Vorrei dei politici che fossero obbligati a viaggiare. Che non pensino soltanto a coltivare il proprio orticello elettorale ma che, non dico tanto, una volta all’anno vengano qui in Asia a capire dove sta andando il mondo. Non solo per loro crescita personale né per venire a mangiare e bere a spese delle regioni o della Farnesina, ma per capire come lavorare meglio per il nostro Paese.
Sembrerà banale, ma non tutti capiscono l’importanza del guardare le cose dal di fuori per migliorarle all’interno una volta rientrati. Vale guardandole da Londra, da Zurigo o da ogni luogo comparabile all’Italia. Ma ancor di più vale se vi si ragiona dalle aree che stanno diventando il centro del mondo.
Scrivo da Singapore, dopo una settimana passata in giro a cercare di vendere un po’ di creatività italiana a singaporiani, coreani e cinesi. Ma non voglio parlare del mio lavoro, voglio solo riflettere sull’importanza di essere qui, sulla fortuna di venirci all’incirca una volta ogni due mesi, e su quanto sarebbe importante che chi ci governa mettesse il naso in questa parte di mondo. Non solo i politici, anche e sopratutto i dirigenti pubblici e i funzionari che fanno il bello e il cattivo tempo senza coscienza delle parole merito, competizione, efficienza, realtà globale.
Tutti coloro che ogni giorno aggiungono un sassolino nell’inceppare l’evoluzione della nostra società, invece di toglierlo, imparerebbero tanto dalle piccole cose. Imparerebbero che una città stato che il prossimo anno compie 50 importa talenti e li rende produttivi con l’ambiente più competitivo ed efficiente dal punto di vista dell’impresa e della creazione di lavoro. Dove ti senti da un tuo coetaneo con estrema facilità dire “man, there are many investors with couples of millions in their pocket out there” e capisci che se vuoi trovare soldi per sviluppare le tue idee e i tuoi sogni la cosa migliore sarebbe andar via, purtroppo, c’è poco da fare (e io non lo voglio fare, ma non posso non pensarci quando vedi le cose da fuori).
Capisci che quando le tasse sono al 10% e tutto funziona alla perfezione molte volte forse non c’è bisogno di schiere di politici a litigare in televisione e pagine e pagine di dibattiti sul nulla sui giornali (e lo dice uno che ama la politica e che in tv a discutere ci è andato pure); che quando diventi la prima città per turismo al mondo, non avendo sostanzialmente niente da mostrare, tenere la città pulita in ogni sua parte è un obbligo sociale; che migliaia di taxi efficienti che costano il 30% in meno rispetto all’Italia, in una città che costa il 30% in più, dove se bevi e guidi vai in galera, ma incidenti praticamente non esistono, non sono forse un utopia.
Mi piacerebbe che qualcuno parlasse con degli ottimi funzionari (questa volta ottimi davvero) che non riescono a svolgere al meglio il loro lavoro, ovvero promuovere il turismo italiano nel mondo, perché non hanno immagini in alta risoluzione libere da copyright da poter usare (si, avete capito bene!)
Mi sarebbe piaciuto veder la faccia di qualche nostro dirigente alle 23:53 di venerdì 2 maggio (il ponte del 1° maggio esiste globalmente) quando in uno showroom di Seoul alla mia domanda “Ma i ragazzi non vanno a casa?” mi sono sentito rispondere, “No, stanno fino a tardi, è il loro lavoro e li appassiona”
Queste cose, e potrei aggiungerne molte altre. sono piccole cose, ma è con queste piccolezze che si costruisce un paese che cresce e che dà lavoro alle persone e alle loro famiglie. Per rilanciare un paese servono risorse, decisioni, investimenti, ma sopratutto serve il cambio di mentalità di una classe politica e di una classe dirigente in primis, che sappia spingere il cambio di mentalità del paese intero. E guardare le cose fuori dal proprio orticello aiuta a cambiare, eccome se aiuta.