Il leader di Forza Italia è arrivato con 15 minuti di anticipo all'Istituto Sacra famiglia per il debutto nell'attività di volontariato prescritta dai giudici nell'ambito dell'affidamento ai servizi sociali per la condanna al processo Mediaset. Un contestatore ha cercato di superare le transenne gridando: "Noi italiani abbiamo un sogno nel cuore, Berlusconi a San Vittore". La Pascale: "Amarezza, ma lui ha sempre aiutato chi cercava aiuto e ora lo saprà mondo intero"
Quattro ore con gli anziani malati di Alzehimer. L’ex premier Silvio Berlusconi ha trascorso la mattina all’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone (Milano), dove ha iniziato l’attività di volontariato prescritta dai giudici nell’affidamento ai servizi sociali per la condanna al processo Mediaset. Arrivato alle 9.30 in punto senza rivolgere neppure un saluto ai numerosi giornalisti presenti, se ne è andato poco prima delle 14.
”Mi chiedono di non fare nessuna dichiarazione”, ha detto prima di salire in macchina. Attimi di agitazione in mattinata, quando oltre le transenne un contestatore, Pippo Fiorito della Cub, ha cercato di superarle, subito bloccato dalle forze dell’ordine. L’uomo, che indossava un cappello a tuba con un nastro giallo con la scritta May Day e una maglietta per protestare contro il leader di Forza Italia, continuava a gridare: “Noi italiani abbiamo un sogno nel cuore, Berlusconi a San Vittore”. Fiorito è rappresentante dei Comitati unitari di base all’interno dell’istituto. “I lavoratori della Sacra Famiglia non vogliono Berlusconi – ha spiegato – e non doveva venire qui ma anzi andarsene in carcere. Lotteremo finché Berlusconi non se ne andrà”. Ad accogliere Silvio Berlusconi sulla porta della residenza è arrivato il direttore dei servizi residenziali della Fondazione Sacra Famiglia Michele Restelli. Il leader di Forza Italia, vestito con una giacca blu su cui aveva appuntato una bandierina del suo partito, una maglietta e un paio di pantaloni sportivi scuri, ha stretto la mano a Restelli e si è avviato all’interno della struttura. Berlusconi dovrebbe terminare il suo servizio alle 13.45 ma, come ha detto ieri, potrebbe trattenersi di più.
La fidanzata di Berlusconi, Francesca Pascale, parlando con il Mattino ha detto che “l’assistenza agli anziani non gli fa paura” perché Silvio “ha sempre aiutato i più poveri, in tutti questi anni non ha mai mancato di sostenere chi cercava aiuto”, anche se “non lo sapeva quasi nessuno”, “come è giusto che sia, Silvio non ha mai messo in mostra quello che faceva, e continua a fare, per gli altri. Questa è la vera beneficenza, silenziosa, senza proclami, mai in prima linea”. La Pascale ha aggiunto che “da oggi invece lo saprà il mondo intero perché così ha voluto la magistratura e noi, con grande umiltà, rispettiamo queste decisioni”. Pascale non nasconde comunque “l’amarezza”, “anche perché si tratta di una condizione che, secondo me, Berlusconi non merita“. In ogni caso, aggiunge, “va bene così, affronteremo tutto con la forza di sempre”. “Pensare di dare consigli a Silvio Berlusconi – spiega invece Pascale sulla politica – significa peccare di presunzione”, anche sulla questione campana. “Mi piace il confronto, ci tengo a dire la mia”, ma “consigli non ne do”. “Nicola Cosentino – osserva – è stato un ottimo coordinatore, prima di Forza Italia e poi del Pdl”, “ma Cosentino ha sempre dichiarato di voler lasciare la politica per occuparsi dei suoi procedimenti penali: il partito ha rispettato la sua scelta, tutto qui”. Domenico De Siano “si sta dimostrando un ottimo coordinatore. È importante che tutti lo rispettino. Soprattutto quelli che amano e fanno parte di questo partito”, “le beghe interne fanno male a tutti”. Infine, Pascale smentisce di essere incinta: “Magari, ho solo mangiato un pò di più”.
Amareggiato Raffaele Fitto che, a margine di un’iniziativa elettorale a Reggio Calabria dice: ”La condanna di Berlusconi ai servizi sociali è una ferita grave per la democrazia. Il fatto che lui non possa essere in prima persona impegnato e candidato in campagna elettorale è molto pesante. Questo per noi è uno stimolo per moltiplicare il nostro impegno. La sua impossibilità ad essere candidato e di essere presente sul territorio ci indica la necessità di lavorare in modo maggiore”.