All’azione della magistratura c’è la reazione della politica. “Auspico che entro oggi il commissario Sala sostituisca il suo vice per garantire la prosecuzione dei lavori di Expo” dice il presidente lombardo Roberto Maroni dopo l’incontro con il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. “Mi auguro visto il rigurgito di Tangentopoli che venga da fuori e non abbia rapporti con questo ambiente” aggiunge il leghista. In manette ieri, tra gli altri, è finito Angelo Paris, responsabile dell’Ufficio contratti di Expo 2015 spa che intercettato aveva detto: “Io vi do tutti gli appalti che volete se favorite la mia carriera”. Arresto che ha portato sull’orlo delle dimissioni, come confermato da Pisapia, il commissario unico dell’evento e ad della società di gestione Giuseppe Sala. Il manager che sostituirà Paris è stato già individuato.
Intanto inizieranno a partire da lunedì prossimo, 12 maggio, gli interrogatori davanti al gip di Milano Fabio Antezza. Dall’inchiesta, che vede al centro i reati di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta, è emersa una “saldatura” tra imprese, cooperative e tutti gli schieramenti politici: la cosiddetta “cupola degli appalti”, che vedeva in Greganti e Frigerio le figure ‘chiave’, sarebbe riuscita a condizionare gli appalti promettendo avanzamenti di carriera a manager pubblici, grazie alle protezioni politiche, che poi pilotavano le gare verso imprenditori che pagavano tangenti. L’imprenditore Maltauro (protagonista dell’ultima mazzetta ripresa dagli investigatori), ad esempio, avrebbe versato alla “cupola” 30-40mila euro al mese.
L’intercettazione: “C’è andata di culo”. Tra le tantissime intercettazioni c’è anche una in cui gli indagati sapevano di averla scampata ma di rischiare. “C’è andata di culo…(…) perché non ci hanno tirato dentro, ma se estendono quella roba lì e vanno a vedere dove questi qui han visto da altre parti, van dritti su Iamele e poi da noi…” diceva l’ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio commentando al telefono la vicenda giudiziaria che ha portato in carcere l’ex consigliere regionale Massimo Guarischi. Il 7 giugno 2013, Frigerio, parlando al telefono con Patrizia Pedrotti, direttore amministrativo dell’ospedale di Melegnano, da un lato, pur ritenendosi fortunato per essere sfuggito alle indagini per le quali Guarischi qualche mese prima era finito in carcere, manifesta la sua preoccupazione per l’eventualità di ulteriori approfondimenti d’indagine, dall’altro, come annota il gip Fabio Antezza nell’ordinanza di custodia cautelare, “letteralmente ‘confessa’ le attività illecite commesse”. In realtà dall’inchiesta sul presunto giro di mazzetta nella sanità lombarda, che vede tra i protagonisti l’ex consigliere regionale, è scaturita quella per cui sono stati arrestati Frigerio, Primo Greganti, Luigi Grillo e altre quattro persone. Inchieste, queste due, che prendono le mosse dall’indagine Crimine/Infinito. Ma che poi si sono sviluppate sui colletti bianchi e sulla politica di destra, di centro e di sinistra.
La cupola delle larghe intese. È vasta e trasversale infatti, e quasi tende alla ‘larghe intese’, la rete di contatti politici intessuta dalla “cupola” che, secondo i magistrati di Milano, ha inquinato a suon di mazzette, per almeno due anni, i più importanti appalti in Lombardia, comprese alcune gare per l’Expo 2015. Da un lato, infatti, Frigerio, il democristiano, diceva di aver “mandato un biglietto a Berlusconi” per tentare di favorire la nomina di Paris, al posto di Antonio Rognoni, arrestato qualche settimana fa, come dg di Infrastrutture Lombarde. Dall’altro, invece, era lo stesso Frigerio a spiegare, intercettato, che Primo Greganti, era funzionale agli scopi, perché “copre la sinistra”. Nel frattempo i manager pubblici, come Paris appunto o Giuseppe Nucci, ex ad di Sogin (per lui e altre 11 persone è stata respinta la richiesta di arresto), erano pronti, secondo l’accusa, a pilotare gli appalti in cambio di “avanzamenti di carriera”, ma anche in virtù di quelle forti “protezioni politiche – come scrive il gip – effettivamente garantite” dall’associazione per delinquere.
Da un’altra intercettazione poi emerge che Frigerio, come si legge nell’ordinanza, voleva “rafforzare le ‘protezioni politiche’ della cordata, sia sul fronte della ‘sinistra’, attraverso un incontro con Levorato (Claudio ndr), presidente di Manutencoop, sia sul fronte della Lega”. E per assicurarsi l’adesione del Carroccio, annotano gli investigatori, “gli indagati decidono di far leva anche sul legame più volte ribadito” da Enrico Maltauro, imprenditore arrestato, “verso Flavio Tosi, Sindaco di Verona”.
Greganti funzionale per avvicinare Sala? Frigerio e un altro indagato, inoltre, parlando di “programmi illeciti in ordine ad alcune gare”, fanno riferimento anche a Primo Greganti “in ragione del fatto che, a detta dei sodali, Sala (Giuseppe ad di Expo) ed il Comune di Milano hanno una parte attiva rilevante nell’organizzazione“. È sempre Frigerio a suggerire “di discuterne appunto con Primo Greganti, considerato dagli interlocutori un soggetto vicino all’Amministrazione comunale retta da una giunta di centrosinistra”. Per Frigerio, infatti, come si legge in un’intercettazione ambientale del 17 maggio 2013, “Sala è più legato alla gente che Primo conosce, cioè Boeri e quelli lì, al Pd’’.
Sull’altro fronte, invece, sempre Frigerio si sarebbe mosso per portare Paris ad Arcore da Berlusconi per una “cena”, lo scorso 3 febbraio. Il 22 gennaio 2014, infatti, come spiega il gip, Paris aveva ricevuto “su indicazione” di Frigerio “un invito da Fabrizio Sala, consigliere regionale con delega all’Expo 2015, per partecipare ad un incontro ristretto organizzato ad Arcore”. Alla cena, stando ad alcune telefonate, avrebbero dovuto partecipare, anche “una trentina di amministratori ed imprenditori”. E un’altra telefonata tra Sergio Cattozzo, ex esponente Dc arrestato, e un’altra persona farebbe emergere “la circostanza per la quale Frigerio ha effettuato, a dire degli stessi sodali, un ulteriore intervento presso Maroni” per raccomandare “la nomina di Paris presso Infrastutture Lombarde spa”. Per Maroni, c’è “molto millantato credito” nelle affermazioni fatte da Frigerio che “ha detto che mi avrebbe scatenato sulle vie d’acqua”. “Non l’ho mai sentito (Frigerio, ndr) e non ho mai parlato con lui, non mi ha mai telefonato. Credo che l’ultima volta che ci ho parlato è stato quando eravamo alla Camera assieme a metà degli anni ’90”.
Ancora Frigerio nel 2013, come riporta il gip, “asserisce anche che deve mandare un biglietto a Maurizio Lupi (dal 27 aprile 2013 Ministro delle Infrastrutture), con il nome di Antonio (Rognoni) per suggerirglielo come presidente Anas”. Ma Lupi ha smentito di aver ricevuto il biglietto.
Mentre solo quale settimana fa, a metà aprile, quando veniva deciso il rinnovo dei vertici di molte società pubbliche Luigi Grillo, ex senatore di Forza Italia, ora in carcere, telefonò a “Cesare Previti per fare il punto della situazione sull’attività di pressing in corso per la nomina di Nucci al vertice di Terna”, cosa che non avvenne.