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Il sultano del Brunei e il Beverly Hills Hotel: i gay buoni e quelli cattivi

La scorsa settimana, è stato reso noto che il leader del Brunei, il 67enne Hassanal Bolkiah, ha annunciato l’adozione della Sharia, la legge islamica, nel Codice penale. Secondo le nuove leggi – che verranno applicate anche ai cittadini cristiani – l’omosessualità e l’adulterio saranno punite con la lapidazione.

In se, che un paese islamico prenda una deriva integralista violando apertamente i diritti civili, purtroppo non “fa notizia”. Quello che invece è interessante è il fatto che questa decisione abbia portato al boicottaggio immediato da parte di Hollywood dello storico Beverly Hills Hotel, pietra miliare nell’iconografia di Hollywood che recentemente stava vivendo un riassesto finanziario anche cavalcando l’onda dei numerosi e costosissimi matrimoni gay, da quando il 28 giugno 2013 sono stati finalmente autorizzati in California.

Domanda: Perchè boicottare un Hotel che, certo spinto dal quattrino, apre le lussuosissime porte alla comunità LGBT ? Risposta: Perchè il proprietario è proprio il Sultano del Brunei che negli Usa i gay li accoglie a braccia aperte mentre a casa sua li lapida fino a farli morire. Si sono schierati a favore di questa battaglia non solo le celebrities di Hollywood ma anche il Sindaco di Beverly Hills Lili Bosse e, pur partito da solo due settimane, si stima che il boicottaggio abbia causato anni all’hotel per circa 1.5 milioni di dollari.

Notizia di ieri: la maison Yves Saint Laurent insieme al Direttore creativo Hedi Slimane, ha dichiarato che nessun impiegato dell’azienda metterà più piede in nessuno degli Hotel della catena Dorchester Collection, alla quale appartiene il Beverly Hills Hotel, finché la legge in questione non venga ritirata. Questo episodio di integralismo a due marce è parer mio interessante e si applica a molte religioni. La nostra in primis.