Lo psichiatra nominato dal giudice per le indagini preliminari ha stabilito che l'uomo era "completamente incapace di intendere e di volere". L'episodio risale al 4 giugno scorso, quando Luca Albanese venne abbandonato dal padre nell'abitacolo dell'auto a Piacenza e poi trovato senza vita nove ore dopo
”Al momento del fatto Andrea Albanese era completamente incapace d’intendere e di volere per il verificarsi di una transitoria ‘amnesia dissociativa’”. E’ la conclusione della perizia del dottor Corrado Cappa, psichiatra nominato dal giudice per le indagini preliminari di Piacenza Giuseppe Bersani nel procedimento per la morte del piccolo Luca Albanese. L’uomo, 40 anni, il 4 giugno 2013 dimenticò nell’abitacolo della sua auto il figlio di 2 anni, trovato senza vita da lui stesso dopo circa 9 ore ancora legato al seggiolino della Citroen parcheggiata davanti all’ingresso dell’azienda presso cui lavora, alla periferia di Piacenza. Una tragedia che aveva sconvolto la città e l’opinione pubblica. Alla medesima conclusione era giunto il suo collega Giovanni Smerieri, consulente della difesa di Albanese. Ieri Cappa (consulente tecnico d’ufficio) ha presentato la sua perizia nel corso dell’incidente probatorio chiesto e ottenuto dall’avvocato Paolo Fiori, legale del padre del piccolo Luca.
Un passaggio tecnico finalizzato a stabilire con certezza le condizioni del padre al momento del fatto. Per entrambi gli psichiatri quella tragica mattina fu colpito da una sindrome transitoria che consiste nell’incapacità di ricordare eventi e avvenimenti autobiografici circoscritti ad un’area o persona della propria vita. Il giudice ha disposto la trasmissione degli atti al pubblico ministero Antonio Colonna che ha seguito le indagini sulla vicenda. A lui spetterà una nuova valutazione dei fatti alla luce delle due perizie coincidenti sulle temporanee condizioni del padre quel giorno. Una strada che si può ipotizzare è quella della richiesta di archiviazione in quanto Andrea Albanese per i due psichiatri non è imputabile per quanto accaduto. All’udienza di ieri l’uomo era presente. Già nelle settimane successive alla tragedia aveva lanciato su Facebook una campagna – “Mai più morti come Luca” – che ha raccolta migliaia di consensi e proposte in tutta Italia con il fine di dotare le auto di un dispositivo acustico che segnali all’occorrenza la presenza del bimbo a bordo, sul seggiolino.
Nei giorni seguenti alla morte di Luca i genitori di due bimbi vittime di una tragedia analoga a quella che ha portato via il piccolo piacentino incontrarono l’allora sottosegretario ai Trasporti Rocco Girlanda, incoraggiandolo nella sua battaglia (Girlanda, già in passato, si era fatto latore di una proposta di legge finalizzata ad introdurre il segnalatore acustico a bordo vettura). E una delle due mamme, Chiara Sciarrini, di Teramo, madre di Elena, scomparsa a 22 mesi in circostanze analoghe a quelle di Luca Albanese, intervenne sul gruppo Facebook partito da Piacenza (fu il marito, Lucio Petrizzi, docente di Veterinaria a Teramo, a lasciare l’auto con a bordo la piccola, credendo di averla condotta all’asilo). Un messaggio di incoraggiamento, e di sostegno ad Andrea nella battaglia. Nei giorni scorsi inoltre Andrea Albanese e la moglie Paola (rimasta sempre al suo fianco) hanno donato un defibrillatore alla città ad uso, in particolare, di chi frequenta i giardini pubblici di via Ottolenghi, a Piacenza. “Lo dedichiamo a Luca. Con soldi nostri e con i fondi raccolti durante la messa – hanno raccontato – abbiamo pensato fin da subito di fare qualcosa per ricordare Luca decidendo di dare in beneficenza la somma raccolta. Una scelta dettata dall’amore: averlo collocato in questo giardino di via Ottolenghi, dove portavamo Luca, ci aiuta ad essere più vicini a lui, tanto più che è molto frequentato da genitori con i loro bambini”.