo che mi ha portato a indirizzare una parte del mio applauso ai tre colleghi è, forse, il medesimo che porta Lei a recarsi nelle carceri, non certo per avallare i crimini commessi o giustificarli e neppure per mancare di rispetto al dolore delle vittime dei crimini e alle loro famiglie” specifica ancora il poliziotto, sostenendo che ai condannati per la morte del ragazzo, avvenuta nel 2005 a Ferrara, “non è stata concessa nessuna delle garanzie che vengono offerte ai peggiori delinquenti e nessuno dei benefici riconosciuti a tutti i cittadini, soprattutto se incensurati e con stati di servizio in Polizia immacolati”. Non solo. Secondo Caprini i 4 “hanno subito e subiscono una campagna mediatica che li ha disumanizzati”, il tutto, a suo avviso, senza considerare che la condanna è per “eccesso colposo, vale a dire di evento conseguente a condotta non dolosa e, dunque, non volontaria”. “Il povero Federico Aldrovandi è la prima vittima di questa storia, la sua famiglia soffre tutt’ora per la gravissima perdita – aggiunge – ma anche i miei colleghi”. “Signor presidente, pagheranno per tutto il resto della loro vita il fatto di essersi trovati per dovere, in quel posto ed in quel momento in una situazione difficilmente gestibile” conclude il poliziotto pronto a rinunciare alla medaglia al valor civile ricevuta per aver salvato una donna dall’annegamento. “Ho fatto il mio dovere e qualcuno mi ha ritenuto meritevole di encomio pubblico – chiosa – le comunico che intendo restituire quella medaglia e il titolo di Cavaliere della Repubblica, perchè comincio a dubitare di esserne degno”.