Non solo Expo, la “cupola” degli appalti aveva come ambita preda da conquistare con i suoi 300 milioni + Iva di appalti: la “Città della Salute“. Nel corso delle perquisizioni di ieri della Guardi di Finanza e della Dia, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano che ha portato ieri a 7 arresti, sono state sequestrate, tra le altre cose, le buste sigillate con le offerte relative alla gara, ancora da aggiudicare, per la “realizzazione della ‘Città della Salute e della Ricerca” a Sesto San Giovanni (Milano). Gli investigatori hanno anche acquisito tutti gli atti relativi agli appalti al centro delle indagini, tra cui quello sulle ‘Architetture di servizio’ per l’Expo.
A discutere degli appalti del nuovo polo sanitario che dovrà ospitare Istituto dei Tumori e Besta erano l’imprenditore Enrico Maltauro e l’ex Dc Gianstefano Frigerio “Direi questo è molto positivo… molto positivo il fatto di avere questa… questa squadra…”. Il direttore generale di Infrastrutture Lombarde, Antonio Rognoni (arrestato lo scorso 20 marzo come del resto il suo successore ieri Angelo Paris) che ha in mano la gara, si chiede, sarà dei loro? “Si lui è in squadra”, lo rassicura Frigerio. Allora, sì, “partiamo”. Del resto, per il costruttore veneto, “è anche bello avere dei soggetti da portare avanti che siano non solo diciamo affidabili… ma che siano anche dei soggetti che quando li proponi… fai bella figura… e sono capaci…”.
Da conquistare è la gara da oltre 300 milioni per la progettazione, la realizzazione e la fornitura dei servizi per il mega ospedale che, dopo anni di battaglie, Roberto Formigoni era riuscito ad approvare quasi in extremis destinandolo all’ex area Falck di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Un progetto a lungo accarezzato dai comuni dell’hinterland milanese che se lo sono duramente conteso insieme a Milano per diversi anni. Ma per poter gestire “la squadra” deve avere anche degli agganci politici affidabili e capillari, bipartisan, insomma. E la “cupola degli appalti lombardi”, come l’hanno definita i pm, lo sa bene, tanto che per fidelizzare il braccio politico parte dal basso, cioè dalla scelta delle imprese concorrenti.
Secondo Maroni però “per quanto riguarda la Città della Salute la gara non è ancora stata assegnata e quindi non c’è una turbativa nell’appalto. La commissione sarà insediata tra poco – prosegue il governatore lombardo – ma la gara non è ancora stata assegnata e le buste non sono ancora state aperte. Voglio verificare se ci sia stato su questo un comportamento, da parte di chi ha fatto il bando di gara, che sia meno che irreprensibile e allora interverremo”. In conclusione Maroni si dice “tranquillissimo sulla Città della salute”.